Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 16 novembre 2015

Frosinone e il Frosinone fra i primi a commemorare le vittime di Parigi

Luciano Granieri


Sabato scorso, 14 novembre,   una nutrita  rappresentanza  della squadra di calcio del Frosinone, insieme al sindaco Ottaviani  e ai cittadini , ha commemorato le vittime delle stragi parigine. A neanche  ventiquattro ore dalla mattanza scatenata dal Califfato nella capitale Francese, calciatori, istituzioni, gente comune  hanno dato vita, presso piazzale Vittorio Veneto,   ad una cerimonia commemorativa molto suggestiva. 

Il capitano giallazzurro Alessandro Frara ha letto un messaggio di cordoglio e vicinanza alla popolazione francese,  a cui si è aggiunto  il contributo del sindaco. Dopo un minuto di raccoglimento palloncini bianchi rossi e blu si sono levati in cielo,  seguiti  da  una nuvola di altri palloncini bianchi al cui interno era posizionata una minuscola lampadina a led tale da renderli  visibili in aria  per molto tempo.   Intanto  il palazzo della prefettura veniva illuminato con i colori della bandiera francese.

 Molto  toccante, ma c’è da precisare che tutto era già stato organizzato,  pur  non potendo immaginare ciò che sarebbe successo la sera prima in Francia. Infatti l’happening  era nato come l’apice di un mega evento promozionale dalla durata di tre giorni  imbastito  da una grande azienda distributrice di   energia elettrica e gas  sponsor del Frosinone Calcio. L’impresa aveva messo in piedi la kermesse  per promozionare i suoi dispositivi di energia pulita, fotovoltaico, solare termico etc. Massiccio il coinvolgimento,  come testimonial, degli atleti canarini,  a completa disposizione di appassionati e tifosi ospiti sotto il grande igloo di plastica allestito per l’occasione. 

Non c’è voluto molto a modificare il programma , aggiungendo i palloncini bianchi rossi e blu,  e facendo tenere  discorsi commemorativi dai calciatori e dal sindaco. Al cordoglio, ovviamente si è aggiunto anche il management dell’impresa  organizzatrice dell’evento il cui nome è stato più volte ripetuto. 

Lontano da me il sospetto che lo sgomento non abbia coinvolto l’azienda , il sindaco e i calciatori. Certamente tutti avrebbero preferito lasciare i palloncini con i colori della bandiera francese a  terra. Ma è un fatto che la prontezza sulla commemorazione ha aumentato enormemente  l’efficacia   del marketing,   della promozione e  del consenso  . Del resto le regole del mercato sono universali e uguali per tutti. Le modalità necessarie a realizzare  profitti sono le stesse  sia per chi deve vendere un servizio di distribuzione dell’energia, sia per chi vende  armi all’Isis. Ovviamente è da sottolineare con forza che  le finalità di tali commerci sono ben diversi . Un conto è vendere energia, anche pulita,  un conto è vendere strumenti di morte.   

I commercianti d’armi dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi, dell’Inghilterra, della Russia, della stessa Francia , hanno realizzato profitti enormi vendendo le armi al Califfato.  Gli   attentati di Parigi sono una convincente dimostrazione di come bene funzionino quegli ordigni.  Altri Paesi invece, come la Turchia, che  affermano di impegnarsi strenuamente contro lo Stato Islamico, non si fanno scrupoli nell’approvvigionarsi di petrolio sottobanco ,proprio dai giacimenti siriani e iracheni gestiti dai jihadisti, finanziando così la loro cieca  follia. E'  il mercato bellezza!  La commemorazione di sabato è stata per certi versi surreale, un corto circuito per cui  in  un evento di “mercato”, si è condannato  un obbrobrio che lo stesso mercato ha generato .  

Retorica e un pizzico di ipocrisia hanno accomunato la commemorazione di Frosinone con quelle succedutesi  in tutto il mondo.  La solita denuncia, trita e ritrita,   dell’attacco al nostro civile stile di vita,  alle semplici  libertà  di poter assistere ad una partita di calcio, o partecipare ad un concerto, o semplicemente frequentare un bar, un ristorante,  ha riempito etere e giornali.  Non sarà che chi vive nelle periferie, nelle banlieu  - proprio perché impossibilitato a partecipare a quello stile di vita o a mangiare tutti i giorni,  per colpa  della povertà e della precarietà che la profonda disumanità della tirannia  liberista gli impone -decide di ribellarsi affidandosi a chi almeno gli offre spiragli di rivalsa anche se malsani? 

Ed infine come mai gli stessi palloncini non sono volati in cielo  per commemorare le 224 vittime dell’aereo russo precipitato nel Sinai, abbattuto dall’Isis il 31 ottobre scorso? Eppure i colori della bandiera russa sono gli stessi di quella francese bianco rosso  e blu.  Come si può ciarlare di integrazione culturale e religiosa se la nostra civiltà superiore non rende   uguali neanche i morti, oltre chi i vivi?

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