Venerdì sera 28
ottobre 2016, ho preso parte ad un confronto
fra sostenitori del Si e sostenitori del No per
la riforma costituzionale Renzi-Boschi. Fra i supporter del Si, la
Senatrice Maria Spilabotte e il
Deputato Nazareno Pilozzi, entrambi del Pd, per il l No rispondevano Paolo
Ciofi Presidente nazionale di Futura Umanità e il consigliere regionale Pd
Riccardo Agostini. Moderava l’agone la coraggiosa avvocato
Sonia Sirizzotti.
Ho partecipato
volentieri all’incontro perché, in prima luogo era stato organizzato dagli
amici della testata on line UNOeTRE.it, poi perché come membro del comitato di
Frosinone per il No al referendum costituzionale qualsiasi confronto sulla
materia mi interessa , infine per
l’intrigante motivo di assistere al
derby, all’interno del Pd, fra i dem del Si contro i dem del No. Un piccolo appunto agli
organizzatori: Era proprio necessario tirate dentro in questa storia Berlinguer?
Fedeli alle nuove strategie imposte da James Messina, deputati,
senatori, fuochisti, macchinisti, al soldo di Renzi, oggi
devono esclusivamente descrivere gli effetti benefici del Si evitando
ogni riferimento alle catastrofi susseguenti alla vittoria del No.
Personalmente trovavo più stimolante la prima strategia. Infatti l’elenco delle
sciagure provocate dal rifiuto della "deforma", era sempre aggiornato. Si passava
dalla carestia, alla peste bubbonica, dall’invasione delle cavallette, a
terremoti e tsunami. Gli sforzi di fantasia per inventare sempre nuovi disastri erano
encomiabili da parte dei fuochisti, macchinisti, rompitori de nocchie di cui
sopra. Oggi i promotori del Si per magnificare gli effetti della nuova Costituzione "accucchiano" quei tre quattro concetti “messi in croce” , sempre
gli stessi, cui è estremamente facile ribattere, per cui l’effervescenza del
dibattito ne risente.
Ma non a Frosinone.
I Parlamentari del nostro territorio,
si sono fatti valere, per approccio alla materia, tematiche inedite e strategia
. La Senatrice Maria Spilabotte si è particolarmente distinta proprio per la
strategia. Suscitare la reazione
scomposta della platea per poi accusarla
di essere antidemocratica, additare il
tavolo della presidenza come incapace di gestire il confronto, lasciare
l’assise ed invitare il suo collega di Montecitorio a venire via da quella
manica di stolti antidemocratici era l’obbiettivo.
Come raggiungerlo? Snocciolando una serie infinita di scempiaggini, stupidaggini, corbellerie, così a raffica, tali da far
sollevare anche chi aveva raggiunto la pace dei sensi istituzionali. Ecco un rapido campionario di quanto raccontato:
La riforma porta, nell’immediato, un risparmio strutturale di mezzo miliardo,
certificato dalla ragioneria dello Stato. Falso. La ragioneria ha quantificato una cifra certa di 49milioni, per il Senato il resto è
tutto da vedere. Il nuovo dispositivo è
molto apprezzato dal Fmi che ne quantifica i benefici in un aumento dello 0,6% del Pil. Appunto. Una
riforma apprezzata dal Fmi, attore protagonista insieme alla Bce e alla Ue (la
cosiddetta troika) dell’indebitamento e depauperamento inesorabile delle
popolazioni del sud Europa (Italia compresa), è di per sé malsana.
Sorvolo sulle
solite tesi trite, ritrite e pretestuose sulle leggi di iniziativa popolare,
sui referendum sul fatto che la riforma
non tocca la prima parte della Costituzione, e che il Senato comunque viene
eletto tenendo conto delle indicazione dei votanti. Come? Stendiamo un velo pietoso sul sistema
che sarebbe allo studio. Litanie ormai recitate come un mantra dai pasdaran della
riforma Renzi-Boschi.
Tutto secondo copione, ma per far perdere la pazienza all’auditorio ci sarebbe
voluto uno sforzo maggiore e la Spilabotte non si è tirata indietro . All’inizio la senatrice, sostenendo di aver
studiato alla perfezioni le tesi di Berlinguer, ci ha informato che anche lo storico segretario del Partito
Comunista era favorevole al monocameralismo, tralasciando di dire che
Berlinguer pensava ad una Camera sola, eletta
però secondo un sistema
proporzionale. Inopinatamente la Spilabotte
ha magnificato e difeso la scelta di combinare al monocameralismo incasinato, una legge elettorale maggioritaria,
tutto l’opposto di ciò che sosteneva lo
statista che la senatrice ciociara dice di aver tanto approfonditamente studiato. Anzi il proporzionale secondo lei avrebbe bloccato il Paese da vent’anni
a questa parte. Eppure la legge sul divorzio, lo statuto dei lavoratori, il
nuovo stato di famiglia, e tutte quelle norme
necessarie ad attuare e rendere effettiva la tutela sociale
inscritta nella Costituzione sono state ottenute da parlamenti eletti proprio attraverso
una legge proporzionale.
La strategia
procedeva ma non era abbastanza efficace .
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la chiamata in causa della
sorella del consigliere regionale Riccardo Agostini, deputata dem, che aveva votato la riforma in
Parlamento, come tutta la minoranza, ma oggi la contrasta. Rilievo legittimo, ma qui la bagarre si è scatenata e Maria
Spilabotte ha potuto recitare la sua
drammatica uscita di scena.
Peccato che prima di lasciare il tavolo abbia
invitato un contestatore ad andare a……quel Paese. Un posto denominato Vallecorsa. L’astante ha risposto piccato “vacci tu” e la senatrice si è avviata
invitando l’onorevole Pilozzi a fare altrettanto. Una caduta di stile che ha
fatto fallire il piano così bene architettato. A fare una pessima figura è stata la Spilabotte stessa e non la platea.
A proposito di
Pilozzi. Il Deputato ci ha fornito delle notizie eclatanti . Intanto la J.P. Morgan
non è citata nella riforma, quindi non c’entra.
Poi lo “stai sereno style” non si è abattuto solo all' ex presidente del consiglio Letta, ma anche ai componenti delle commissioni parlamentari non conformi alla nouvelle vauge renziana,
ecco spiegata l’epurazione dei membri della commissione affari costituzionali
al Senato contrari alla riforma. E il rispetto del mandato conferito dagli elettori come si è esplicato in questa dinamica? Semplice
non si si è esplicato.
Secondo Pilozzi quando la riforma del titolo V fu approvata regnava un
clima di montante deriva secessionista che oggi non esiste più, quindi quella norma si può cambiare . Se allora non si fosse accontentata la Lega, ancora avremmo il campanile di San Marco
occupato dai ribelli separatisti. Meno male che
l’occupazione del Campanile di Frosinone da parte del sindaco
Ottaviani ad ogni carnevale non è nota,
altrimenti si sarebbe dovuta approvare una nuova riforma per scongiurare i moti
secessionisti ciociari.
Infine Pilozzi ci ha spiegato che le Regioni più virtuose,
cioè quelle che risparmiano, e tolgono i servizi ai cittadini, potranno ottenere maggiori poteri decisionali. Cioè il potere locale si compra svendendo i
diritti dei propri amministrati. Ma il nuovo Senato non doveva dare agli enti
locali più voce in capitolo aggratis?
Mistero. Io per essere sicuro alla riforma voto No.
P.S. Sugli interventi dei fautori del No: il Presidente nazionale di Futura Umanità Paolo
Ciofi e il consigliere regionale Pd Riccardo Agostini, non ci sono particolari
notazioni da fare. La loro difesa della Costituzione è stata puntuale, sensata,
basata sulla sottolineatura dello spirito di tutela sociale, condivisione ed eguaglianza espressi
nella Carta del ’48. Ma chissà se
Pilozzi e soprattutto la Spilabotte che è andata via prima, a….quel paese
denominato Vallecorsa lo hanno capito?
Una fase dell'intervento della Spilabotte.
Nessun commento:
Posta un commento