Che l’organismo di valutazione sull’operato dei manager Asl
nella Regione Lazio avesse bocciato il direttore generale Isabella
Mastrobuono senza fornire spiegazioni
dettagliate sulle criticità causa del verdetto negativo, suonava strano. Ai tempi
del partito della nazione, però, un atteggiamento del genere non dovrebbe
sorprende più di tanto. Sindaci e Primi Ministri sono stati defenestrati senza una reale ragione né politica né di
merito, ma per il solo motivo di non piacere ai capi del partito della nazione.
Nonostante ciò, l’organismo di valutazione della Regione ha esplicitato i
motivi per cui l’operato della Mastrobuono nei sui primi 18 mesi di attività a
capo della Asl di Frosinone è stato
giudicato insufficiente. Ad incidere, in buona sostanza, secondo quanto
riferisce la direzione regionale della salute, sono stati, fra l’altro, il
sovraffollamento dei pronto soccorso di Sora e Frosinone, i tempi lunghi delle liste d’attesa per le prestazioni
diagnostiche e terapeutiche, e la tendenza della Asl a proporre richieste di
assunzioni non autorizzate dalla Regione.
Qualche riflessione. Se si è accettato e imposto, il blocco del
turn-over del personale, a cui la Regione, solo qualche ha derogato concedendo l’assunzione di 5
medici per il Pronto Soccorso, è difficile scongiurare il sovraffollamento dei
pazienti per mancanza di dottori.
E ancora se, come da atto aziendale, tutta la
materia relativa alle prestazioni diagnostiche e di analisi cliniche è stata demandata alle strutture private,
destrutturando il servizio pubblico, non
c’è da stupirsi se i tempi i attesa si siano allungati. Ma ciò che meraviglia maggiormente riguarda la bocciatura per la tendenza della Asl
a proporre richieste di assunzioni non autorizzate dalla Regione. Una maggiore efficienza senza il personale
necessario, queste le pretese della Regione?
Ribadisco e confermo che non è mia intenzione difendere la Mastrobuono,
responsabile di buona parte dello smantellamento della sanità pubblica provinciale,
ma chi verrà dopo di lei e su questo sono pronto a scommetterci, sarà ancora più implacabile. Dovrà fare i conti, checché ne dica Renzi, con un
taglio di 5 miliardi (4 ben che vada)
sulla sanità pubblica. Le cifre? In base all’accordo Stato Regioni del
2014, l’aumento del fondo per la salute era quantificato in 2 miliardi per il
2015 e 3 miliardi per il 2016. Nell'attuale patto di stabilità lo stanziamento per il 2015 è stato azzerato e
anche per il 2016 le previsioni non sono rosee. Forse si riuscirà a racimolare
un miliardo in luogo dei tre previsti.
Evidentemente per gestire questo
ulteriore salasso sarà necessario un
mastino più crudele della Professoressa Mastrobuono. Probabilmente arriverà il
solido algido e freddo commissario, provvisto di bisturi ben affilati pronti
ad espiantare del tutto la sanità pubblica dal nostro territorio.
Nessun commento:
Posta un commento