Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 29 settembre 2014

Gli ospedali servono. Basta farli funzionare

FRANCESCO Notarcola – Presidente consulta delle associazioni – Frosinone ; 
presidente dell’ass. Osservatorio Peppino Impastato.

Dott. Giovanni  Magnanti – Segretario prov.le SNAMI


Riteniamo opportuno fare alcune riflessioni su ciò che apparirebbe evincersi su alcuni aspetti  riguardanti la sanità provinciale.
Com’è noto le patologie cardiovascolari sono la principale causa di morte. Nell’ospedale del Capoluogo esiste una sola UOC (Reparto)  di cardiologia interventistica  al servizio dell’intera  provincia.
Un solo reparto in grado di salvare gli infartuati con interventi  tempestivi ed efficaci.  Questo importante servizio dovrebbe, perciò, essere considerato  una priorità assoluta ed essere dotato di  apparecchiature e strumenti   di ultima generazione con una organizzazione scientifica efficiente e di eccellenza.
Non è così. Le apparecchiature ecocardiografiche sono due e sono del 2000 e del 2002. Esse  presentano un marcato deterioramento e mancano di tutte le moderne tecnologie.
Il reparto avrebbe, altresì,  bisogno di un sistema di gestione elettrocardiografica moderno per poter ottimizzare le risorse umane, minimizzare i tempi di attesa , ottimizzare il risultato clinico e ridurre i costi .
Inoltre, è urgente dotare la seconda sala interventistica di un angiografo moderno di ultima generazione perché quello portatile è datato  e di ridotta capacità risolutiva.
Il servizio di cardiologia dovrebbe anche essere dotato di un migliore sistema di sicurezza per permettere il completamento degli interventi anche in presenza di guasti.
Questi interventi permetterebbero di avere: Due sale di cardiologia interventistica attive e moderne, una continuità di assistenza 24 ore su 24 per una popolazione di circa 500 mila persone che abitato un territorio che va da Filettino a Viticuso.
Mentre esistono questi limiti  consolidati  al “Fabrizio Spaziani”  di Frosinone,  presso l’ospedale di Sora ci risulterebbe  giacere inattivo,  da tempo, un apparecchio per la interventistica vascolare costato circa 4 milioni e mezzo di euro. Sempre a Sora risulterebbero presenti ma inoperosi da anni:  Una macchina cinese chiamata Hi Fu costata un milione e mezzo di euro ,  e una apparecchiatura per la risonanza magnetica.
Quest’ultima era quella in dotazione all’ospedale di Frosinone, dove eseguiva circa 300 esami  al mese, e sarebbe stata trasferita a Sora spendendo centinaia di migliaia di  euro.  Da quel momento però sono passati anni, e la risonanza a Sora è rimasta inattiva e sono andate in fumo diverse centinaia di migliaia di  euro.  Pare che l'inattività sia per mancanza di personale, ma pure che la macchina sia obsoleta e sinanche non più riparabile in caso di guasto. Quale è allora la giustificazione di tali costosi e inutili spostamenti e, presumibilmente, dei prossimi altrettanto costosi smaltimenti di  un apparecchio che era già obsolescente prima del trasferimento a Sora? E a fronte di ciò la recente storia del risparmio sugli affitti non suona piuttosto  come una  goffa operazione di maquillage?
Non appare inopportuno chiudere ricordando a chi si straccia le vesti contro l'ospedalocentrismo (vetusto termine che era in voga negli anni  '80-'90) che sarebbe meglio riflettere su quanti servizi dei buoni ospedali sono in grado di offrire al territorio, e sicuramente in maniera più seria di certi simulacri che oggi ci si vorrebbe propinare come misura sostitutiva degli ospedali veri.

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