Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 2 novembre 2016

il 18 novembre alle 10 torneremo all’Aquila

Rete di solidarietà femminista



Se toccano una, toccano tutte!
Due donne della rete di solidarietà femminista sono state denunciate dal noto avvocato di un efferato stupratore per aver diffuso una lettera in cui si denunciava la condotta processuale del penalista, tutta tesa a insinuare che la vittima fosse consenziente e in cui si diceva che alla Casa internazionale delle donne di Roma, presso cui l’avvocato era stato invitato a un convegno, maschi del genere era meglio non entrassero.
Lo stupro, il processo, le denunce sono avvenute a L’Aquila ed è per questo che vogliamo tornarci in tante il 18 novembre, con un presidio davanti al tribunale, per ripetere che se toccano una, toccano tutte!
È il 12 febbraio del 2012 quando Rosa si trova con una sua amica in una discoteca a Pizzoli. È sabato sera e a L’Aquila fa molto freddo. Nella discoteca non ci sono tante persone se non quei militari che il terremoto ha portato là per l’operazione “strade sicure”. Verso le 4 del mattino Rosa verrà ritrovata in mezzo alla neve, con una temperatura sotto lo zero, mezza nuda, sanguinante e in stato di non coscienza. Altri cinque minuti e sarebbe morta. Quello che Rosa ricorderà sarà solo che si trovava al guardaroba a parlare con la sua amica. Si risveglierà poi in sala operatoria. Lo stupro è evidente e anche la brutalità con la quale è stato commesso. Il militare del 33° reggimento artiglieria Aqui dell’Aquila Francesco Tuccia, difeso dagli avvocati Antonio Valentini e Alberico Villani, sarà l’unico indagato e condannato per i fatti.

Quello che è avvenuto in seguito allo stupro di Pizzoli in termini di mancato soccorso alla donna, conduzione delle indagini, istruzione del processo, condotta del dibattimento processuale e racconto mediatico, ha svelato ancora una volta che a dominare nella nostra società è una evidente cultura di complicità e legittimazione dello stupro, della violenza maschile sulle donne.

La solidarietà femminista ha fatto sì che l’esperienza di quell’osceno processo non passasse inosservata, attirando così ostilità nei nostri confronti.
Un’ostilità che si è fatta rabbiosa quando nel novembre del 2015 abbiamo impedito che proprio l’avvocato Antonio Valentini partecipasse a un convegno, organizzato dall’associazione Ilaria Rambaldi Onlus di Lanciano, presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma, un luogo simbolico per la libertà e integrità delle donne.

In seguito alla campagna con cui abbiamo etichettato l’avvocato Valentini come “indesiderato”, due donne della rete femminista di solidarietà, sono state denunciate per diffamazione aggravata, perquisite, private delle proprie apparecchiature elettroniche di uso quotidiano (cellulari, computer, tablet) per aver diffuso una mail che ribadiva l’atteggiamento provocatorio e sprezzante del difensore di Tuccia nei confronti di Rosa, dove si ricostruiva il clima morboso e pesante di un agghiacciante processo per stupro e si attribuiva allo Stato stesso la responsabilità di quello stupro, per le politiche emergenziali e di militarizzazione del territorio aquilano in seguito al terremoto.

Torneremo quindi a L’Aquila il 18 Novembre alle 10 con un presidio davanti al tribunale in via XX settembre per ripetere in tante che se toccano una toccano tutte !
Invitiamo tutte a un’assemblea il 5 Novembre a CaseMatte (viale Collemaggio, L’Aquila) dalle ore 17 per confrontarci e preparare insieme il presidio.
per info e per firmare la mail incriminata vai qui

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