video Alberto Spaziani
Fiume Cosa croce, molta, e delizia, quasi nulla, della città
di Frosinone. La bonifica, la
riqualificazione e la valorizzazione del
fiume che attraversa Frosinone, sono stati i punti programmatici
principali di tutti i candidati a sindaco che hanno partecipato alle varie
contese elettorali degli ultimi decenni. Buoni propositi, risultati zero.
Il
parco fluviale da strutturare sulle sponde del corso d’acqua, pure è stato oggetto
di programmi, progetti, convention e simposi di varia natura. In realtà, lungo le sponde del Cosa, in questi ultimi anni molto è stato realizzato. Non certamente
un parco ma dei bei palazzoni, vista fiume, frutto della speculazione edilizia
che devasta la città dal dopoguerra ad oggi.
Il fiume, il cui corso in parte è
stato deviato , si vendica erodendo, con il suo incessante scorrere, il piede
della collina che sostiene il viadotto Biondi. Proprio il corso d’acqua è stato una delle cause della frana del
versante, in concorrenza con gli innumerevoli scarichi fognari abusivi che
hanno inzuppato il terreno di arenaria.
In verità una parte attiva di cittadinanza si è adoperata per difendere
questa ricchezza naturale e non lasciare
che si sciogliesse nell’oblio di una insignificante fogna a cielo aperto. Molte associazioni ambientaliste, da
Zerotremilacento a Frosinone Bella e Brutta, hanno incalzato politici e
amministratori affinchè si curassero del fiume di Frosinone.
Sono stati organizzati eventi lungo le sponde, mostre d’arte, reading poetici, installazioni . Gli stessi cittadini ripulendo e curando
alcune aree del greto hanno riportato in
vita e alla fruibilità di tutta la
comunità scorci affascinanti, come la cascata dello Schioppo. Un attività mortificata dall’insensibilità di
qualche avido proprietario terriero che ha recintato il posto, bollato come
proprietà privata, scippandolo alla collettività e lasciandolo di nuovo al suo
destino di degrado.
Recentemente”
l’affaire Cosa” è tornato ad animare propositi e programmi. Lo strumento scelto per la riqualificazione e
la valorizzazione del corso d’acqua è il “Contratto di fiume”. Un comitato
operativo formato dalla Provincia e dal Comune di Frosinone in collaborazione
con un rappresentante del coordinamento delle associazioni ambientaliste sta lavorando per ottenere i
benefici del “Contratto di fiume”. Una cabina di regia è stata insediata per attivare le procedure necessarie tese alla riqualificazione del
Cosa. Non sappiamo se il tutto finirà
come la miriade di altri progetti, partiti e mai giunti a conclusione, lo
scopriremo solo vivendo.
Ad oggi però, stando alla relazione del piano di
gestione acque del Distretto Idrografico
dell’Appennino Meridionale, che è la zona in cui ricade il bacino del fiume
Sacco compreso il suo più importante affluente , il Cosa, la situazione non è
delle migliori. I corsi d’acqua compresi nel distretto definito dalle regioni: Abruzzo, Basilicata, Lazio, Campania, Molise e
Puglia, vengono valutati e qualificati secondo una scala di valori ambientali che da pessimo e arriva a buono passando per i livelli di scadente e sufficiente.
La direttiva 2000/60 CE che istituisce un
quadro per l’azione comunitaria in materia di acque stabilisce che entro
dicembre del 2015 tutti i corsi d’acqua del distretto compreso il Sacco ed il
Cosa dovranno raggiungere il livello ambientale di buono, pena l’avvio di una
procedura d’infrazione in sede UE.
Nella
citata relazione il fiume Cosa è classificato a livello di “pessimo” dall’impianto
di depurazione di Frosinone fino alla confluenza nel Sacco e “scadente” dalla
confluenza del F.sso Bagno, presso Alatri, fino al depuratore di Frosinone.
Ricordiamo che dal fosso Bagno in poi il fiume per un fenomeno carsico sparisce. Si infiltra nel terreno e inizia a scorrere sotto terra di fatto scompare per ricomparire
nei pressi di Trisulti.
Le cause del pessimo stato ambientale sono da
attribuirsi alla mancata regolamentazione degli scarichi oltre che ad un sistema di collegamento e
depurazione della acque reflue del tutto
insufficiente, quando non funzionante. Sembra ormai evidente che la
multa dell’Unione Europea non ce la toglie nessuno.
Ma com’era il fiume Cosa dieci anni fa? Il prezioso documento video realizzato dal
pittore Alberto Spaziani, illustra in modo chiaro e suggestivo lo stato
ecologico ed ambientale del fiume.
In un escursione effettuata nell’agosto del ’95 l’artista frusinate ha
ripercorso l’asta fluviale dalla confluenza nel Sacco, fino alle sorgenti di
Ponte dei Santi oltre la Certosa di Trisulti.
Il titolo del video è
emblematico. “Alla ricerca del fiume perduto”.
Già un decennio fa era radicato il timore di dover perdere una bellezza
naturale e paesaggistica di inestimabile valore. Il filmato di Alberto Spaziani mostra la forza della natura che riesce a nascere,
riprodursi e prosperare dibattendosi fra
inquinamento e degrado. A dieci anni di distanza nulla è cambiato, anzi la
situazione è decisamente peggiorata.
Speriamo che questa preziosa testimonianza possa svegliare le coscienze
di chi governa il territorio, e lo induca a spendersi realmente nella difesa e
nella valorizzazione del nostro disastrato fiume.
Tutto bene ma c'è d'aggiungere che nel Coordinamento per il “Contratto di fiume per il fiume Cosa”, (e non Comitato... ma, cambia poco...), si è inserita convintamente anche la Regione Lazio ed elogiando le associazioni per aver dato concretezza ad un così importante progetto partito dal basso, ci ha messo a disposizione anche la propria sede per la cabina di regia. Preciso inoltre che, nel Coordinamento operativo, oltre alla Regione Lazio, Provincia e Comune di Frosinone, ci sono gli alti 6 comuni fluviali del Cosa (Guarcino, Alatri, Collepardo, Trevi nel Lazio, Veroli e Ceccano).
RispondiEliminaQui potete trovare tutti i dettagli sul Contratto firmato:
http://frosinonebellaebrutta.blogspot.it/2013/11/fiume-cosa-la-e-iniziata.html
L'associazione Frosinone Bella e Brutta, quale promotrice della rete di associazioni e comitati che ci siamo costituiti per formare il Coordinamento, staremo con Occhi Vigili sui sottoscrittori del contratto, ad evitare che il tutto finisca come la miriade di altri progetti, partiti e mai giunti a conclusione. Grazie Luciano per il bel servizio ma la precisazione era d'obbligo. Saluti Luciano Bracaglia