Nella NOTA SCRITTA QUALCHE MESE FA riguardante Francesco Bruni e la madre Regina,
ambedue attivi nella Resistenza romana, avevo lamentato la carenza di notizie e
l’assoluta mancanza di riscontri proprio nel paese di origine : Ceccano. Era
necessario colmare alcuni vuoti e chiarire certe contraddizioni. Ho
incominciato a farlo ed ho intenzione di proseguire in questo difficile lavoro
di scavo e di ricerca. Fortunatamente attraverso il Museo storico della
Resistenza di Roma e grazie alla disponibilità della Dott.ssa Alessia Glielmi è
stato possibile allargare la conoscenza sia di Francesco Bruni che della madre
Regina. Del primo vengono confermate le notizie già riportate ma ne sono venute
fuori altre che arricchiscono il momento storico e il contesto e su cui
ho intenzione di ritornare successivamente perché ritengo ora più importante
definire meglio la figura di Regina Bruni.
Dalla documentazione trovata al Museo di via Tasso, busta 15,
fascicolo 22, è possibile rilevare il ruolo esercitato nella Resistenza Romana.
Prima di tutto la guida di una unità di Giustizia e Libertà comprovata da una
dichiarazione rilasciata dal Capo Ufficio della Commissione Laziale
Riconoscimenti Partigiani, con tanto di timbro della Presidenza del Consiglio.
Nella seduta del 26 giugno 1946, infatti, la Bruni viene riconosciuta
Partigiana Combattente dal 8 settembre 1943 al 4 giugno 1944 con ruolo di
comandante di squadra nella 1 zona nella formazione del Partito d’Azione.
Successivamente, il 31 luglio 1948 il Generale Comandante Territoriale di Roma,
E. Frattini le assegna la Croce al Merito per aver preso parte ad
attività partigiane.
Nel dopo guerra troviamo tracce della sua attività
nell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, impegnandosi nella Festa della
Befana 1947 per raccogliere fondi e offerte per i figli dei caduti e dei
mutilati appartenenti a questa organizzazione.
Il 2 giugno 1954, il Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi,
le conferisce l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica, in quanto
componente del Consiglio Laziale dell’Associazione Nazionale Famiglie Italiane
dei Martiri caduti per la libertà della Patria e con questo
riconoscimento risulta essere la prima donna insignita di tale
onoreficenza.
Successivamente, il Presidente Giovanni Gronchi, il 2 Giugno 1958
le conferisce il titolo di Ufficiale al merito della Repubblica.
Regina Bruni muore il 25 gennaio del 1959 a soli 58 anni. Il
quotidiano socialdemocratico “ La Giustizia “ nel ricordarla con affetto e
devoto riconoscimento, la indica come compagna, partigiana e socialista. Ne
tratteggia gli aspetti semplici, umani e popolari. Ricorda, inoltre, l’impegno
nelle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà, assalendo sedi fasciste per
asportarne armi, ricoverando nella propria abitazione famiglie di ebrei,
ufficiali e cittadini ricercati dalla polizia, partecipando alla difesa di Roma
a Porta San Paolo.
Il giornale conclude il suo circostanziato ricordo scrivendo che
“ nell’archivio epistolare sono state trovate in questi giorni testimonianze
degli aiuti che Ella prodigava agli amici ed ai compagni bisognosi che a Lei
ricorrevano sapendo che alla porta di Regina Bruni non si bussava mai invano “
Aver ospitato in casa famiglie di ebrei è confermato da una
lettera inviata dalla figlia della Bruni, Loretta Bruni, dell’Ordine
Francescano Secolare, nell’aprile 1986, al Rabbino Capo della Comunità
Israelitica di Roma, Toaff di cui riportiamo qualche periodo “ io e mia
sorella abbiamo aiutato la nostra defunta madre Regina Bruni, nel 1943 a
nascondere nella nostra casa, sita in lungotevere Mellini 10, i membri della
famiglia del compianto Zi Marco ( cosi affettuosamente lo chiamavamo): Marco
Astrologo, moglie, nipote con la moglie ed un bambino.
Dalle carte trovate risulta che il Rabbino Capo qualche
settimana dopo rispose ma la documentazione, purtroppo, è priva del
testo.
Credo che le notizie riportate siano sufficienti per capire di
esserci imbattuti in un personaggio che merita di essere conosciuto per suo
valore e generosità e per il quale è necessario sviluppare ancora ulteriori
ricerche.
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