Come era prevedibile la vicenda dell’impianto a biomasse che
verrà installato dalla società Bioenergia Srl
in Via Mola D’Atri, (zona aeroporto), non si è fermata all’ordinanza
2/2016 del Comune di Frosinone. Quel provvedimento, preso dalla giunta Ottaviani in
piena rivolta di associazioni e cittadini che contestavano la realizzazione di un
impianto a biomasse nella città più inquinata d’Italia, prevedeva la sospensione
per sei mesi dell’autorizzazione
concessa alla Bioenergia Srl, per la costruzione dell’inceneritore .
In breve, il
15 dicembre il sindaco Ottaviani autorizzava, in concorso con l’Asi, l’Arpa e
la Provincia (enti che dovrebbero tutelare i cittadini), la realizzazione dell’immenso camino fumigante
di PM 10 e PM 2,5. Un mese dopo, sotto
la bufera mediatica in cui Frosinone veniva indicato quale comune più inquinato
d’Italia, il Primo Cittadino s’inventava questo stop di 6 mesi, in attesa di un
pronunciamento del TAR delle marche. Giudizio sollecitato ai giudici amministrativi dal comune di Macerata in merito all’obbligatorietà, o meno, della
valutazione d’impatto ambientale. Analisi , secondo il comune marchigiano, necessaria
per la costruzione di un impianto simile a quello di Frosinone.
Immediatamente
sospettammo, all’indomani del provvedimento preso da sindaco, che l’ordinanza
2/2016 in cui si decideva la sospensione dell’autorizzazione alla Bioenergia
srl, non fosse altro che un escamotage per far passare la festa e gabbare lo
santo. E così sta avvenendo. Infatti la Bioenergia srl, lungi dal sacrificare i
fondi regionali ottenuti per la realizzazione dell’opera, solo per
far aumentare il consensi di Ottaviani, ha presentato ricorso al Tar.
Istanza che il tribunale amministrativo ha recepito in pieno, e a ottobre si
pronuncerà nel merito.
Ora si assiste
alla convocazione di tavoli tecnici da parte del Comune di Frosinone, Asi, Arpa, Provincia, per
cercare di evitare la sicura figuraccia
e dover tornare sui propri passi lasciando
via libera al malsano inceneritore, il
tutto senza per nulla coinvolgere i
cittadini destinati a subire e accettare di respirare un
surplus di gas inquinanti . Probabilmente sarà tutto inutile. In realtà l’autorizzazione
alla costruzione dell’impianto non avrebbe mai essere dovuta concessa. Infatti il
decreto legislativo 155/2012, impone ai sindaci l’obbligo di “mantenere la qualità dell’aria laddove buona
e migliorarla in altri casi”. E’ ampiamente provato che un impianto a
biomasse tutto fa tranne che mantenere buona la quantità dell’aria. Era quindi
dovere preciso di Ottaviani non autorizzare la costruzione dell’inceneritore.
In realtà le vicenda dell’impianto a biomasse
a Frosinone è un classico esempio di come agisce il partito della nazione.
Renzi (Pd), con il decreto sblocca
Italia, qualificando gli
impianti a biomasse come strutture di preminente valore economico, ne facilita
e ne auspica l’installazione. Nicola Zingaretti, presidente della Regione (Pd) recepisce
l’incipit del capo e dissemina il territorio regionale, Frosinone compresa, di questi immondi aggeggi. Francesco De Angelis (Pd) presidente dell’Asi,
e la Provincia di Frosinone (Pd di governo, Pd di lotta, FI, Ncd tutti insieme
appassionatamente) approvano solerti. Nicola Ottaviani (FI, finchè gli
converrà) ubbidiente al partito della
nazione si adegua e impone ai cittadini un surplus di miasmi venefici.
Morale, il 17 aprile inizierà la stagione referendaria
tesa ad abrogare le brutture normative decise dal partito della nazione ( Trivelle,
Buona Scuola, Jobs Act) non sarà il caso di istituire dei referendum anche per
le delibere comunali? Il referendum per l’abrogazione dell’autorizzazione
all’impianto a biomasse potrebbe essere il primo. Poi a seguire quelli sull’abrogazione dell’aumento
delle tariffe della mobilità e della mensa scolastica. Un altro sull’abrogazione del trasferimento di parte
dei finanziamenti della cassa depositi e prestiti da opere di pubblica utilità
-come la struttura sportiva geodetica
per l’UNITALSI -al nuovo stadio. Un altro per abrogare le ulteriori concessioni
edilizie funzionali a seppellire
definitivamente la città sotto il cemento. E ancora un referendum per l’abrogazione
della messa in liquidazione della Multiservizi e per l’abrogazione delle
affidamento a privati di quelle mansioni svolte dai lavoratori della
Multiservizi stessa. Mi fermo qui ma la
stagione referendaria comunale potrebbe continuare all’infinito. E se
abrogassimo il Sindaco, il Presidente della Provincia, il Presidente della
Regione e il Presidente del Consiglio?
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