I commenti erano scontati a
Wilders e al suo PPV non è riuscito il sorpasso: l’Europa è salva. Il risultato
va benissimo per la nuova coalizione conservatrice e di destra che domina ora
l’Europa e che si è sostituita all’asse PPE-PSE . Questa maggioranza si è collaudata con
l’elezione alla presidenza del Parlamento Europeo del forzista PPE Tajani
contro il pieddino PSE Pittella e con la riconferma del polacco PPE Tusk alla
presidenza del Consiglio Europeo. Se la dialettica politica alla tradizionale
contrapposizione sinistra destra, con al massimo in alcuni paesi con il centro
come variabile, si sostituisce quella tra responsabili e populisti o tra basso
e alto, la destra conservatrice e abbastanza moderata si è assicurata una
posizione di rendita. Il popolo di
sinistra è attaccato alla democrazia e si oppone all’autorita-totalitarismo. Lo
ha dimostrato quando alle presidenziali francesi del 2002 Chirac fu a eletto al
secondo turno con 25.537.956 voti e lo
82,21 %, partendo dal 19,88 % del I° turno con Jean M. Le Pen al 16,86 %. Wilders ha perso ma la sua vittoria per diventare primo partito non era realistica. Nel 2010 il suo partito
aveva raggiunto il 15,45% e 24 seggi, 4 in più di quelli odierni. Il vincitore
Rutte ha perso tra il 2012 e le ultime elezioni 8 seggi e il 5,28%,la seconda
maggior perdita di queste elezioni. Se Atene piange Sparta non ride se pensiamo
alla sinistra nel suo complesso, soprattutto a causa delle perdite del PvdA (
Partito del Lavoro) con meno 29 seggi rispetto al 2012 e meno 21 rispetto al
2010 e di in percentuale passa dal 24, 34 % al 5,2%. Il PvdA era il secondo
partito olandese: è diventato il 7° dei 13 partiti presenti in Parlamento. Due
soli partiti al Governo VVD( liberale) e PvdA( socialdemocratico) avevano ala
bellezza del 51,59% dei voti, ora (21,30 vvd+ 5,28 PvdA) 26, 58% poco più della
metà. Anche in Olanda le sanguinose perdite dei partiti del PSE non vanno che
per una frazione alla loro sinistra. Il PS partito socialista di sinistra ha
perso poco , ma ha perso lo -0,45, GL(Sinistra verde-Groenlinks) ha
guadagnato +6,57, ma il saldo negativo è
pesante (19,56-6,57)-12,99%. Alla sinistra il leader dei GL, Jesse Klaver, carismatico e idealista,
aggiunge anche il PvdD(Partito animalista) che ha il 3,1% e 5 seggi, ma in termini percentuali la
perdita della sinistra si riduce di poco al 11,98%. Il proporzionale puro
olandese aveva 11 partiti nella Seconda Camera, ora ne son entrati 13 tra cui
il Partito Denk, formato da olandesi di origine turca, già deputati del PvdA
fino al 2014 fortemente anti-razzisti e il FvD ( Forum della Democrazia)
nazionalista euroscettico. Il sistema proporzionale consente di presentarsi con
la propria identità, ma richiede anche la capacità di fare alleanze per
governare. Una valutazione più complessa del voti utile tipico del maggioritari
dei proporzionali bastardi con premio di maggioranza. Serve credibilità , che
il PvdA aveva perduto per l’adesione acritica alle politiche di austerità.
Jeroen Dijsselbloem è il
laburista olandese presidente dell’Eurogruppo e anche il membro olandese della
Commissione Europea, anzi il primo vicepresidente, Frans Timmermans, è un laburista del PvdA.
Nella situazione attuale la sinistra europea profondamente divisa non è
credibile come alternativa di governo. Lo abbiamo visto in Spagna nel 2016 dove
la competizione tra PSOE e Podemos è stata vinta da Rajoy. In quest’anno 2017 vedremo cosa succederà in
Francia. Senza i guai giudiziari di Fillon il ballottaggio tra il gollista e la
Le Pen era dato per certo. La candidatura del socialista di sinistra Hamon, non
ha cambiato la strategia di presentarsi con due candidati, auto elidentesi, con
Benoît Hamon e Jean-Luc Mélenchon. In Germania Federale la
vittoria teorica della sinistra dipende dal non
superamento della soglia del 5% del Partito Liberale FDP. Parlo di
vittoria teorica perché già nel 2005 la sinistra di allora SPD, PDS e Verdi con
il 49% e337 seggi avevano una maggioranza nel
Bundestag, che produsse, invece, la prima Große Koalition SPD-Union. La
Spd pagò la scelta nel 2009 ridotta al 23% e passando all’oppo9sizione. Nel
2013 grazie alla comparsa della AfD ( Alleanza per la Germania) all’estrema
destra fece uscire la FDP dal Bundestag e sulla carta una nuova maggioranza
rosso-rosso-verde era possibile con 320 seggi, ma la Große Koalition fu
confermata. La crisi in Europa del condominio PPE PSE ha creato una concorrenza
pre-elettorale, che favorisce la SPD senza indebolire la Linke e i Verdi. Nel frattempo i verdi non
sono acquisiti a priori ad un’alternativa di sinistra e nella SPD non è stata
superata la preclusione federale ad una alleanza rosso-rosso-verde, che invece
ha via libera nei Land. Una scelta
coerente con una maggioranza numerica di sinistra nel paese leader d’Europa
sarebbe un elemento di movimento, che non resterebbe confinato a quel paese. In
Italia non si ancora espressa una risposta politica adeguata ai risultati del
referendum costituzionale ed alla sentenza del 24 gennaio 2017 di annullamento
parziale, ma in parte essenziale, dell’Italikum, getta ombre sia sulla nuova
legge elettorale, non c’è una soluzione condivisa a sinistra, che su una
strategia politica che se la proposta Pisapia trovasse forza ha come corollario
una riedizione, in qualche forma di premio di maggioranza ad una coalizione,
cioè ricreare la gabbia nella quale la sinistra si è subordinata al PD. Anche
qui l’alternativa che sarà posta agli elettori sarà quella dei responsabili europeisti
contro i populisti euroscettici, mettendo nello stesso polpettone M5S e Lega
nord.
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