Perché una legge elettorale di iniziativa popolare
Il Parlamento che uscirà dal voto del 4 marzo
rifletterà gli equilibri politici determinati dalla legge elettorale vigente
(Rosatellum – l. 165/2017). Per questo, il percorso verso una legge migliore
nell’interesse del paese non sarà agevole. L’iniziativa popolare può
efficacemente contribuire a sollecitare il confronto nella sede parlamentare,
anche in vista di recenti modifiche portate al regolamento del Senato.
Perché un sistema elettorale proporzionale
In presenza di tre o più poli, come accade oggi in
Italia, solo un sistema elettorale di impianto proporzionale offre soluzioni
istituzionalmente solide e non lesive della rappresentatività delle assemblee.
Le leggi elettorali note come Porcellum e Italicum erano invece tese a
garantire la cd governabilità dando nei seggi parlamentari un premio di
maggioranza alla forza politica vincente, con una distorsione potenzialmente
fortissima della rappresentatività (cfr. Corte cost. 1/2014, 35/2017). Lo
stesso perverso effetto si verifica con la legge vigente per la quota del 36%
di collegi uninominali maggioritari. Per questa ragione la proposta trasforma
il collegio uninominale da maggioritario in proporzionale. In tal modo si
rivitalizza il parlamento come espressione del paese reale e sede delle
condizioni di una effettiva governabilità.
Perché un voto disgiunto e l’introduzione della
preferenza
Per la legge vigente, che
impone un voto unico congiunto per un collegio uninominale e un collegio
plurinominale proporzionale, le elettrici e gli elettori si troveranno a votare
in blocco da tre a cinque candidati, tutti indicati dalle segreterie di
partito. È palese la violazione del principio costituzionale della libertà di
voto. La proposta invece disgiunge il voto tra il collegio uninominale e quello
plurinominale, in cui si introduce altresì il voto di preferenza. Si consente
in tal modo di votare individualmente tutti i propri rappresentanti, e di
creare così anche le condizioni per una migliore qualità del ceto politico.
Perché le garanzie giurisdizionali
L’esperienza ampiamente dimostra che i diritti degli
iscritti e la trasparenza e correttezza dei processi decisionali non sono più
adeguatamente presidiati da organi e procedure interni ai partiti e gruppi
politici, vecchi e nuovi. Si moltiplicano altresì i ricorsi nella sede
giurisdizionale, spesso in condizioni di incertezza e confusione. È dunque
opportuno introdurre principi normativi che abbiano la funzione di tutelare gli
iscritti e insieme di orientare i giudici.
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