Illustrazione di Luciano Granieri |
Si apprende dalla stampa in data 26.01.14 che è stato raggiunto un accordo tra l’Amministrazione provinciale di Frosinone e Arpa Lazio, per cui, testualmente, «da questo momento in poi i due enti si sono impegnati a rilasciare le autorizzazioni integrate ambientali senza o con un minor numero possibile di prescrizioni». Lo annuncia, in qualità di vice presidente della Commissione Sviluppo economico, Lavoro, PMI della Regione Lazio, il promotore dello stesso accordo, Mario Abbruzzese.
Ricordiamo che l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) è l’autorizzazione principe che certifica la compatibilità dei progetti aziendali con il rispetto dell’ambiente (e quindi della salute), utilizzando le migliori tecniche al momento disponibili. L’AIA viene rilasciata per attività a rilevante impatto ambientale, quali, tra l’altro, inceneritori, industrie chimiche, raffinerie, concerie, cartiere, macelli. Dopo la richiesta di autorizzazione, sono possibili 3 casi. 1) AIA non rilasciata dagli enti competenti. 2) AIA rilasciata. 3) AIA rilasciata con prescrizioni. Per quest’ultimo caso, le prescrizioni sono le indicazioni dell’ente preposto (Regione o Provincia) funzionali al rilascio dell’AIA in ordine a interventi necessari per perfezionare il progetto in termini ambientali. ARPA verifica l’effettivo accoglimento di tali prescrizioni. Se esse sono ottemperate, si procede al rilascio dell’AIA.
L’accordo viene annunciato da Abbruzzese in termini da riscuotere il plauso delle aziende, come una soluzione ai ritardi burocratici relativi alla loro operatività sul territorio, spesso rallentata dai tempi di verifica delle numerose prescrizioni. C’è da chiedersi però se tale accordo sia da plaudire anche da parte di tutta la cittadinanza del Frusinate, compresi i lavoratori delle stesse aziende.
Posto che ci troviamo assolutamente concordi sull’istanza di snellire inutili burocrazie amministrative per rafforzare l’operatività delle aziende, non riusciamo a capire perché si sia operato in questo modo, che rischia di essere incompatibile con un’altra essenziale istanza, quella della tutela dell’ambiente e della salute. Spieghiamoci meglio. Se ad esempio i tempi di verifica da parte di ARPA Lazio delle numerose prescrizioni indicate dalla Provincia risultassero troppo lunghi, non bisognerebbe cercare di ridurre tali tempi, ad esempio potenziando l’attività di ARPA in tale settore, anche assumendo ulteriore personale? Viceversa, che la Provincia diminuisca a priori il numero delle prescrizioni, o non ne indichi nessuna, non significa rischiare di indebolire la qualità ambientale dell’AIA stessa? E perché ieri si riteneva che un certo numero di prescrizioni fosse congruo per assicurare il rispetto dell’ambiente e della salute, mentre oggi non lo è più?
Attendiamo delucidazioni e risposte a questi interrogativi di interesse pubblico dal commissario straordinario della Provincia di Frosinone Giuseppe Patrizi, dal commissario straordinario di Arpa Lazio Corrado Carruba e in particolare da Mario Abbruzzese, responsabile di quanto al momento noto a riguardo.
Il coordinatore provinciale di Frosinone
Francesco Bearzi
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