Buon primo maggio tutti, a chi il lavoro ce l’ha, precario o meno, a chi è disoccupato. Oggi la festa dei lavoratori diventa festa di sfruttati. Il governo dei banchieri, considera i lavoratori come un capitolo di spesa da comprimere al massimo . Da un lato chi lavora è uno strumento indispensabili per produrre sempre più velocemente beni che non verranno venduti se non in minima parte, dall’altro i lavoratori devono tenere la testa impegnata a produrre , più sono veloci i ritmi di produzione e più non si pensa, si rimane schiacciati dal peso della fatica , non si riesce ad estraniarsi e a riflettere su quanto sia necessario lottare contro chi ti sfrutta. Ma anche i disoccupati sono sfruttati, e non riescono a pensare. Non riescono a sconfiggere il senso di vergogna che li prende, soprattutto se sono persone non più giovani usciti dal giro del lavoro che ormai non li accetta più , rischiano la depressione e in alcuni casi si arriva al suicidio. Oggi questa è una triste realtà, alla vittime sul lavoro si aggiungono le vittime da non lavoro. Purtroppo gli sfruttatori, padroni della finanza e delle multinazionali, cercano oggi di abbattere le ultime barriere rimaste per imporre il dumping sociale, per instillare uno spirito competitivo fra lavoratore e lavoratore che ne scalfisce lo spirito di solidarietà questo è il senso dell ’abolizione della contrattazione collettiva . Ma proprio da questo primo maggio è necessario organizzare la risposta, che deve obbligatoriamente passare per le piazze, ma si può dispiegare anche nella vita di tutti i giorni. Cominciamo col rifiutare i ritmi di vita frenetici che ci vengono imposti. Prendiamocela con calma, viviamo più piano, non ammazziamoci di lavoro se ancora un lavoro ce l’abbiamo , non diamo loro la soddisfazione di vedere disoccupati depressi e lavoratori sfruttati. LAVORIAMO, MENO, LAVORIAMO TUTTI. Rimaniamo cittadini, non diventiamo clienti. Usciamo dai centri commerciali, tanto i soldi per comprare sono sempre di meno, torniamo a parlarci nelle piazze, torniamo a condividere le nostre inquietudini, mettiamoci di traverso al loro sistema in putrefazione. Solo così forse un giorno potremo tornare liberi . Liberi di lavorare per il bene comune e per la nostra dignità. LAVORIAMO CON LENTEZZA.
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