L’elezione ampiamente annunciata del nuovo Presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, ha dato agio ai media di scrivere e trasmettere
una quantità smodata di servizi, sulla persona, sul politico, sul giudice
costituzionale. Ovviamente la figura di questo democristiano ortodosso si è dilatata e distorta a seconda della
faziosità dei media. Assodata la sobrietà dei
modi, la Panda grigia, il lucido
silenzio, la volontà di ascolto, e la inossidabile intransigenza nel valutare le questioni giuridiche,
le valutazioni sono state diverse e spesso contrapposte.
Da un lato si è evidenziato il suo
coraggio nel dimettersi da ministro del governo Andreotti in dissenso all’approvazione della legge Mammì sull’emittenza radiotelevisiva,
enorme regalo fatto a Berlusconi, dall’altro qualche voce contraria ha ricordato
come nel 1998 Mattarella, capogruppo dei deputati del
Partito Popolare Italiano nel governo
Prodi , contribuì, lasciando libertà di voto
ai suoi Parlamentari sulla richiesta di arresto per Cesare Previti, a salvare l’avvocato dell’odiato Berlusconi
dalla galera.
Mentre la maggior parte dei quotidiani lo ha incensato come icona della lotta alla mafia,
per via del terribile omicidio con cui
Cosa nostra nel gennaio del 1980 uccise il fratello Piersanti ,allora Presidente
della Regione Sicilia, altri hanno ricordato le frequentazioni non certo
cristalline del padre, Bernardo
Mattarella, uno dei fondatori, assieme a
De Gasperi, della Dc, più volte ministro negli anni ’50. Accuse all’onorevole Bernardo, in relazione a presunte collusioni
mafiose giunsero anche dal criminale Gaspare Pisciotta e dall'attivista Danilo Dolci. Rimanendo in ambito familiare i
detrattori ricordano anche l’altro
fratello, Antonio, in rapporti finanziari, non propriamente ortodossi, con Enrico Nicoletti ex cassiere della banda della Magliana. Una figura, quella di Antonio, omessa dalla maggior parte degli
organi di informazione manistream.
Analizzando la figura del ministro della
difesa del governo D’Alema , molti lo
ricordano per l’abolizione del servizio militare obbligatorio, altri per aver autorizzato
la partecipazione del nostro esercito al conflitto nei Balcani negando, in
seguito, che la Nato avesse usato proiettili all’uranio impoverito, causa delle
terribili leucemie linfoblastiche che colpirono i soldati italiani inviati a
combattere in quello scenario di guerra.
Molti ricordano la sua intransigenza nel
rispetto della Costituzione. Sempre in
qualità di capogruppo alla Camera dei Popolari, il cattolicissimo Mattarella,
in commissione affari costituzionali,
votò in favore della costituzionalità di norme relative ai diritti delle coppie di fatto e alla fecondazione eterologa. In una lettera
inviata al giornale dei Vescovi “Avvenire” Mattarella spiegò così la decisione “
La legge non viola la carta, ma affermarlo non significa condividerne il contenuto”
Infatti il voto favorevole relativo esclusivamente all’ammissibilità costituzionale,
si trasformò in negativo, nel merito dei contenuti, in aula.
Come si vede in
questi giorni si è letto, sentito e visto, tutto e li contrario di tutto. E’ evidente che l’elezione di Mattarella
mette a nudo un percorso storico disarmante per la mia generazione: siamo nati e cresciuti
democristiani, abbiamo messo su famiglia nell’era berlusconiana e diventeremo vecchi di nuovo in regime
democristiano . Purtroppo la colpa di questo
sciagurato percorso è da attribuire proprio alla nostra
generazione, ma questo è un altro discorso.
Personalmente il battage mediatico
mi interessa il giusto. Nella rassegnazione di morire democristiano, mi
piacerebbe almeno che questo nuovo Presidente mostri realmente intransigenza
nella difesa della Costituzione. Nei prossimi giorni molta sarà la merda che dal governo arriverà
sul tavolo dell’inquilino del Colle: l’abuso ingiustificato dei decreti legge , come la riforma delle banche popolari che avrà effetti fra 18 mesi e
dunque senza i requisiti d’urgenza
necessari per diventare un decreto, la
legge elettorale (Italicum) che contiene norme già bocciate da quella Corte
Costituzionale di cui Mattarella era
esponente, una riforma del Senato
inaccettabile, il decreto fiscale in
cui è stato inserito un comma (il famoso 19 bis salva Berlusconi) in un fase inappropriata , cioè successiva all’approvazione del consiglio dei
ministri , tanto da prefigurare il reato di falso in atto pubblico. Mattarella dovrebbe apporre la sua firma su tutta
stà monnezza. Lo farà?
Io sostengo però che se il neo Presidente avesse a cuore
la Costituzione, in qualità di ex
giudice costituzionale dovrebbe agire ben prima. Nel rispetto della sentenza n. 1 del 2014
della Corte Costituzionale, che sancisce l’incostituzionalità del sistema
elettorale determinate nella formazione del
l’attuale Parlamento e del relativo
Governo, Il Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella dovrebbe esortare lo stesso Parlamento a definire una nuova legge
elettorale che tenga conto della sentenza
n. 1 2014, ( senza liste
bloccate e premi di maggioranza). Dopodichè sciogliere le Camere elette
con una legge incostituzionale, indire nuove elezioni con la nuova norma,
formare il nuovo Parlamento in base al risultato di elezioni regolari, quindi dimettersi, perché anch’egli eletto da Camere costituzionalmente illegittime.
Ciò in modo da consentire l’elezione di
un nuovo Presidente della Repubblica, che, a questo punto, avrà legittimazione costituzionale. Mattarella avrà le schiena così dritta da
ridare legittimità costituzionale e autorevolezza al Parlamento, al Governo e alla figura del Presidente della Repubblica?
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