Ho visitato con interesse e segnalo ai lettori di AUT come imperdibile la mostra “Artemisia, storia di una passione”, a Palazzo Reale di Milano fino al 29/01/2012.
E' la prima mostra antologica dedicata a questa eccelsa pittrice del '600, la cui luce è stata per secoli oscurata dal successo del padre e dello zio- entrambi pittori di origine pisana. Conosciuta più per vicende private legate alle violenze subite da adolescente che per il valore artistico, viene finalmente riconosciuta come artista dalla critica internazionale, sulla scia delle tesi evidenziate più volte nel corso degli anni dalle studiose femministe e descritto magistralmente da Anna Banti nel 1947 nel romanzo “Artemisia”.
Oltre 50 opere e documenti -(un inedito carteggio composto di 36 lettere della pittrice e del marito Pierantonio Lattesi, indirizzate a Francesco Maria di Niccolò Maringhi, che diverrà il suo amante)-
offrono uno sguardo completo sulla avventura pittorica di Artemisia, su ricerche stilistiche e innovazioni, sulla sua dignità di artista e sulla sua determinazione di donna che vuole affermare il suo talento, sui rapporti di influenza reciproca ed emancipazione dallo stile paterno, sul suo ruolo di capo bottega in età avanzata (con figlia apprendista) , sulle sue invenzioni stilistiche e simboliche.
L'esposizione ripara dunque a 3 secoli di ingiustizia e permette alla figura di Artemisia (prima donna ad essere ammessa all'Accademia del disegno di Firenze) di brillare finalmente di luce propria: ampie tele con giochi cromatici, corpi opulenti in stile rinascimentale, gioielli e stoffe magistralmente resi in ogni dettaglio, superbi panneggi, nudi seducenti, audaci rivisitazioni mitologiche, splendide immagini di Cleopatra e Danae, ma anche di “classiche” Madonne.
Attraverso lettere, quadri e disegni, si ripercorrono 4 fasi della vita della pittrice: - dagli esordi a Roma, presso la bottega del padre Orazio ( a soli 16 anni Artemisia irrompe nel panorama artistico caravaggesco dipingendo”Susanna e i vecchioni” tema biblico su cui tornerà più volte)- agli anni a Firenze, stimata artista alla Corte di Cosimo II, circondata da preziose e stimolanti amicizie (Galilei e Michelangelo Buonarroti il giovane – il ritorno a Roma e la fase della maturità artistica a Napoli, con splendide tele quali “L'Annunciazione”, La ninfa corisca e il satiro, il Miracolo di San Gennaro.
Oltre ad un'oscura parentesi a Londra, che testimonia comunque il coraggio e l'audacia di questa donna avventurosa, la mostra espone come centrali le tele dai toni cruenti : Giuditta ed Oloferne, Giuditta e la fantesca Abra con la testa di Oloferne, Gioele e Sisara, Giuditta decapita Oloferne: in essi la critica evidenzia , oltre al gesto barocco e teatrale, la rabbia e il desiderio di riscatto della donna offesa, il desiderio di raffigurare donne forti , capaci di imporsi anche con la violenza e la vendetta, la profondità del dolore sopportato, il bisogno di ritrarre la violenza subita per liberarsene.
Con la celebrazione di un'arte completa, poliedrica, innovatrice e temeraria, cade finalmente il triste sudario del passato- dei secoli in cui per Artemisia alle violenze subite dal maestro di prospettiva, Tassi, si unirono quelle del processo (in cui la pittrice accettò di testimoniare e di essere sottoposta al supplizio della ”sibilla” consistente nel fasciare le dita con funi, fino a farle sanguinare) nonché alla beffa per cui Tassi – sposato con un'altra donna- esce indenne dal processo, nonostante la condanna che non sconterà, mentre la famiglia Lomi- Gentileschi subirà pesanti conseguenze sociali- e si aprono nuovi orizzonti di ricerca (alcune attribuzioni sono ancora dubbiose),e riflessione, confronto...
Il brano musicale è
Desert Air
Chic Corea - Pianoforte
Gary Burton-Vibrafono
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