Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 9 febbraio 2015

"Cosa". Un fiume perduto e non ancora ritirovato

Luciano Granieri 
video Alberto Spaziani


Fiume Cosa croce, molta, e delizia, quasi nulla, della città di Frosinone.  La bonifica, la riqualificazione e la valorizzazione del  fiume che attraversa Frosinone, sono stati i punti programmatici principali di tutti i candidati a sindaco che hanno partecipato alle varie contese elettorali degli ultimi decenni. Buoni propositi, risultati zero. 

Il parco fluviale da strutturare sulle sponde del corso d’acqua, pure è stato oggetto di programmi, progetti, convention e simposi di varia natura.  In realtà, lungo le sponde  del Cosa, in questi ultimi  anni molto è stato realizzato. Non certamente un parco ma dei bei palazzoni, vista fiume, frutto della speculazione edilizia che devasta la città dal dopoguerra ad oggi. 

Il fiume, il cui corso in parte è stato deviato , si vendica erodendo, con il suo incessante scorrere, il piede della collina che sostiene il viadotto Biondi. Proprio il corso d’acqua è  stato una delle cause della frana del versante, in concorrenza con gli innumerevoli scarichi fognari abusivi che hanno inzuppato il terreno di arenaria.  

In verità una parte attiva di cittadinanza si è adoperata per difendere questa ricchezza naturale  e non lasciare che si sciogliesse nell’oblio di una insignificante  fogna a cielo aperto.  Molte associazioni ambientaliste, da Zerotremilacento a Frosinone Bella e Brutta, hanno incalzato politici e amministratori affinchè si curassero del fiume di Frosinone.  

Sono stati organizzati eventi lungo le sponde, mostre d’arte, reading poetici, installazioni .  Gli stessi cittadini ripulendo e curando alcune aree del greto  hanno riportato in vita  e alla fruibilità di tutta la comunità scorci affascinanti, come la cascata dello Schioppo.  Un attività mortificata dall’insensibilità di qualche avido proprietario terriero che ha recintato il posto, bollato come proprietà privata, scippandolo alla collettività e lasciandolo di nuovo al suo destino di degrado.  

Recentemente” l’affaire Cosa” è tornato ad animare propositi e programmi.  Lo strumento scelto per la riqualificazione e la valorizzazione del corso d’acqua è il “Contratto di fiume”. Un comitato operativo formato dalla Provincia e dal Comune di Frosinone in collaborazione con un rappresentante del coordinamento delle associazioni  ambientaliste sta lavorando per ottenere i benefici del “Contratto di fiume”. Una cabina di regia è stata insediata  per attivare le procedure  necessarie tese alla riqualificazione del Cosa.  Non sappiamo se il tutto finirà come la miriade di altri progetti, partiti e mai giunti a conclusione, lo scopriremo solo vivendo. 

Ad oggi però, stando alla relazione del piano di gestione acque  del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale, che è la zona in cui ricade il bacino del fiume Sacco compreso il suo più importante affluente , il Cosa, la situazione non è delle migliori. I corsi d’acqua compresi nel distretto definito dalle regioni:  Abruzzo, Basilicata, Lazio, Campania, Molise e Puglia, vengono valutati e qualificati secondo una scala di valori ambientali   che  da pessimo e arriva a buono passando per  i livelli di scadente e sufficiente. 

La direttiva 2000/60 CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque stabilisce che entro dicembre del 2015 tutti i corsi d’acqua del distretto compreso il Sacco ed il Cosa  dovranno raggiungere il livello  ambientale di buono, pena l’avvio di una procedura d’infrazione in sede UE.  

Nella citata relazione il fiume Cosa è classificato a livello di “pessimo” dall’impianto di depurazione di Frosinone fino alla confluenza nel Sacco e “scadente” dalla confluenza del F.sso Bagno, presso Alatri, fino al depuratore di Frosinone. Ricordiamo che dal fosso Bagno in poi il fiume per un fenomeno carsico sparisce.  Si infiltra nel  terreno e inizia a scorrere sotto terra di fatto scompare per ricomparire nei pressi di Trisulti.  

Le cause del pessimo stato ambientale sono da attribuirsi alla mancata regolamentazione degli scarichi oltre che  ad un sistema di collegamento e depurazione  della acque reflue del tutto insufficiente, quando non funzionante.  Sembra ormai  evidente che la multa dell’Unione Europea non ce la toglie nessuno.  

Ma com’era il fiume Cosa dieci anni fa?  Il prezioso documento video realizzato dal pittore Alberto Spaziani, illustra in modo chiaro e suggestivo lo stato ecologico ed ambientale del fiume.  In  un escursione effettuata  nell’agosto del ’95 l’artista frusinate ha ripercorso l’asta fluviale dalla confluenza nel Sacco, fino alle sorgenti di Ponte dei Santi oltre la Certosa di Trisulti. 

Il titolo del video è emblematico. “Alla ricerca del fiume perduto”.  Già un decennio fa era radicato il timore di dover perdere una bellezza naturale e paesaggistica di inestimabile valore.  Il filmato di Alberto Spaziani mostra  la forza della natura che riesce a nascere, riprodursi  e prosperare dibattendosi fra inquinamento e degrado. A dieci anni di distanza nulla è cambiato, anzi la situazione è decisamente peggiorata.  Speriamo che questa preziosa testimonianza possa svegliare le coscienze di chi governa il territorio, e lo induca a spendersi realmente nella difesa e nella valorizzazione del nostro disastrato fiume.






1 commento:

  1. Tutto bene ma c'è d'aggiungere che nel Coordinamento per il “Contratto di fiume per il fiume Cosa”, (e non Comitato... ma, cambia poco...), si è inserita convintamente anche la Regione Lazio ed elogiando le associazioni per aver dato concretezza ad un così importante progetto partito dal basso, ci ha messo a disposizione anche la propria sede per la cabina di regia. Preciso inoltre che, nel Coordinamento operativo, oltre alla Regione Lazio, Provincia e Comune di Frosinone, ci sono gli alti 6 comuni fluviali del Cosa (Guarcino, Alatri, Collepardo, Trevi nel Lazio, Veroli e Ceccano).
    Qui potete trovare tutti i dettagli sul Contratto firmato:
    http://frosinonebellaebrutta.blogspot.it/2013/11/fiume-cosa-la-e-iniziata.html
    L'associazione Frosinone Bella e Brutta, quale promotrice della rete di associazioni e comitati che ci siamo costituiti per formare il Coordinamento, staremo con Occhi Vigili sui sottoscrittori del contratto, ad evitare che il tutto finisca come la miriade di altri progetti, partiti e mai giunti a conclusione. Grazie Luciano per il bel servizio ma la precisazione era d'obbligo. Saluti Luciano Bracaglia

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