FRANCESCO Notarcola – Presidente consulta delle associazioni
– Frosinone ;
presidente dell’ass. Osservatorio Peppino Impastato.
Dott. Giovanni
Magnanti – Segretario prov.le SNAMI
Riteniamo opportuno fare alcune riflessioni su ciò che
apparirebbe evincersi su alcuni aspetti
riguardanti la sanità provinciale.
Com’è noto le patologie cardiovascolari sono la principale
causa di morte. Nell’ospedale del Capoluogo esiste una sola UOC (Reparto) di cardiologia interventistica al servizio dell’intera provincia.
Un solo reparto in grado di salvare gli infartuati con
interventi tempestivi ed efficaci. Questo importante servizio dovrebbe, perciò,
essere considerato una priorità assoluta
ed essere dotato di apparecchiature e
strumenti di ultima generazione con una
organizzazione scientifica efficiente e di eccellenza.
Non è così. Le apparecchiature ecocardiografiche sono due e
sono del 2000 e del 2002. Esse
presentano un marcato deterioramento e mancano di tutte le moderne
tecnologie.
Il reparto avrebbe, altresì,
bisogno di un sistema di gestione elettrocardiografica moderno per poter
ottimizzare le risorse umane, minimizzare i tempi di attesa , ottimizzare il
risultato clinico e ridurre i costi .
Inoltre, è urgente dotare la seconda sala interventistica di
un angiografo moderno di ultima generazione perché quello portatile è
datato e di ridotta capacità risolutiva.
Il servizio di cardiologia dovrebbe anche essere dotato di
un migliore sistema di sicurezza per permettere il completamento degli
interventi anche in presenza di guasti.
Questi interventi permetterebbero di avere: Due sale di
cardiologia interventistica attive e moderne, una continuità di assistenza 24
ore su 24 per una popolazione di circa 500 mila persone che abitato un
territorio che va da Filettino a Viticuso.
Mentre esistono questi limiti consolidati
al “Fabrizio Spaziani” di
Frosinone, presso l’ospedale di Sora ci
risulterebbe giacere inattivo, da tempo, un apparecchio per la
interventistica vascolare costato circa 4 milioni e mezzo di euro. Sempre a
Sora risulterebbero presenti ma inoperosi da anni: Una macchina cinese chiamata Hi Fu costata un
milione e mezzo di euro , e una
apparecchiatura per la risonanza magnetica.
Quest’ultima era quella in dotazione all’ospedale di
Frosinone, dove eseguiva circa 300 esami
al mese, e sarebbe stata trasferita a Sora spendendo centinaia di
migliaia di euro. Da quel momento però sono passati anni, e la
risonanza a Sora è rimasta inattiva e sono andate in fumo diverse centinaia di
migliaia di euro. Pare che l'inattività sia per mancanza di
personale, ma pure che la macchina sia obsoleta e sinanche non più riparabile
in caso di guasto. Quale è allora la giustificazione di tali costosi e inutili
spostamenti e, presumibilmente, dei prossimi altrettanto costosi smaltimenti di un apparecchio che era già obsolescente prima
del trasferimento a Sora? E a fronte di ciò la recente storia del risparmio
sugli affitti non suona piuttosto come
una goffa operazione di maquillage?
Non appare inopportuno chiudere ricordando a chi si straccia
le vesti contro l'ospedalocentrismo (vetusto termine che era in voga negli
anni '80-'90) che sarebbe meglio
riflettere su quanti servizi dei buoni ospedali sono in grado di offrire al
territorio, e sicuramente in maniera più seria di certi simulacri che oggi ci
si vorrebbe propinare come misura sostitutiva degli ospedali veri.
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