Cari amici di Tor Sapienza, di Corcolle, dell’Infernetto e
di tutte le periferie d’Italia. E’ chiaro ora chi sono i colpevoli del nostro
disagio? La vergogna maggiore che emerge
con forza dalla cloaca affaristica romana, è che proprio coloro i quali facevano
a gara nel farsi immortalare accanto a gente disperata, accecata dalla rabbia verso il nemico sbagliato, si sono arricchiti
alimentando quella disperazione. Una indebita appropriazione che per diventare
sempre più fruttuosa doveva attizzare
l’intolleranza verso il nemico
più povero. Quel nemico considerato ostile solo per il colore della pelle e per una storia diversa dalla nostra, ma sempre con le radici piantate nella
disperazione. Quel nemico che come noi è
stato sfruttato ed annientato dai loschi
affari del terrorista nero Carminati, del terrorista
rosso Buzzi e dalla cosca costruita attorno a loro .
Criminali con i tentacoli ben saldi su tutti i loschi affari forniti dall’elefantiaca macchina burocratica romana a
danno della comunità. Un mostro che
rendeva il business sulla disperazione ( speculazione sui fondi per
gli immigrati e gli sfrattati)
più ricco del traffico di droga. Una cosca che aveva reclutato amministratori,
politici, mezze figure e portaborse utili a tutelare i propri interessi, la cui
figura predominante è stato il sindaco, cresciuto dalla melma fascista, Alemanno, ma che ha
annoverato nelle sue fila tutta una schiera di amministratori di provenienza bipartisan. Sgherri pronti a vendersi e a svendere la
città alla cosca che ben li ripagava. Cari amici di Tor Sapienza, di Corcolle,
dell’Infernetto e di tutte le periferie d’Italia, è chiaro a chi bisogna fare la guerra? E’ chiaro
che in questa lotta di sopravvivenza il
miglior alleato è quello che fino a ieri avevamo considerato nemico ? Non è
dunque giunto il momento di unire e
indirizzare le forze verso chi veramente ci vuole tenere sempre nella
disperazione più nera? Svegliamoci da questo sonno infinito. Usciamo da questo
torpore di odio reciproco . E’
necessario farlo se si vuole continuare a vivere.
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