Il 25 ottobre ha segnato uno spartiacque fra la base della CGIL e il suo tradizionale partito di riferimento: il PD (ormai Partito di Destra) guidato da Matteo Renzi, burattino dell’oligarchia finanziaria. L’evidente frattura fra Piazza S. Giovanni piena di manifestanti e la Leopolda
“acchiappa banchieri” è destinata ad approfondirsi. Il vuoto politico rimanda alla questione dell’unità dei comunisti su salde basi e della formazione di un forte partito indipendente e rivoluzionario del proletariato. Stiamo entrando in un periodo di conflitto sociale più acceso, nel quale si scontreranno le posizioni di rottura con la criminale politica del capitale monopolistico e le posizioni conciliatorie. Ciò è legato al fatto che la crisi del sistema capitalistico è profonda e la lotta di classe si acutizza. In questo scenario come proseguire la mobilitazione? Di sicuro nessuna illusione può essere nutrita su un cambiamento di linea del governo Renzi. Il suo programma è fatto di demolizione dei diritti operai, di precarietà e privatizzazioni, di tagli a servizi sociali, salute e trasporti pubblici per rispettare (virgola più, virgola meno) il Patto di stabilità e il Fiscal compact. Allo stesso tempo è intenzionato a mandare avanti la trasformazione reazionaria dello Stato col suo principale alleato: il piduista Berlusconi. Ma bastano gli iscritti della CGIL e dei sindacati di base per sconfiggere il rottamatore in camicia bianca? E’ possibile affidarsi alle “opposizioni” parlamentari? Assolutamente no! La situazione esige la messa in movimento di massa più ampio e radicale. Serve dunque l’unità di azione di tutta la classe operaia, indipendentemente dall’appartenenza a questo o quel sindacato e organizzazione. Un’unità da forgiare su una piattaforma di lotta all’offensiva capitalistica e alla reazione politica, di difesa intransigente degli interessi economici e politici del proletariato. Un’unità da cementare costruendo organismi di massa (Consigli, Comitati operai e popolari, coordinamenti, etc.) e dando vita a veri scioperi. A cominciare da quello generale per cacciare Renzi, che i lavoratori esigono ora! Noi comunisti (marxisti-leninisti) indichiamo questa via, la sola che può portare a un cambiamento nei rapporti di forza con la borghesia. Chi non la vuole seguire sono gli opportunisti di destra o di “sinistra”.
Nessun commento:
Posta un commento