Il Ministro del Lavoro in carica, Elsa Fornero, che non perde occasione per ricordarci il carattere tecnico del suo incarico, ha detto ieri che lei ed i suoi colleghi non sono stati chiamati per distribuire caramelle, ma per fare cose che i politici non si sentivano, o non erano in condizioni, di fare. A parte la faccia tosta con cui ci sbatte in faccia la cruda verità dopo aver sostenuto per mesi che quello che stavano facendo era invece una grande innovazione ingrado di migliorare le condizioni dei lavoratori stessi, innovazione resa possibile grazie solo alla straordinaria competenza dei tecnici impegnati ad affrontare il problema occupazione, fanno riflettere alcune questioni.
Prima di tutto, nessuno ha chiesto caramelle ad alcun governo, tantomeno a questo. Questa tiritera secondo la quale i lavoratori sarebbero dei parassiti deve essere stroncata una volta per tutte. La Fornero si lagna e piagnucola da par sua se una manifestante si mette una maglietta irriverente, ma continua a trattare i lavoratori come pezze da piedi, non solo augurandosi, ma facendo addirittura il possibile per ridurli allo stato di semi-schiavitù, e per di più con l'aura della missionaria, della salvatrice di chissà quale patria. Per la verità sappiamo benissimo di quale patria sono salvatori questi Menenio Agrippa in sedicesimo: non ci sono gli Equi da sottomettere a Roma, ma le orde barbariche dei cittadini e dei lavoratori da asservire al sistema di rapina del capitalismo, ribattezzato "mercati" per confondere le idee.
Secondo: Chiunque oggi volesse mettere mano al sistema del lavoro non potrebbe prescindere dalla valutazione dei caratteri e delle diemnsioni del lavoro nero o irregolare. E' di oggi la notizia che le ispezioni degli organi preposti (Ispettorati del Lavoro, Inps, Inail e perfino Guardia di Finanza) evidenziano che il 61% delle ben 244170 aziende visitate nel 2011, pari a 149708 imprese, è risultato irregolare. Che facciamo Fornè? ce ne occupiamo o poi viale dell'Astronomia ci fa uno dei suoi cazziatoni e magari ci licenzia senza preavviso e senza indennizzo? Vogliamo vedere una buona volta che i parassiti stanno nei CdA e negli uffici direzionali e non in officina? Pensate di essere credibili quando vi accanite contro i diritti e la civiltà del lavoro a vantaggio di quattro sanguisughe ben vestite? E invece, sul lavoro nero nemmeno una virgola, anzi: le stragi legislative che loro chiamano riforme vanno nella direzione di rendere legale proprio quei trattamenti che oggi sono perseguibili perché lesivi della dignità e degli interessi dei lavoratori. Bella roba! Complimenti tecnici!
Terzo: Fornero e soci, ed anche il loro committente, sembrano sorpresi di aver incontrato l'opposizione immediata e spontanea della società al loro diktat (altro che veti, qui si ragiona in termini di editti!) e mostrano segni di nervosismo alla notizia che sempre maggiori pezzi di organizzazioni conniventi (Cisl e Uil ma anche partiti) non solo aderiscono alla sacrosanta battaglia della CGIL, ma minacciano le loro stesse formazioni di contestazioni interne, abbandoni e via preavvisando. Ma da dove vengono costoro? Davvero pensano che la retorica buonista e familistica, il cerchiobottismo strabico che confonde fino ad eliminare le differenze fra destre e sinistre, ossia fra concezioni della società opposte, abbiano fatto terra bruciata della consapevolezza dei lavoratori? Certo molto si è appannato, molta immondizia ha sommerso la storia gloriosa del nostro movimento operaio, e per tre decenni abbiamo accettato e subìto fin troppo. Ma a forza di osare, prima o poi si arriva al limite, e succede la Grecia.
Non vorremmo dare una delusione al Ministro, ma stavolta abbiamo la sensazione che non passeranno, almeno non tanto facilmente, e sicuramente non passeranno in modo definitivo.
Saluti e inviti alla lotta.
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