Appello
per la manifestazione del 20 maggio. «Mentre si parla di accoglienza, si stringono accordi con
regimi liberticidi »
Il 20 maggio a Milano è stata convocata una mobilitazione,
#20maggiosenzamuri, che si propone di rivendicare «il valore e il rispetto
delle differenze culturali e etniche come occasione di crescita per tutti» e il
rifiuto della «logica dei muri che fomenta la paura, che deve essere sconfitta
dalle scelte che pongono al centro la forza dell’integrazione e
dell’accoglienza anche attraverso l’effettivo superamento della legge
Bossi-Fini, l’approvazione della legge sulla cittadinanza e il rafforzamento
del sistema di accoglienza dei migranti».
Buoni propositi promossi, però, da Pierfrancesco Majorino,
assessore alle Politiche sociali del comune di Milano e fedele di Andrea
Orlando, ministro della Giustizia e firmatario insieme al ministro dell’Interno
Marco Minniti dei decreti – convertiti in legge – sulla sicurezza urbana e
sull’immigrazione.
La contraddizione con le scelte politiche in materia di
accoglienza ai migranti è parsa immediatamente evidente: l’appello alla
mobilitazione omette la discriminazione insita nella legge, come l’introduzione
di un diritto differenziale su base etnica con l’abolizione di un grado di
giudizio per i profughi che si vedono respingere la richiesta di asilo;
l’aumento dei Centri di permanenza per il rimpatrio (ex Cie); la parificazione
a pubblico ufficiale dell’operatore sociale per alcune fattispecie procedurali.
Di pari passo il governo italiano sta stringendo accordi bilaterali con i
regimi liberticidi in Libia, Nigeria e Sudan per il controllo dei flussi
migratori e per i rimpatri forzati.
La settimana scorsa associazioni, spazi sociali, comitati,
collettivi, partiti politici milanesi, riuniti sotto lo slogan «Nessuna persona
è illegale», hanno deciso di partecipare alla mobilitazione pur non
sottoscrivendo l’appello per le contraddizioni prima citate. Il lavoro di
costruzione di questa piattaforma antirazzista unitaria ci ha dato lo slancio
per decidere di sottoscrivere il loro appello e partecipare alla mobilitazione.
Vogliamo occupare quello spazio per evitare che quel palcoscenico
sia regalato a chi si riempie la bocca di accoglienza e poi, nei fatti,
promuove leggi razziste e rastrellamenti etnici. Per questo motivo ci
rivolgiamo agli organizzatori, ai grandi firmatari (tra cui Emma Bonino, Elio,
Elio Germano, Gad Lerner, Daniele Luchetti, Luigi Manconi, Giusi Nicolini, Moni
Ovadia, Igiaba Scego, Sergio Staino, Cecilia Strada, Nicola Zingaretti)
affinché prendano una posizione chiara e netta e dicano che oggi battersi per
l’accoglienza dei migranti vuol dire opporsi alle leggi Minniti-Orlando in
materia di immigrazione e sicurezza urbana. Tutto questo è ancora più
necessario dopo quello che è accaduto negli ultimi giorni: dal vergognoso
rastrellamento in stazione centrale a Milano, alla caccia agli ambulanti,
sempre in nome del decoro, a Roma, che ha portato alla morte di Magatte Niang.
Il 20 maggio a Milano noi ci saremo, consapevoli che questo è il
tempo delle scelte e noi abbiamo deciso da che parte stare, senza mezze misure,
ambiguità e contraddizioni.
Il primo passo per realizzare tutto questo è battersi con tutte le forze contro
le leggi Minniti-Orlando.
Baobab Experience
Rete
degli Operatori e delle Operatrici contro i Decreti Minniti Orlando
Progetto
Melting Pot
Campagna
LasciateCIEntrare
Rete
della Conoscenza
Link
Coordinamento Universitario
UDS
– Unione degli Studenti
Progetto
Diritti onlus
European
Alternatives
DiEM25
Italia
Cittadinanza
e Minoranza
Focus-Casa
deii diritti sociali
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