Dopo aver operato in giro di vite riguardo alla “grottesca” imposizione di prezzi esagerati da parte dei negozi di elettronica e aver proposto di stabilire un massimo per i margini di profitto, ci sono state grosse file fuori da tali negozi in tutto il Venezuela, mentre alcuni negozi hanno temporaneamente chiuso. L’opposizione e i media privati hanno descritto questa situazione come “caotica”, mentre il governo si è rivolto ai movimenti di base per “garantire l’ordine”.
Ieri durante un incontro del gabinetto dei ministri , il Presidente Nicolas Maduro ha affermato che le forzedell’opposizione “si sono incontrate per venire fuori e infiltrarsi nelle file per generare violenze”. Ha detto che i consigli comunali, il Fronte Francisco de Mirando e rami del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) si sarebbero “attivati” e avrebbero “protetto la tranquillità della gente”.
Ha anche annunciato, tramite il suo account di Twitter, che avrebbe “incorporato la Milizia Nazionale e le organizzazioni di base nell’offensiva economica per garantire l’ordine e raggiungere tutto il paese”.
Maduro ha detto che i negozi che sono chiusi per “fare l’inventario” oggi hanno dovuto riaprire fino a mezzogiorno e vendere i prodotti a prezzi giusti. Sembra che alcuni negozi abbiano chiuso o per evitare le ispezioni o per cambiare i prezzi di vendita, sebbene molti esercizi commerciali funzionino come al solito.
Maduro oggi ha anche rifiutato di ammettere che ci sia violenza nelle file o nei pressi, e ha detto che tale violenza sarà perseguita. Il procuratore generale Luisa Ortega ha nominato dei procuratori di stato per rispondere ai problemi.
“Sto seguendo togno cosa, gli abusi dei parassiti e degli usurai devono finire in pace e secondo la legge,” ha scritto Maduro.
Ancora incette e prezzi elevati
Il Ministro degli affari Interni, Miguel Rodriguez, ha detto che le autorità avevano scoperto quattro depositi dove si faceva incetta di prodotti di elettronica e per la casa. Ha detto che i depositi vengono usati per tenerci questi prodotti allo scopo di venderli nel periodo di Natale a prezzi esorbitanti.”
I magazzini negli stati di Mirando e Carabobo, presumibilmente hanno prodotti della Daka, una catena di negozi di elettronica chiusi dal governo nel fine settimana per aver aumentato i prodotti di oltre il 1200% del prezzo di importazione
Rodriguez ha anche detto che i proprietari di un negozio di elettronica di Zulia, erano stati arrestati dopo che si era scoperto che vendevano a prezzi altissimi, computer e computer portatili prodotti dallo stato.
I pubblici ministeri hanno accusato anche due dirigenti del negozio di prodotti elettici Krash Depot nello stato di Falcon per usura generica. I dirigenti, Edward Sosa e Angel Latuff, devono riferire a un tribunale di quello stato ogni tre settimane ed è stato proibito loro di lasciare il paese.
Oggi anche il Generale maggiore della Guardia Nazionale, Justo Nogera, ha informato che è stato trovato un deposito nello stato di Portuguesa dove si stava facendo incetta di 70 tonnellate di farina di grano.
Nel frattempo, il governo venezuelano ha firmato un accordo con la società di elettronica Samsung, per un’iniziativa imprenditoriale congiunta per costruire televisori, schermi, lavatrici, frigoriferi, telefoni e tablet in Venezuela.
Manipolazione
Sabato mattina c’è stato un piccolo caso di saccheggio, in un negozio Daka, a Valencia, nello stato di Carabobo, mentre alcuni media privati hanno sostenuto c’erano pochi altri casi isolati di saccheggio da allora.
L’uomo di affari e commentatore Alberto Ravell, ha pubblicato una foto sui social network di quello che credeva fosse un saccheggio. Si è scoperto invece che la foto era di un terremoto in Cile, dove dei prodotti erano caduti dagli scaffali di un negozio.
I media privati venezuelani e la gente che usa i social network hanno usato anche una foto dell’Agenzia di stampa EFE che rappresentava una donna che rideva mentre portava tre nuovi piccolo apparecchi elettrici, per aggiungerle ai loro articoli sul saccheggio del negozio Daka nello stato di Carabobo.
La donna in effetti aveva comprato legalmente i prodotti in un negozio Daka a Caracas dove non c’erano stati saccheggi. I giornalisti dei media pubblici hanno accusato i media privati di “stigmatizzare la povertà e la discendenza africana” nell’uso che avevano fatto della foto.
La donna, Clotilde Palomino, è stata intervistata oggi dal giornale il Correo del Orinoco. E’una collaboratrice domestica, e ha detto:”Ho comprato un frullatore, un fero da stiro e un lettore Blu-Ray con i miei piccoli risparmi messi da parte per molto tempo. Ero molto contenta e poi quando sono uscita dal negozio, immaginate la mia sorpresa davanti a diecine di fotografi e giornalisti che facevano un mucchio di fotografie. Ho sciolto tutto da un’amica…che mi ha detto che le mie foto erano dappertutto…è stato veramente orribile… Sto molto male perché sono stata lo zimbello di tutti, ci sono persone che mi chiamano e mi prendono in giro….ecco le ricevute di quello che ho comprato. “
Niurka Rivas, una portavoce del consiglio comunale a cui appartiene Clotilde Palomino, ha detto: Appoggiamo [le misure governative per i prezzi più bassi] perché i commercianti non possono avere profitti così enormi. Se hanno comprato dollari al tasso di cambio ufficiale, come possono vendere le cose al tasso parallelo? Che cosa altro ancora vogliono rubare ai Venezuelani? Non siamo disposti a permettere altri abusi”.
Oggi la stampa privata in Venezuela ha focalizzato le prime pagine sul cosiddetto “saccheggio” e sulle lunghe file per comprare prodotti elettrici ribassati. Il tritolo di Panorama è: “Le file e il caos aumentano la caccia ai ‘prezzi giusti’.
Anche i media in lingua inglese hanno partecipato alla manipolazione; il titolo del giornale Investor’s Business Daily diceva: “Il Venezuela diventa una nazione di saccheggiatori” e quello di Press TV: “I saccheggiatori minacciano la stabilità del Venezuela.” Il filmato di Press TV mostra un uomo che trasporta un elettrodomestico sulla sua motocicletta, mentre nel seguito del video una donna che ha comprato qualche cosa parla con un’amica.
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