Nella mia tessera elettorale è rimasto
un'unica casellina libera. Un bel guaio perché, a meno che non si organizzi
l’election day accorpando il voto alla regione Lazio con le elezioni politiche,
non ci sarà spazio per due timbri,
dunque sarò costretto a richiedere una tessera nuova. In realtà è un bel rompicapo capire come
votare alle prossime consultazioni nazionali. Soprattutto in questi ultimi
giorni la fibrillazione all’interno dei comitati elettorali rende evidente l’assoluta lontananza delle
logiche elettorali dai bisogni dei cittadini elettori. L’intreccio di interessi
personali e di classe, sta producendo una melma insidiosa e spessa che si frappone fra il dritto dei
cittadini di poter scegliere chi e come governerà, e la morbosa volontà dei
cosiddetti rappresentanti di rimanere incollati alla poltrona. E’ un gioco
talmente divertente per loro che anche
chi lo prova, per motivi contingenti,
poi non ne vuole uscire più. E’ il caso dell’attuale Premier in scadenza
Mario Monti, che invitato dalla casta
della troika e del capitale finanziario europeo a convogliare la politica
economica italiana secondo gli interessi delle banche e del mercato , sembra ormai convinto nel
presentarsi alle elezioni suscitando le ire del presidente della Repubblica, e
le indifferenze quanto non le paure del centro sinistra. Attorno a Monti si
radunano inoltre, i peones transfughi dal Pdl, come il sindaco di Roma Gianni
Alemanno e diversi reietti delle fila
berlusconiane come Frattini., Crosetto. Perflno l’ex nemico Brunetta . Al
robusto apparato di centristi, demo cristi, ex fascisti, terzo polisti, si
affiancano nel sollecitare l’intervento di Mario Monti nella contesa
elettorale, anche pezzi teodem del centro sinistra. Lo scopo di questa marmaglia è evidente. Non è importante verificare l’efficacia
dell’agenda Monti e continuare ad imporla,
finendo di ridurre al lastrico
milioni di famiglie, ma è essenziale
sfruttare il successo di consensi del premier, ultimamente in calo, per confermare ben salde sotto i propri sederi
le poltrone, indipendentemente dalla loro disposizione nell’emiciclo. Mi permetto di far notare che la candidatura di
Monti è uno obbrobrio costituzionale. Infatti il professore non può essere eletto in parlamento perché
lo è già come senatore a vita, dunque, chi voterà Monti si esprimerà direttamente per
un candidato premier, procedura non proprio in linea con la costituzione la
quale definisce la nostra Nazione come una Repubblica Parlamentare e non uno
stato presidenzialista . In ogni caso Mario Monti è già in campagna elettorale
e la sua presenza al fianco di Marchionne presso la Fiat di Melfi, con gli operai
buoni a far da corona rende l’idea su quale sarà il programma del professore. Ma un altra disgrazia contribuisce ad
alimentare la confusione più totale. E’ l’assoluta necessità per Berlusconi di
riproporsi, perché sono in fase di discussione la legge sull’incandidabilità dei condannati, che oggi
in Senato sembra aver avuto un’accelerazione improvvisa , ma soprattutto
bisogna rallentare il processo Ruby che
lo vede imputato per concussione e prostituzione minorile. Come al solito il sultano è sceso in campo imponendo le sue regole, innescando le sue
trappole, come il tentativo di rimandare di quindici giorni la data delle
elezioni, e quindi dell’inizio del regime della par condicio, per avere più tempo e occupare in modo invasivo e
molesto tutte le televisioni nel
tentativo di recuperare consensi. I suoi
giannizzeri in commissione bilancio al senato si stavano adoperando con solerzia nel rallentare i
lavori sul testo della legge di bilancio per ritardarne l’approvazione, dopo la
quale si procederà allo scioglimento delle Camere. Ma nel testo della legge di stabilità i
3miliradi e nove necessari al
salvataggio al Monte dei Paschi di Siena, e i due miliardi e cento da elargire
al Tav, cosi come i tredici milioni di euro per l’acquisto della prima tranche di aerei da guerra F35 non
potevano aspettare, come inderogabile era l’ulteriore salasso ai danni della
comunità costituito dall’aumento del 30%
della tassa sui rifiuti, quindi niente rallentamento, via a colpi di fiducia,
nell’approvare l’ennesimo dispositivo
disastroso per i cittadini e remunerativo per banchieri, speculatori finanziari
e lobbisti del mattone. Dall’altro lato
il Pd per mostrare la sua attitudine democratica indice primarie per far scegliere ai propri iscritti i candidati in parlamento, superando così il
limite dell’attuale legge elettorale per
cui le liste vengono composte dalle segreterie di partito. Ma questo afflato di
democrazia e partecipazione è parziale quanto non ipocrita. Infatti il Pd ha
stilato una lista di esenti da primarie che verrà candidata d’ufficio, guarda
caso è tutta gente vicino al segretario. Questo listino di personaggi andrà ad affiancare i nomi agli
eletti alle primarie, ovviamente sopravanzandoli come capolista. Una deroga
inoltre è comparsa alla norma statuale che prevedeva l’incandidabilità di chi
aveva già effettuato tre mandati in Parlamento, tutta gente che potrà ricandidarsi,
ma passando attraverso la procedura delle primarie. Anna Finocchiaro, Fioroni e
Marini ringraziano. Anche in questo caso
quindi ci si impegna di più ad
escogitare escamotage per buttare negli occhi della gente una diversità
dagli altri che tale non è, anziché pensare a come risolvere la crisi del Paese. Poi c’è Grillo il cui movimento 5 stelle sta subendo un calo di consensi per
colpa dell’eclettismo totalitario del capo . L’invettiva contro la corruzione è buona per
ricevere consensi. Ma poi qualora si dovessero vincere le elezioni bisogna
governare e a questo i grillini ancora non sono abituati. E veniamo alla pseudo
sinistra. In questi giorni sta maturando la saldatura fra il movimento
arancione dei sindaci che ha nel sindaco
di Napoli De Magistris il principale protagonista, con il movimento “cambiare
si può”, una caleidoscopica aggregazione che vede ampi pezzi della sinistra extraparlamentare,
Prc e Pdci, con Di Pietro a rimorchio, buttarsi
a capofitto in una nuova avventura che comprende anche gli esponenti della campagna
referendaria per l’acqua pubblica e contro l’energia nucleare. Alcuni
intellettuali, artisti e personalità della società civile auspicano che l’aggregazione
veda al più presto la luce. A guidarla
dovrebbe essere il giudice di Palermo Ingroia, il magistrato che sta indagando
sui rapporti stato mafia . Personalmente
preferirei che il giudice siciliano continui a portare avanti il suo lavoro meritorio
anziché addentrarsi in meandri non propriamente suoi ma, soprattutto,
nonostante questo movimento provi a parlare concretamente di cose da
fare per i cittadini, il suo programma
in dieci punti è molto generico. Legalità lotta alla mafia, scuola e sanità pubblica sono tutti argomenti
sacrosanti ma sono il minimo sindacale per una formazione orientata ad una politica sociale migliore,
sono cose che va ripetendo da tempo Landini della FIOM. Ciò che non dice
Landini ma è nel programma della lista arancione tendente al rosso, è il punto nella quale si invoca per i padroni
uno sguardo benefico da parte delle istituzioni finanziarie, francamente un’altro
regalo alla classe imprenditoriale accattona, è del tutto inaspettato da una
siffatta congrega. Non è da sottovalutare infine che anche nei componenti di
questo movimento le contraddizioni non mancano. Avrà la meglio la tesi di
Diliberto che auspica l’accordo con il Pd, o quella di Torelli il quale è
irremovibile sull’autosufficienza del progetto politico? A mio avviso chi
volesse candidarsi alla guida del paese per risolvere la crisi e sociale ed
economica imperante dovrebbe presentare
progetti del tutto diversi. Per riuscire a pagare gli oltre duemila miliardi di
euro di interessi sul debiti pubblico, non sono sufficienti tagli alla spesa sociale , né alla scuola
pubblica, né alla sanità. Neanche un vasto programma di distruzione dello stato
sociale e di svendita del patrimonio pubblico riuscirebbe nell’impresa. Il solo modo per venirne fuori consiste semplicemente
nel non pagare gli interessi di un debito illegale contratto spesso con l’inganno della
speculazione. Urge una moratoria sul pagamento. Un’analisi di quali
interessi siano dovuti per i titoli in possesso dei piccoli risparmiatori e
quali contratti a causa delle scorribande finanziarie di criminali speculatori.
Dopo di chè ai piccoli risparmiatori verrà richiesta la pazienza di aspettare i
tempi del risanamento sociale, prima di veder pagato il loro credito e agli
altri non verrò reso neanche un
centesimo. E’ utile nazionalizzare le banche in modo che il giro di denaro sia
necessario esclusivamente a finanziare il lavoro, e non ad alimentare scorribande borsistiche,
come è utile che lo Stato, in base all’articolo 41 della costituzione, espropri
senza indennizzo quelle imprese che licenziano dipendenti per delocalizzare all’estero,
e le ponga sotto il controllo degli operai che vi lavorano. Nessuna formazione di quelle citate nel testo
ha mai posto queste piccole regole nel proprio programma. Dunque essendo la moratoria del
debito, la nazionalizzazione delle banche e delle imprese, punti fondamentali per chi vuole risolvere
realmente la crisi sociale ed economica che sta investendo il paese ritengo che
la casellina sulla mia scheda elettorale, molto probabilmente rimarrà
immacolata.
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