I partiti, si sa, non godono certamente di ottima salute. Bersagliati da Grillo, paiono agli occhi dell’opinione pubblica un’accozzaglia di nullafacenti, truffatori e opportunisti bramosi di potere. Non è ovviamente così, in tutto e per tutto, però sta di fatto che dietro le quinte la politica si sta già muovendo per correre ai ripari. E non è un caso che sia partita la corsa alla Lista civica, al movimento, all’associazione, al nuovo soggetto, tutto fa brodo purché non venga pronunciata quella maledetta parola che deriva dal latino partiri (dividere).
E anche nel campo del centrosinistra l’argomento non può che essere di attualità, in fondo Grillo sta drenando consensi un po’ dappertutto. Oggi ha detto la sua Nichi Vendola, che in un’intervista al Tgcom24 ha definito “la lista civica a sostegno del centrosinistra non come una operazione di marketing o una furbata, ma piuttosto una grande operazione culturale e politica nel senso più alto del termine”. “E’ questo quello che propongo a Bersani e a Di Pietro. Non essere direttori del coro, ma parte di un processo di rigenerazione, di un'idea nuova dell'Italia'' ha aggiunto il governatore pugliese, evidenziando: "coloro che dirigono i partiti del centrosinistra devono sentire la gravità del momento perché nel Paese cresce il disincanto e la rabbia cieca. Non si tratta di avere fretta di costruire un'alleanza, bensì un cantiere per una politica partecipata''.
ZEDDA. Uno dei nomi più gettonati per una ipotetica lista civica è certamente quello di Massimo Zedda, vero enfant prodige degli ultimi anni. In una città tradizionalmente di destra come Cagliari, è riuscito, da vero uomo di sinistra, a conquistare la fiducia di una larga fetta dell’elettorato. Lui però, per il momento, glissa sull’ipotesi candidatura e in un’intervista all’Unità dichiara: “non ci penso, milito in un partito politico, non mi interessa la lista civica. Inoltre in questa fase delicata e difficile per gli enti locali voglio dedicarmi alla mia città. Non voglio altre distrazioni”. Poi difende ancora la forma partito, dalla quale proviene fin dai tempi di quand’era ragazzo della Fgci. Il punto, riflette, è vedere se la politica è in grado di fare scelte coraggiose: “anche con una legge come il Porcellum- azzarda- i partiti potrebbero dare segnali di cambiamento, scegliendo le candidature migliori per il Paese, in grado di rappresentare davvero la società, ma fino ad ora hanno dimostrato di non riuscirci”. Ci riuscirà una lista civica?
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