Otto anni di crisi e di stagnazione, di attacco ai lavoratori sfruttati, di misera dilagante, hanno riportato all’ordine del giorno della riflessione e del dibattito politico la questione del socialismo, della sua attualità.
Noi comunisti incoraggiamo e aiutiamo le tendenze socialiste oneste e sincere che si sviluppano fra organizzazioni e singole personalità.
I fatti però ci dicono che oltre a queste tendenze più o meno spontanee vi sono settori borghesi, filoimperialisti e riformisti, che parlano di socialismo per far passare ideologie e punti di vista che nulla hanno a che vedere con la prima fase della società comunista.
Vediamo tre tendenze all’opera: una tendenza “utopista ragionevole”, idealista, che all’atto pratico non va oltre la critica del neoliberismo e la riforma del capitalismo; una kautskyana che predica il passaggio graduale al socialismo; e una “cinese” che sostiene il cosiddetto socialismo di mercato.
Tutte e tre sono di chiara derivazione socialdemocratica e revisionista. Negano la funzione autonoma e il movimento politico del proletariato, protagonista principale della rivoluzione socialista; la necessità della rivoluzione per strappare il potere politico alla borghesia; la socializzazione dei mezzi di produzione, con la quale si elimina lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo; la dittatura del proletariato, senza la quale non si può sconfiggere la resistenza accanita delle classi sfruttatrici e costruire la nuova società; la necessità del partito comunista (marxista-leninista), chiamato a elevare la coscienza, a organizzare, unificare, mobilitare e dirigere nella lotta la classe più rivoluzionaria e i suoi alleati alla conquista del socialismo.
Senza queste caratteristiche non si può parlare di socialismo scientifico, proletario. Chi le disconosce, denigra o nasconde dimostra di essere un esponente dell’ideologia piccolo borghese, che avversa il ruolo storico della classe operaia e del suo partito di avanguardia.
Contro tutte le concezioni confuse, calunniose o “ben intenzionate”, che servono a rendere inservibili la rivoluzione e il socialismo per i compiti storici del proletariato, va condotta una lotta permanente e intransigente. Il socialismo proletario è uno solo!
Nell’anno del centenario dell’Ottobre, segnaliamo l’importanza di partecipare attivamente in questo dibattito, puntualizzando ciò che è la rivoluzione socialista, per aiutare la separazione netta e definitiva con l’opportunismo e il riformismo di ogni tipo e compiere decisi passi avanti verso il Partito Comunista.
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