Dieci anni fa, come oggi, mancava una settimana al G8 di Genova. In quei straordinari e maledetti giorni emerse la voglia da parte di singole presone di mettere in comune le proprie aspirazioni e desideri sepolti da decenni di melassa mediatica e nichilismo indotto . Emerse la condivisione e l’organizzazione di una lotta finalizzata ad ottenere il diritto di decidere autonomamente come vivere, sottraendosi ai diktat con cui le regole della finanza internazionale e del mercato condizionavano le scelte di Nazioni, non più sovrane, e ne affamavano le popolazioni . Quelle regole che favorivano e purtroppo ancora oggi favoriscono i profitti, il fare soldi con i soldi, deprimono lo stato sociale e la dignità della gente comune, e sono condivise dalle caste politiche che hanno il compito di implacabili mastini impegnati nel difendere con la violenza e la sopraffazione il privilegio globale di pochi contro la sacrosanta dignità di molti. Prima di Genova questo grande processo di unione e solidarietà fra classi riuscì per un certo periodo a sopraffare con le rivolte operaie e studentesche degli anni ’70 le prerogative egoistiche di una èlite capitalistica imprenditorial- finanziaria vorace e accattona. La contro rivoluzione, mascherata da lotta al terrorismo, con le forze dell’ordine e i barbari neo fascisti in prima linea non si fece attendere reprimendo nel sangue i tentativi di rivolta . Dopo un trentennio di assopimento delle coscienze ottenuto attraverso gli story telling Reganiani e Tatcheriani, di cui Berlusconi è stato grande continuatore e maestro, qualcuno ha scoperto il gioco. I movimenti si sono riorganizzati, partendo dalle rivendicazione degli anni settanta hanno allargato il campo del conflitto . Da lotta nazionale di liberazione si passò a lotta globale di liberazione uno tsunami che da Porto Alegre a Seattle a Genova investì le coscienze e costruì una dinamica di lotta molto più ampia contro la potenza globale delle multinazionali . Anche questo nuovo risorgimento presto dovette trasformarsi in resistenza subendo l’aggressione violenta e bestiale delle forze dell’ordine e dei fascisti che questa volta occupavano i posti di comando all’interno della prefettura . In quei giorni a Genova si consumò una mattanza feroce , si uccise deliberatamente si picchiò fino alla sfinimento si costruirono prove false . In quei giorni a Genova non esistevano più diritti umani e civili. Dopo dieci anni da quel macello, la speranza e la condivisione di un nuovo progetto di comunità basato sulla difesa dei beni comuni e contro lo sfruttamento del capitalismo riemerge con forza attraverso il risultato dei referendum, delle lotte contro la TAV e contro altre aggressioni locali al territorio e ai beni comuni (vedi aeroporto di Frosinone-Ferentino) anche questo tentativo di riorganizzazione è contrastato con la violenza e la diffamazione, vedi la manifestazione No Tav. Continua dunque la lotta. Per rivivere quei drammatici eventi a 10 anni di distanza proponiamo in post diversi il film (BELLA CIAO) realizzato dal ACOIRIS TV. Sono nove video che invitiamo a vedere perchè il passato possa servire da lezione per il futuro.
Oltre ai video pubblichiamo testimonianze e racconti di chi c’era e di chi commentava .
Segue con altri due post
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