Il museo archeologico comunale di Frosinone è uno
straordinario palcoscenico in cui reperti archeologici, in parte trovati nel
sottosuolo della città, in parte donati, portano in scena il
documentario storico della genesi del popolo ciociaro.
Dalle capanne dell’età del bronzo, ai fossili degli animali della preistoria e della protostoria, dalle testimonianze della storia e della cultura del popolo volsco, alle origini di Frusino fino alla città romana di epoca imperiale, l’evoluzione sociale sviluppatasi nel nostro territorio scorre su un’immaginaria pellicola cinematografica, fatta di reperti, di opere scultoree, di vasi, suppellettili, utensili, sopravvissuti alle insidie del tempo.
Ma la magia del museo non è solo quella di illustrare civiltà lontane, ma di provocare, grazie all’impegno di Natascia, Serena, Martina e della direttrice D.ssa Maria Teresa Onorati, guarda caso tutte donne, l’incontro fra la storia e il futuro. I bambini nellen ore pomeridiane affollano il museo, sognano gli scenari preistorici, immaginano i loro antenati, ne imparano l’arte del modellare la ceramica, partecipano allo straordinario gioco della vita partendo dalle loro origini.
Dall’archeologia al sogno, questa è la straordinaria magia che si consuma fra le anguste mura del museo archeologico di Frosinone. Ma è la cruda realtà dell’ingranaggio speculativo affaristico, a sottrarre sogni, storia e cultura. Con una insana delibera il Comune di Frosinone, ha deciso che quel luogo di sogni e archeologia deve rimanere costretto nel suo limitato spazio.
Tanti altri reperti, trovati nel sottosuolo della città sono buttati in chissà quale scantinato di chissà quale sopraintendenza perché non hanno lo spazio per poter diffondere la loro porzione di sogno. Una delibera falcidiante ha decretato che per il Museo di Frosinone neanche più un centesimo verrà investito. Né ore e né mai, perché i fondi originariamente destinati per l’ampliamento della struttura museale e per gli arredi urbani limitrofi, sono stati dirottati sulla ristrutturazione dello stadio Casaleno.
Il popolo del calcio frusinate ha il diritto di sognare la serie A, ma non si può togliere a bambini, giovani e meno giovani il diritto di ripercorrere la propria genesi storica e sociale ed immaginare il proprio futuro partendo dalla testimonianza di un glorioso e millenario passato.
Dalle capanne dell’età del bronzo, ai fossili degli animali della preistoria e della protostoria, dalle testimonianze della storia e della cultura del popolo volsco, alle origini di Frusino fino alla città romana di epoca imperiale, l’evoluzione sociale sviluppatasi nel nostro territorio scorre su un’immaginaria pellicola cinematografica, fatta di reperti, di opere scultoree, di vasi, suppellettili, utensili, sopravvissuti alle insidie del tempo.
Ma la magia del museo non è solo quella di illustrare civiltà lontane, ma di provocare, grazie all’impegno di Natascia, Serena, Martina e della direttrice D.ssa Maria Teresa Onorati, guarda caso tutte donne, l’incontro fra la storia e il futuro. I bambini nellen ore pomeridiane affollano il museo, sognano gli scenari preistorici, immaginano i loro antenati, ne imparano l’arte del modellare la ceramica, partecipano allo straordinario gioco della vita partendo dalle loro origini.
Dall’archeologia al sogno, questa è la straordinaria magia che si consuma fra le anguste mura del museo archeologico di Frosinone. Ma è la cruda realtà dell’ingranaggio speculativo affaristico, a sottrarre sogni, storia e cultura. Con una insana delibera il Comune di Frosinone, ha deciso che quel luogo di sogni e archeologia deve rimanere costretto nel suo limitato spazio.
Tanti altri reperti, trovati nel sottosuolo della città sono buttati in chissà quale scantinato di chissà quale sopraintendenza perché non hanno lo spazio per poter diffondere la loro porzione di sogno. Una delibera falcidiante ha decretato che per il Museo di Frosinone neanche più un centesimo verrà investito. Né ore e né mai, perché i fondi originariamente destinati per l’ampliamento della struttura museale e per gli arredi urbani limitrofi, sono stati dirottati sulla ristrutturazione dello stadio Casaleno.
Il popolo del calcio frusinate ha il diritto di sognare la serie A, ma non si può togliere a bambini, giovani e meno giovani il diritto di ripercorrere la propria genesi storica e sociale ed immaginare il proprio futuro partendo dalla testimonianza di un glorioso e millenario passato.
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