Avvertenza. Il post che
segue, dedicato alle vicende relative al cambio di nome del Liceo
Artistico oggi intitolato ad Anton Giulio Bragaglia, è
politically scorrect e volutamente provocatorio. Ne sconsigliamo quindi la
lettura agli equilibristi riformisti che vedono la pagliuzza del cambio di un
nome, ma non la trave della disastrosa riforma denominata “Buona
Scuola”, in approvazione a Febbraio, che
devasterà ulteriormente il sistema dell’istruzione pubblica.
Infatti proprio nel suddetto decreto, targato
Pd, ed evoluzione
privatistico-aziendalista della legge Aprea di gelminiana memoria, si
attribuiscono al dirigente scolastico poteri di vita o di morte verso gli
insegnanti su cui comanda, decidendo chi e perché deve usufruire dello scatto di stipendio, prima erogato per
anzianità di servizio. Una
selezione basata evidentemente sul grado
di servilismo dei proprio sudditi.
A
tale presidente del consiglio di amministrazione scolastica e ai soci di
provenienza privata - che avranno il
diritto di sedere nel direttivo, non per
competenze didattiche, ma perché hanno scucito denari - sarà demandata anche la
scelta del nome della scuola. Infatti se domani la Coca Cola decidesse di
finanziare il minestrone “Liceo Artistico –IPSIA”, dotando l’istituto dei laboratori e delle attrezzature didattiche
necessarie, hai voglia a rivendicare l’identità culturale della città legata al
nome di Anton Giulio Bragaglia! Quella
scuola si chiamerà “Istituto omnicomprensivo Coca Cola” con buona pace di sindaci,
presidenti di Provincia, studenti ed insegnanti.
Il programma di
destabilizzazione e discredito della
scuola pubblica, teso a favorire gli istituti privati e funzionale alla selezione degli studenti basata sulla classe
sociale di provenienza, è in atto da decenni. La “Buona Scuola” di Renzi non è
altro che l’ultimo attacco, in ordine di tempo, al sistema dell’istruzione
pubblica di qualità. Un processo avviato da così lungo tempo non può essere
fermato se non attraverso un atto rivoluzionario.
E qui arriva la provocazione. Perché non
partire proprio dal cambio del nome del Liceo Artistico per segnare un primo
atto simbolico di ribellione?. Perché non dedicare il Liceo al pittore dadaista
Apple? Il nome potrebbe essere: "Liceo Artistico Statale La Mela di Odessa”. Il testo dell’omonimo brano degli Area, un gruppo rock-jazz degli
anni ’70, rivela questa storia straordinaria. Apple, pittore Dadaista attivo in
Germania nei primi del ‘900, voleva raggiungere la Russia per festeggiare la
rivoluzione comunista . Non riuscendo ad ottenere il visto dal suo paese per
partire, nel 1920 il pittore s’impossessò
di un transatlantico da crociera, pieno di ricchi borghesi e lo dirottò verso Odessa. Approdato nella cittadina ucraina, i russi lo
accolsero con tutti gli onori e destinarono i ricchi croceristi borghesi alla
vendetta del proletariato.
"Mela" è la traduzione italiana del nome del pittore dadaista e
Odessa è la città dove questi fu portato
in trionfo dai Russi. Da qui il titolo “La mela di Odessa”. La provocazione non
è nuova, risale al settembre del 2010 dove per altre questioni mi venne in mente la
suggestione del Liceo Artistico
denominato “La mela di Odessa” . Utopia? Certamente. Provocazione eccessiva e
fuori luogo? Forse. Ma se si continua supinamente a sopportare senza
ribellarsi, duramente, la protervia della moderna classe finanziario-borghese
che oggi ha assunto le sembianze della dirigenza Pd, oppure si fa finta di
protestare, depistando con rivendicazioni insignificanti la vera direzione del
conflitto, la devastazione dei diritti riconosciuti dalla costituzione,
compreso quello ad un’istruzione pubblica efficiente, sarà completa.
Svegliamoci dal torpore, perché "se credi che il mondo sia piatto, sei arrivato
alla fine del mondo, se invece credi che il mondo sia tondo, allora sali, sali, incomincia il girotondo".
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