Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 31 gennaio 2018

Legge d'iniziativa popolare per un sistema elettorale Costituzionale

Massimo Villone, presidente Coordinamento Democrazia Costituzionale




Perché una legge elettorale di iniziativa popolare
Il Parlamento che uscirà dal voto del 4 marzo rifletterà gli equilibri politici determinati dalla legge elettorale vigente (Rosatellum – l. 165/2017). Per questo, il percorso verso una legge migliore nell’interesse del paese non sarà agevole. L’iniziativa popolare può efficacemente contribuire a sollecitare il confronto nella sede parlamentare, anche in vista di recenti modifiche portate al regolamento del Senato.

Perché un sistema elettorale proporzionale
In presenza di tre o più poli, come accade oggi in Italia, solo un sistema elettorale di impianto proporzionale offre soluzioni istituzionalmente solide e non lesive della rappresentatività delle assemblee. Le leggi elettorali note come Porcellum e Italicum erano invece tese a garantire la cd governabilità dando nei seggi parlamentari un premio di maggioranza alla forza politica vincente, con una distorsione potenzialmente fortissima della rappresentatività (cfr. Corte cost. 1/2014, 35/2017). Lo stesso perverso effetto si verifica con la legge vigente per la quota del 36% di collegi uninominali maggioritari. Per questa ragione la proposta trasforma il collegio uninominale da maggioritario in proporzionale. In tal modo si rivitalizza il parlamento come espressione del paese reale e sede delle condizioni di una effettiva governabilità.

Perché un voto disgiunto e l’introduzione della preferenza
Per la legge vigente, che impone un voto unico congiunto per un collegio uninominale e un collegio plurinominale proporzionale, le elettrici e gli elettori si troveranno a votare in blocco da tre a cinque candidati, tutti indicati dalle segreterie di partito. È palese la violazione del principio costituzionale della libertà di voto. La proposta invece disgiunge il voto tra il collegio uninominale e quello plurinominale, in cui si introduce altresì il voto di preferenza. Si consente in tal modo di votare individualmente tutti i propri rappresentanti, e di creare così anche le condizioni per una migliore qualità del ceto politico.

Perché le garanzie giurisdizionali
L’esperienza ampiamente dimostra che i diritti degli iscritti e la trasparenza e correttezza dei processi decisionali non sono più adeguatamente presidiati da organi e procedure interni ai partiti e gruppi politici, vecchi e nuovi. Si moltiplicano altresì i ricorsi nella sede giurisdizionale, spesso in condizioni di incertezza e confusione. È dunque opportuno introdurre principi normativi che abbiano la funzione di tutelare gli iscritti e insieme di orientare i giudici.


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