Il mio articolo VENGO O NON VENGO ALLA FESTA DEL PD? VENGO, ha suscitato dure reprimenda nei miei confronti da compagni e
amici che hanno rilevato inesattezze su quanto ho scritto. In particolare in
merito alla netta distinzione fra i movimenti “Cambiare si può” e “Io ci sto”.
Fra le varie accuse che mi sono state rivolte, quella di aver volutamente
scritto un articolo per disinformare. Non è affatto così. E per dimostrarlo in
questo post riporto fedelmente come si sta evolvendo il progetto politico di “Cambiare
si può” e “Io ci sto”. Il 6 novembre scorso, un gruppo di persone pubblicano UN'APPELLO “Cambiare si può”. Fra queste persone figurano intellettuali, giornalisti,
cattedratici, sindacalisti. Il testo si propone di costruire un polo
alternativo agli schieramenti attuali che abbia uno sbocco elettorale. Un polo
che si oppone decisamente all’ultraliberismo montiano e alle formazioni
politiche, Pd in testa, che hanno supportato il governo dei tecnici. L’appello
è rivolto a quelle singole persone e movimenti che si sono battuti per i
referendum sui beni comuni e che si battono contro la logica delle grandi
opere, per la salvaguardia del territorio, per una rinegoziazione dei trattati
europei, che si concretizzi in particolare con l’abolizione del fiscal compact.
All’appello pubblicato in rete segue, il primo dicembre, la
prima assemblea pubblica in cui gli aderenti si riuniscono per dibattere e
decidere come proseguire nella costruzione del movimento. All’incontro del
primo dicembre si sono susseguiti numerose assemblee locali in cui sono sorti i comitati territoriali. All’appello “Cambiare
si può” ha risposto Rifondazione Comunista, i movimenti per l’acqua pubblica e
la difesa dei beni comuni, Sinistra Critica. Dopo questa fase costitutiva
territoriale l’appuntamento è per il 22 dicembre. In questa assemblea si conclude la votazione su due MOZIONI PROGRAMMATICHE sottoposte al giudizio degli aderenti all’appello anche
attraverso la rete. Oltre a “Cambiare si
può” diventa attivo un altro movimento promosso dal sindaco di Napoli De Magistris che vede come propria bandiera
Il magistrato Antonino Ingroia. Il movimento, nell’assemblea organizzata il 12
dicembre, presenta un programma di opposizione contro la logica delle grandi opere e punta
molto sulla lotta all’illegalità e alla mafia. E’ contro l’agenda Monti, ma è
aperto al dialogo con tutte le forze, Pd e Movimento 5 Stelle compreso. Il
programma di “Io ci sto” redatto il 21 dicembre si articola in un manifesto in DIECI PUNTI.. Nelle sue fila si iscrivono, Di Pietro e Il Pdci
di Diliberto, disposti a fare quel passo indietro chiesto da Ingroia rinunciando
al simbolo di partito. I due movimenti, sollecitati anche da un DOCUMENTO sottoscritto da alcuni noti personaggi dello
spettacolo e del giornalismo, fra cui
Fiorella Mannoia e Olviero Beha, a formare una lista unica,
decidono di dialogare e organizzare un percorso di collaborazione. Tanto che entrambe le MOZIONI votate dai
militanti di “Cambiare si può” prevedono la coalizione con il movimento guidato
da Ingroia. Questo è quanto. Cliccando sui link presenti nel post si può
accedere ai documenti in modo che ognuno possa farsi una propria opinione.
Spero di aver fatto ammenda all’accusa di essere stato autore di un’opera di
disinformazione. La mia personale opinione sulla questione e sugli sbocchi futuri che questa potrà avere è espressa nel post “Vengo o non vengo alla festa del Pd? Vengo” e nel commento,
che pubblico di seguito, scritto in risposta alle osservazioni di Laura. Buona
Lettura
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Mi scuso con tutti i compagni per le inesattezze. E’ vero, i dieci punti da me citati nel post sono stati proposti da Ingroia, il movimento Arancione è altra cosa da”Cambiare si può”. E’vero altresì che la discussione in “Cambiare si può” è stata aperta e svoltasi attraverso assemblee e proposte in rete. E’ vero che si è arrivati alla votazione di due mozioni in un assemblea tenutasi il 22 dicembre. TUTTO GIUSTO. Ma santo iddio, nella prima mozione approvata a maggioranza ( e non all’unanimità) non c’è forse scritto che “L’Assemblea di “Cambiare si può”, riunita a Roma il 22 dicembre 2012, ribadisce la necessità – e riconosce ora la possibilità – di “una proposta elettorale autonoma e nuova, anche nel metodo, capace di parlare a un’ampia parte del Paese” così come si prefigura nella convergenza con il “Movimento arancione”, con le espressioni della società civile e con quelle forze politiche che si riconoscono nelle modalità proposte da Antonio Ingroia”?. E la seconda mozione al punto due recita che “ a seguito della proposta di percorso politico elaborata da Antonio Ingroia vi è necessità di decidere delle regole per la presentazione di una lista unitaria in forma condivisa e coinvolgendo tutti i soggetti che sono protagonisti del percorso”. Cambiare si può sarò altro dalla lista Arancione, (quella capitanata da Ingroia che non chiude ad una possibile alleanza con il Pd e quella in cui Diliberto e Di Pietro vogliono aderire), ma ne condivide il percorso programmatico e organizzativo. Ora se vogliamo prenderci per il culo facciamolo pure. La forma del post sarà inesatta ma la sostanza non cambia di una virgola. Diliberto non sta dentro Cambiare si può, ma sta con gli arancioni che assieme a “Cambiare si può” stanno organizzando il quarto polo. Certo che se già fra i movimenti che compongono il quarto polo c’è gente che si schifa reciprocamente il successo sarà assicurato.
Luciano Granieri
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