Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 14 dicembre 2011

Lacrime di coccodrillo

Luciano Granieri


Prima di scrivere queste note sulla strage di Firenze ho voluto lasciar passare qualche ora per far sbollire la rabbia. Ma  il susseguirsi dei servizi sull’eccidio, compiuto dal fascista Gianluca Casseri  al mercatino rionale di p.zza Dalmazia a Firenze non ha fatto altro che aumentarla  la rabbia, ed  aggiungere ad essa  indignazione e costernazione. E’ scioccante ed inconcepibile assistere alle gesta di un tizio imbevuto di razzismo e fascismo fino alle midolla  che arma la sua Smith&Wesson 357 magnum e fa fuoco prima su Samb Modu, Diop Mor, e Moustapha Dieng, uccidendo i primi due e ferendo gravemente il terzo, quindi  trasferitosi nel mercatino più centrale di San Lorenzo ferisce  gravemente Sogu Mor e Mbenghe Cheike, tutti gravati dall’unica colpa di essere senegalesi. Poi il delirio autodistruttivo si compie.  Il camerata si caccia  la pistola  in gola  mettendo fina alla sua follia  ed entrando in pompa magna nell’olimpo dei martiri per tutti quei deficienti che ancora adesso,  mentre sto scrivendo, da siti e social network  impreziositi da svastiche e croci celtiche, lo esaltano come un eroe. La rabbia monta perché il camerata non era un folle sprovveduto colpito da raptus omicida razzista. Gianluca Casseri, frequentatore della sede di Casa Pound di Pistoia, era uno che scriveva libri. Emblematici due titoli “ Dracula il guerriero di Wotan”  e “I protocolli del Savio di Alessandria”. Libri  con cui difende  i protocolli di Sion   e il mito della razza ariana. Nonostante ora i fascisti del terzo millennio tentino di derubricarlo a semplice simpatizzante, spesso i sui scritti hanno trovato posto nel sito dell’organizzazione. Non se ne poteva più, ier,i di assistere alle giaculatorie del truculento capobastone Iannone che continuava a pellegrinare  da una trasmissione all’altra, per dipingere la sua masnada di rifiuti  del terzo millennio come un gregge di agnellini impegnati nel sociale  a difendere i poveri e i derelitti, BASTA CHE SIANO DI RAZZA ARIANA OVVIAMENTE,   e per ribadire che con il mentecatto Casseri non avevano nulla a che spartire. Fa ancora più rabbia quando blog come il nostro solo perché denunciano  la subdola strategia   di queste canaglie vengono tacciati di essere antidemocratici, solo perché invocano  il rispetto della  legge Scelba sul divieto delle manifestazioni di stampo fascista sono sbeffeggiati e bollati come vecchie ciabatte comuniste fuori dalla storia moderna. Indigna assistere anche al comportamento di alcune amministrazioni comunali fra cui quella di Frosinone, che prima approvano delibere  in cui si impegnano a vietare manifestazioni di stampo fasciste nelle proprie strade,  poi, non appena il blocco studentesco chiede di scendere in piazza, concedono il permesso facendo carta straccia  della delibera approvata. Il lassismo, la giustificazione ad oltranza hanno permesso a questa feccia di entrare nei quartieri sotto le  mentite spoglie di benefattori sociali e operatori culturali,  per poi rovesciare indisturbati  il loro violento veleno antirazzista contro chi non è conforme alla loro idea di razza, di genere e di religione. Continuiamo a lasciar passare questi  insani disvalori che inoculano odio tra i giovani! Vi ricordate  l’estate scorsa quando  quei   quattro pischelli esaltati, sortiti dalla  topaia che doveva essere la loro sede,  si misero a marciare  catene in pugno lungo le vie del centro storico. Se la fobia razzista riesce ad oscurare il cervello di un cinquantenne,  figuriamoci cosa può su dei  ragazzini i quali non avranno difficoltà ad emulare certe gesta considerate eroiche. Stupisce inoltre che anche dalla parte nostra non si riesca a capire come questi gesti alimentino la guerra fra poveri. E’chiaro che la galassia dell’estrema destra viene usata per indirizzare la rabbia  del proletariato nativo, ormai privo di ogni coscienza di classe e di spirito di solidarietà, contro chi è più povero come l’extra comunitario, rovesciando addosso agli stranieri la colpa della propria precarietà sociale anziché unirsi ai migranti nella lotta contro l’asfissiante potere del finanzcapitalismo. Se non si combatte con decisione questo fenomeno che origina dal  degrado cultuale  saremo destinati ad assistere ad altre aggressioni e barbarie. Ma in fin dei conti a chi può interessare se resta  sul selciato qualche extra comunitario, in fondo poteva rimanersene a casa sua, questa è l’affermazione più diffusa e scontata. Non prendiamoci in giro in fondo in fondo siamo un po’ tutti  razzisti. 


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