Oggi i sindaci di tutta
Italia, sono scesi in piazza (pure loro) a Milano per protestare contro la
legge di stabilità che impone ai comuni
di diventare esattori spietati del governo centrale. I tagli agli enti locali imposti dal patto di stabilità, sostengono i
sindaci, non consentono alle amministrazioni comunali neanche l’erogazione dei servizi
minimi indispensabili alla propria cittadinanza. Tutti i primi cittadini indipendentemente dal colore
politico hanno minacciato di dimettersi in massa restituendo la fascia
tricolore se la legge non verrà modificata. Un vero e proprio atto di
DISOBBEDENZA CIVILE. Sarà ma il concetto di disobbedienza civile, legato all’amministrazione
comunale non mi è nuovo. Mi sovviene infatti
quando, incazzati e tosti, ci presentammo alle
elezioni comunali di Frosinone, la
primavera scorsa, nella lista di Rifondazione Comunista. Nel redigere il
programma con i rappresentanti delle altre liste (Sinistra ecologia e libertà e
la civica Frosinone Bene Comune) nostre alleate nel supporto al candidato
sindaco di Sel Marina Kovari, proponemmo proprio l’attuazione di atti di
disobbedienza civile contro il patto di stabilità, impegnando il futuro sindaco
a non dare seguito alle imposizioni restrittive del governo centrale. Fummo
accusati di essere terroristi, ci fu detto che avremmo rischiato la galera, sia
dai nostri candidati indipendenti, che
dai compagni di Sel e di Frosinone bene
Comune. Tanta fu l’indignazione che il nostro punto programmatico fu notevolmente
edulcorato, prevedendo un impegno generico del sindaco a costruire con altri
sindaci un fronte comune incaricato di discutere con il governo centrale l’opportunità
di alcuni tagli agli enti locali. E sai che paura si metteva il banchiere Monti!
Non so se l’inserimento di quel punto
programmatico ci avrebbe condannato ad una sconfitta più dura di quella che
abbiamo comunque subito, o forse ci avrebbe fatto guadagnare qualche voto in
più, ma resta il fatto che la nostra rivoluzionaria idea è stata fatta propria
da tutti i sindaci d’Italia, pronti alla disobbedienza civile se la legge di
stabilità non viene cambiata. Ancora una volta avevamo ragione noi, ma ancora
una volta ci tocca constatare che la ragione è dei fessi.
E c'hai ragione. Anche noi fummo timidi e critici.
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