La Guazza di San Giovanni è una festa che la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Frosinone organizza da tempo immemore. L’acqua di San Giovanni secondo una antica tradizione, è un liquido benefico ricavato dall’infusione di foglie e fiori che restano nell’acqua dalla sera del 23 giugno fino al giorno dopo. Per rinnovare questa antica tradizione, la Società Operaia di Mutuo Soccorso organizza ogni anno una festa, un evento che nel nome della Guazza consente di aggregare il popolo ciociaro intorno ad enormi tavoli, dove si mangia, si beve, si ascolta musica, si balla, ci si diverte insomma. Questa festa pur nella sua goliardia non perde mai occasione di porre all’attenzione della cittadinanza i problemi della società. Anche quest’anno il programma lasciava ben sperare . Oltre la Guazza motivi per festeggiare ce ne erano diversi determinati in particolar modo dal nuovo vento di libertà che si è alzato dopo i referendum e le ultime amministrative. Il programma sembrava adeguato. Concerto dei nostri amici I Disamistade, una fantastica band che ripropone i brani di Fabrizio De, e un gruppo di artisti che avrebbero dovuto coinvolgere i bambini nel dipingere su enormi cartoni. Poesia, creatività, impegno sociale, questi erano i temi che pur nell’atmosfera festosa avrebbero dovuto alimentare discussioni e riflessioni. NON E’ ACCADUTO NULLA DI TUTTO QUESTO. Forse abbiamo sognato, ma abbiamo visto Antonio Merini, Lamberto Infurna, Roberto Ceccarelli e Francesco Fiaschetti cantare De Andrè . Li abbiamo visti arrabbiarsi quando una signora ha chiesto loro di suonare più piano perché non riusciva a dialogare con i vicini di tavolo , abbiamo raccolto la loro incazzatura quando gentilmente sono stati invitati a farsi d parte per lasciare spazio alla MUSICA DA BALLO. Allo stesso modo forse abbiamo sognato vedendo Rocco Lancia, Luciana Lisi e altri artisti, che volevano dipingere assieme ai bambini. FORSE ABBIAMO SOGNATO. Perché la realtà ha rimandato ad una serata affollata da attempati e approssimativi ballerini che piroettavano attenti a non perdere i passi spinti dalle note del duo Gianni e Pinotto. Un sodalizio (chitarra tastiere) che a suon di Rumba Cha cha cha e MANzurka (avete letto bene con questo nome è stato presentato il ballo) ha traghettato l’atmosfera da una sana espressione popolare ad un desolante populismo pecoreccio. Da un’associazione così storica che porta il nome impegnativo di Società Operaio di Mutuo Soccorso non ci saremmo aspettati un tale sbracamento, ma soprattutto non ci saremmo aspettati il modo in cui I Disamistade e i pittori invitati sono stati trattati. Ridurre le musiche e la poetica di De Andrè a semplice intrattenimento mentre ci si ingozza di pasta fagioli e lumache ci pare francamente troppo. Se l’intento era quello di organizzare una festa sotto l’implacabile egida delle scuole da ballo, forse si sarebbe potuto evitare di invitare giovani musicisti e artisti per poi metterli da parte come una ciabatta vecchia sacrificata al Dio della MANZURKA. Se quello era il proletariato di ieri e anche di oggi, allora ha pienamente ragione il nostro amico Daniele Sape quando afferma che “Il proletariato è stata la rovina della rivoluzione”. Nel video al sogno de I Disamistade, subentra l’incubo della MANZURKA, ed infine ritorna il sogno dell’abilità pittorica di Luciana Lisi. Come in tutti i nostri filmati la musica gioca un ruolo importantissimo. Nel video suonano tutti musicisti nostri amici, oltre a I Disamistade che aprono il filmato, dopo la desolanti immagini da ballo , Flowers Shop, un brano del grande jazzista e nostro amico, il sassofonista Mauro Bottini, accompagna la performance di Luciana Lisi. In Flowers Shop, pezzo tratto dall’ultimo cd di Mauro “Self Portrait “ oltre a Bottini che suona il sax tenore e il clarinetto si ascoltano: Stefano Micarelli alla chitarra, Paolo Tombolesi al pianoforte, Massimo Moriconi al basso, Massimo Manzi alla batteria
P.S
Ci scusiamo con il duo Gianni e Pinotto che abbiamo abbastanza maltrattato. Il nostro è stato sicuramente un eccesso, perché comunque ad ogni musicista che decide di esibirsi con passione dal vivo si deve MOLTO MA MOLTO rispetto.
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