La crisi rifiuti in Campania, non la si può ridurre ad un semplice problema di cattiva gestione.
I rifiuti in Campania ci segnalano, come le mobilitazioni di Copenhagen un anno fa al vertice Onu sul clima, che è in crisi un sistema basato sul profitto e il consumo sfrenato.
Un sistema incapace di garantire né sul piano lavorativo così come su quello ambientale i diritti di ognuno di noi.
Come se non bastasse il Governo Berlusconi, così come i precedenti governi di centrosinistra, continuano a proporre ricette vecchie e fallimentari, ovvero discariche e inceneritori, ipotesi a cui neanche la Ue dà più credito.
La resistenza dei cittadini di Terzigno, la militarizzazione dei territori, i continui ricorsi alle leggi-speciali con tanto di intervento della Protezione Civile di Bertolaso, evidenziano inoltre un deficit di democrazia, in questo paese. Il messaggio è chiaro, la volontà popolare di quei cittadini e cittadine che vorrebbero un modello alternativo di gestione dei rifiuti, deve essere relegato ad un problema di ordine pubblico. Quindi represso!
Probabilmente questo sarà il metodo che adotteranno anche per la Regione Lazio, altro territorio
dove pende la questione discariche (Malagrotta, Roncigliano, Guidonia) e inceneritori (Colleferro e
Albano). Per questo i cittadini dei Colli Albani, in provincia di Roma, scenderanno nuovamente in
piazza questo 23 Ottobre, solidarizzando con i cittadini di Terzigno.
Anche così vogliono farci pagare la loro crisi. Non è un caso che Confindustria è tra i maggiori sostenitori degli inceneritori. Ad Acerra infatti è stata Impregilo a realizzare l'impianto. A
Grottaglie in Puglia, ne sta realizzando uno la stessa Marcegaglia.
Per questo, come Sinistra Critica, continueremo il nostro impegno all'interno di quei comitati, reti
sociali e coordinamenti, ormai sparsi in tutta Italia, che ci raccontano della storia di tante donne e
uomini che vogliono resistere all'aggressione dei propri territori da parte di un sistema portatore
solo di ingiustizie sociali e disastri ambientali.
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