Marina Sitrin
Conversazione di Marina Sitrin con Ilektra Bethymouti
Dal 2011 il popolo greco è stato costretto a lottare per la propria assistenza sanitaria e ad auto-organizzarla. Di fronte a un nuovo pagamento imposto per ogni visita medica e ospedaliera e nel contesto di una crisi economica terribile, il popolo ha scoperto di non essere più in grado di ottenere cure o di acquistare medicinali. Alcuni hanno addirittura parlato di dover scegliere, per sopravvivere, tra il cibo e le medicine. Come in molti altri settori della vita greca, la gente si è riunita in assemblee e ha deciso di usare, per sopravvivere, sia l’azione diretta sia l’auto-organizzazione. Alcune assemblee di quartiere e alcune comunità locali organizzano regolarmente blocchi dei cassieri nelle cliniche in modo che chi ha bisogno di cure non debba pagare. Altre assemblee, generalmente convocate da medici, si sono riunite per organizzare ambulatori interamente volontari. Ci sono oggi più di sessanta ambulatori in Grecia, quarantotto dei quali sono decisamente auto-organizzati e chiamati Cliniche Solidali, e i restanti dodici sono organizzati dalla chiesa e da movimenti non chiari riguardo alle forme interne di organizzazione. Questi ambulatori mettono a disposizione la maggior parte dei servizi di cui la gente ha quotidianamente bisogno, dalla medicina generale all’ostetricia, alla pediatria, alle cure dentali, alla psicologia e psichiatria e a molti altri servizi. Sono gestite anche farmacie gratuite, anch’esse basate sul volontariato e sulle donazioni di beni e servizi.
Ho parlato con Ilektra Bethymouti, psicologa e membro del gruppo iniziale che ha organizzato la prima Clinica Solidale a Salonicco, a proposito dell’assemblea nazionale delle Cliniche Solidali che si è tenuta alla fine di novembre. Ha cominciato condividendo la sorpresa provata da tutte le assemblee partecipanti nello scoprire che non c’erano più trenta Cliniche Solidali in Grecia, come tutte pensavano, bensì sessanta, e il numero sembra continuare ad aumentare. Ha anche sollevato immediatamente il problema rappresentato dalla nuova sfida posta dal governo e uno dei motivi dell’assemblea nazionale.
“Stanno emergendo molte cose; abbiamo più cliniche adesso; ne abbiamo circa cinquanta e questa è una delle cose che sono emerse nella grande assemblea che abbiamo appena tenuto. Contemporaneamente stanno cambiando la legge sul sistema sanitario e la questione è che cosa faremo al riguardo.
In base alla nuova legge chi attualmente non ha un sistema previdenziale si suppone abbia accesso al sistema sanitario pubblico; è una cosa nuova, l’accesso a tutti, ma al tempo stesso è qualcosa che gli ospedali non sembrano sapere e non aiutano o accettano pazienti. All’ultima assemblea nazionale che abbiamo tenuto lo scorso fine settimana, delle sessanta cliniche solidali solo ventisei si sono riuniti e hanno organizzato quello che abbiamo chiamato l’Osservatorio. Abbiamo deciso che dobbiamo scoprire che cosa sta succedendo negli ospedali, indagare e vedere se accettano disoccupati e persone senza previdenza sociale e, in caso contrario, perché. Ci sono alcuni criteri cui si devono attenere nell’accettare le persone ma finora c’è stato un gran numero di persone che non è stato in grado di essere ricevuto in ospedale. La legge è già stata approvata ma non è ancora rispettata. Sembra che i medici degli ospedali non siano informati riguardo a questa nuova legge.
Quando hanno approvato la legge, qualche mese fa, numerose Cliniche Solidali hanno cominciato a riflettere insieme e a chiedersi se fosse una buona idea continuare con le nostre Cliniche Solidali in generale o solo per gli immigrati. Poiché non avevamo idea di quale sarebbe stata la nostra identità se ci fosse stato accesso all’assistenza sanitaria per la gente. Abbiamo ora deciso tutti di continuare, perché non sappiamo come la situazione si risolverà e c’è ancora bisogno, dunque dobbiamo continuare.”
La modifica della legge sull’assistenza sanitaria è confusa, e lo è intenzionalmente. Da un lato è presentata come soluzione alla crisi in corso, (una crisi, naturalmente prodotta dalle politiche governative), visto che asseritamente crea accesso all’assistenza sanitaria per tutti. D’altro canto questo nuovo sistema di assistenza sanitaria è modellato sul sistema tedesco e dunque non è interamente gratuito o accessibile per ogni servizio o bisogno. Come ha spiegato Ilektra:
“Nel momento stesso in cui offrono assistenza sanitaria alla maggioranza – tuttora non a tutti – si tratterà di un sistema di assistenza sanitaria più costoso, più simile al sistema tedesco. Sarà privatizzato, nel senso che ogni tipo di cura avrà un tetto, così per esempio se hai bisogno di un intervento chirurgico e ti occorrono quattro giorni di convalescenza, ma per motivi finanziari il nuovo sistema ne consente solo tre, allora avrai solo tre giorni di copertura, altrimenti l’ospedale incorrerà in un deficit. Immagina: lo stipendio di un medico potrebbe dipendere da questo genere di cose. Nel momento stesso in cui c’è “accesso” stanno imponendo un prezzo ai servizi e potresti non essere in grado di ottenere ciò di cui hai bisogno.
E’ equivoco a ogni livello. Sembra che stiano offrendo assistenza sanitaria pubblica ma si stanno riprendendo indietro qualcosa. Il governo sta fissando i prezzi con gli ospedali e con il settore privato; fisseranno i prezzi insieme. Dunque di qualsiasi cosa tu abbia bisogno ci sarà un prezzo fissato e non potrai ricevere più di quello, anche se ne hai bisogno. Alcuni dei medici stanno protestando, ma la nuova legge è davvero complicata. Nella nostra Clinica Solidale, ad esempio, abbiamo dovuto creare molti gruppi nuovi per studiare questa nuova legge per cercare di capire di cosa si tratta e che cosa faranno. E’ davvero difficile e abbiamo dovuto studiare molto. E ancora così tanti non la conoscono. “
Una delle altre sfide sorte riguarda il tipo di assistenza che è e sarà fornita. Le Cliniche Solidali stanno creando una nuova visione – basata sulla pratica – dell’assistenza sanitaria e della salute in generale. Sono organizzate da professionisti della medicina, da pazienti e dalla comunità più generale. La gran maggioranza utilizza forme orizzontali di organizzazione, tiene assemblee regolari cui tutti possono partecipare e cerca di abbattere la divisione tra professionisti e persone servite. Non accetta fondi dallo stato né ha rapporti con esso. Tutto il denaro arriva da donazioni di non associati. Le Cliniche Solidali sono autonome da tutti i gruppi e partiti politici.
Noi crediamo nell’auto-organizzazione e la vogliamo perché quello che stiamo realizzando con l’auto-organizzazione è qualcosa di più che rendere un servizio; quello che stiamo organizzando tra di noi è qualcosa di nuovo. Auto-organizziamo le Cliniche Solidali con assemblee orizzontali; le assemblee si tengono in ogni specialità, nell’intera clinica e poi a livello nazionale. Questa è una nuova esperienza e vogliamo proseguirla.
Ciò che l’auto-organizzazione ci dà è l’occasione di realizzare quella che chiamiamo un’assistenza sanitaria diversa, un tipo diverso di salute e questo è ciò che abbiamo realizzato sinora. Nella nostra clinica, ad esempio, abbiamo un gruppo di assistenza sanitaria alternativa e stiamo cercando di cambiare il rapporto tra esperto medico e chi non conosce i propri diritti o non ha la stessa competenza. Stiamo cercando di modificare questo tipo di rapporti e lo stiamo facendo in modi molto concreti. Cioè stiamo scoprendo vie insieme con l’auto-organizzazione e ciò cambia l’idea di esperto, di assistenza sanitaria, di come ci organizziamo tra medici e riguardo ai farmaci. E abbiamo così tante altre domande cui non abbiamo ancora risposto, ma vogliamo lavorare su di esse e possiamo trovare le risposte. Questo è molto diverso dall’avere un sistema di assistenza sanitaria solo con i suoi pro e contro.”
Non è chiaro che cosa farà la Syriza, se eletta, a proposito delle Cliniche Solidali e anche di altri progetti auto-organizzati, quali fabbriche recuperate e io spero che, come ha fatto il governo venezuelano con i Consigli Comunitari e le Comuni, incoraggerà tali sviluppi del potere dal basso. Spero veramente che quelli che lavorano nelle cliniche e nelle fabbriche auto-organizzate continueranno a organizzarsi e a premere con forza per garantire questi risultati.
Ilektra Bethymouti è una psicologa, terapeuta e formatrice. E’ impegnata attivamente in iniziative socio-politiche per i diritti dei cittadini nell’area della salute (mentale). E’ membro della Clinica della Pratica della Solidarietà Sociale (www.kiathess.gr) e dell’Osservatorio Ellenico sui Diritti nel Campo della Salute Mentale (http://mentalhealthhellenicobservatory.wordpress.com) a Salonicco, Grecia.
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