Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 22 giugno 2012

Licenziamento per giusta causa

Luciano Granieri


Applichiamo l’articolo 18. Immaginiamo che il proletariato post moderno, comprendente quindi, non solo gli operai, ma chiunque viva del proprio lavoro, possa applicare le norme dell’articolo 18 ai padroni, PUBBLICI e PRIVATI. Immaginiamo  l’applicazione della  norma  dello statuto dei lavoratori che prevede il licenziamento per giusta causa, una parte quindi condivisa da tutti .  Tale  procedura si applica ai danni di chi, o ha rubato, o dimostra manifesta incapacità, o, nell’espletamento del proprio lavoro, commette un reato. Cominciamo da un padrone pubblico, il ministro del lavoro e delle pari opportunità Elsa Fornero. La ministra piagnona, nel dare corso alla riforma previdenziale , ha gettato  sul lastrico migliaia di  famiglie. Ci riferiamo agli esodati, ovvero a  coloro che avevano concordato con le aziende il pensionamento anticipato  prima dell’entrata in vigore della nuova legge e che oggi a causa della   disgraziata riforma che  prevede un prolungamento degli anni lavorativi prima di ricevere l’assegno pensionistico dovrebbero  rimanere ancora al lavoro. Disgraziatamente le aziende che li hanno  pre pensionati non possono,  o non vogliono riassumerli. Per cui questa parte di popolazione rimarrà senza reddito.   Gia una decisione del genere dovrebbe determinare il licenziamento in tronco del suddetto ministro, per danni personali morali e materiali ai componenti dell’azienda- stato  che amministra. Se poi sempre il suddetto ministro non riesce neanche a quantificare il numero delle famiglie che sbatte in mezzo alla strada, l’incapacità diventa ancora più manifesta, per cui si rafforza la “GIUSTA CAUSA” del licenziamento. Riepiloghiamo il triste balletto dei numeri. All’inizio la ministra Fornero, resasi conto della gaffe, realizzando che doveva in qualche modo garantire le vittime della sua scellerata decisione, fatti due conti, decise che il numero degli esodati era di 65.000 perché le risorse del suo ministero erano sufficienti alla salvaguardia di tale numero di persone. Ma l’Inps, l’ordine dei consulenti del lavoro, e i sindacati, calcolavano che il numero era ben più alto, molto vicino alle 400.000 unità. Dopo aspre polemiche la ministra si presenta in Parlamento ammettendo che ai 65.000 si aggiungono altri 55.000 che potranno essere salvaguardati, a patto che il parlamento (il Pd in particolare) voti la riforma sul mercato del lavoro. Dunque per sua stessa ammissione, pur tralasciando la valutazione del numero reale  molto superiore determinato dall’Inps e da altre istituzioni, la ministra ammette di aver sottostimato almeno di 55.000 unità l’entità delle sue vittime. Cosa altro serve per licenziare in tronco, non per GIUSTA, ma per SACROSANTA CAUSA un amministratore pubblico che produce una tale MACELLERIA SOCIALE?  Eppure i partiti intenti a salvaguardare i loro privilegi ingoiano tutto  pur con qualche strepitio. In particolare il Pd decide  di votare una legge sul mercato del lavoro, che distrugge i diritti dei lavoratori,  a patto che la ministra Fornero s’impegni a tutelare anche quei 55.000 poveri cristi ricicciati non si sa da dove. E GLI ALTRI 340.000?  Dunque non basta tutto ciò per chiedere le dimissioni di Elsa Fornero?  E passiamo ad un altro padrone che meriterebbe il licenziamento. Ci riferiamo all’amministratore delegato di Fiat Auto Sergio Marchionne. Qui ci troviamo davanti a dei reati veri e propri oltre che ha una insipienza manageriale totale se la si analizza dal punto di vista del profitto aziendale e non del profitto finanziario . Il signore dal maglioncino blu promette di investire 20 milioni di euro nello stabilimento di Pomigliano e di riassumere i cinquemila operai licenziati  a patto che le maestranza accettino di lavorare come schiavi e che la Fiom venga estromessa dalla rappresentanza sindacale . Ottenuto lo scopo dei 20 milioni promessi ne sono stati investiti solo quattro. Lo stesso ricatto si è ripetuto a Mirafiori, dove  in cambio del totale asservimento degli operai alle ragioni di una ipertrofica produzione, nello stabilimento torinese si sarebbe prodotta la nuova 500 L ovvero il piccolo monovolume che andrà a sostituire l’Idea. Anche in questo caso  ottenuto lo scopo, la produzione della nuova vettura si sta insediando in Serbia dove gli operai guadagnano un terzo rispetto ai  nostri e parte del loro stipendio viene erogato dallo Stato serbo. Dunque ci troviamo di fronte ad un mentitore e ad un  ricattatore autentico. Inoltre il manager illuminato, una volta incensato anche dalla sinistra, ha preteso di fare carta straccia del contratto collettivo nazionale  del lavoro, ha preteso che la rappresentanza sindacale nelle fabbriche Fiat fosse a carico delle sole organizzazioni che avevano firmato il suo accordo capestro, violando cosi la legge. Infatti è notizia recente  che la multinazionale italo-americana, è stata condannata per comportamento anti sindacale. Il tribunale di Roma ha disposto la riassunzione presso lo stabilimento di Pomigliano di 145 operai iscritti alla Fiom. Ricordiamo che fra i 2093 lavoratori riassunti nello stabilimento campano dopo i licenziamenti di massa, non figuravano operai iscritti a questo sindacato. Inoltre sempre l’illuminato manager, ha disposto il taglio di 500 milioni sugli investimenti da operare in Europa a causa del calo delle vendite. Certo se si continua a produrre la Duna a carbone, sarà difficile non scivolare sempre più in basso nelle performance commerciali. Dunque uno come Marchionne che ricatta, mente, fa strame di leggi e norme, non lo vuoi licenziare per giusta causa? Applichiamolo l’articolo 18 LICENZIAMO IN TRONCO , la Fornero e Marchionne PER GIUSTA  CAUSA. Sarebbe opportuno non concedergli neanche la liquidazione ed anzi farsi pagare i danni.
LICENZIAMOLI.

Nessun commento:

Posta un commento