Venerdì 25 marzo
2016, alle ore 16,00 riprenderanno i
pomeriggi del jazz presso l’associazione culturale Oltre l’Occidente in L.go
Aonio Paleario n.7 a Frosinone. Il nostro viaggio, iniziato prima di natale con
la storia degli approdi delle prime navi negriere, sulle coste del Centro
America, è giunto quasi al termine. Nel prossimo appuntamento affronteremo la
questione del free jazz. Lo stile nato dal rhythm and blues e sviluppatosi nel burrascoso ventennio degli
anni ’60 e ’70. Un periodo storico violento, contrassegnato dalle cruente lotte
fra i neri dei ghetti e l’establishment razzista bianco. Non solo la questione razzista sfociò nella
violenza, altrettanto crude furono le
proteste contro l’imperialismo americano e le sue guerre, da parte della
sinistra bianca statunitense ed europea . In questo ribollire sociale alla
black music, figlia del blues, un blues, semplificato , elettrificato urlato,
veicolo della protesta, ma anche , ben presto vittima del musical business, si
affiancò il free jazz. Non nelle urla si identificava la rottura, ma nel
forzare e superare le cornici armoniche dentro
le quali fino ad allora, si era
sviluppata l’improvvisazione. Non c’era più nulla di consolidato e predeterminato nelle esibizioni di Ornette Coleman, John Coltrane,
Archie Shepp. L’espressione musicale fruiva libera da ogni costrizione
armonica, così come la vita dei neri doveva svolgersi libera dai soprusi e
dalle vessazioni razziste. A differenza
del R&B il free rimase libero anche dalle cooptazioni commerciali. Non vi è
dubbio che quei dischi non scalarono le classifiche e i loro esecutori furono
costretti ad emigrare in Europa. Può dunque
considerarsi il free jazz, musica di lotta aspra e antagonista, o fu
invece, in virtù della difficile fruibilità , un esperimento espressivo
elitario anche se traghettatore del jazz, o ancora meglio della musica del
futuro? Ne parleremo venerdì 25 marzo, vi aspettiamo.
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