Sabato 14 marzo 2015, nell’ambito di una vasta operazione di
riaffermazione della legalità e dell’obbedienza civile, la "brigata esattoriale
popolare dei diritti della Provincia di
Frosinone" si è messa in marcia per
consegnare due notizie d’infrazione.
Partendo dalla Villa Comunale di
Frosinone, la brigata si è recata presso gli uffici di Acea ATO5 . Sotto due
pennacchi di fumo azzurro, raffiguranti il diritto all’acqua che, per colpa di Acea, sta andando in fumo
per i cittadini della Provincia, è stato
consegnato al gestore del servizio idrico un avviso di rescissione contrattuale
per colpa. Una risoluzione sancita dalla segreteria tecnica che ha già messo in mora Acea Ato5 dimostrandone ampiamente le
inadempienze.
Durante il percorso, necessario a
raggiungere i destinatari del secondo avviso d’infrazione, la "brigata
esattoriale popolare dei diritti della Provincia
di Frosinone", ha reclamato
presso il Governo il ripristino della legalità nel rispettare ciò che i
cittadini hanno deciso e sancito con il referendum del 2011 sulla gestione partecipata dell’acqua. Inoltre ha diffidato il Governo stesso a non ostacolare la promulgazione delle linee guida necessarie all'attuazione della legge d’iniziativa popolare sulla gestione pubblica del servizio idrico, approvata
all’unanimità dalla Regione Lazio.
Il ricorso alla Corte
costituzionale contro questa direttiva, operato dall’Esecutivo targato Renzi, oltre che essere nel merito immotivato, lede il diritto di quei cittadini che
hanno visto approvare una norma proposta da loro stessi. Si è quindi diffidato il già citato Esecutivo a porre in essere atti tesi a
tutelare un gestore privato, agevolandone l’acquisizione del servizio idrico
per tutto il centro Italia, contro gli interessi dei cittadini.
Dopo aver
percorso, Via Aldo Moro, svoltato dal campo sportivo per viale Mazzini, percorso
C.so della Repubblica, finalmente, la brigata esattoriale popolare dei diritti è giunta nel luogo di consegna dell’altro
avviso. Presso la sede della Provincia,
nonché sede dell’autorità d’ambito, e del suo presidente Antonio Pompeo, è stato recapitato un’avviso di sfratto ai
sindaci della consulta. Grazie all’approvazione della già citata legge d’iniziativa
popolare che elimina gli Ato, promuovendo i nuovi ambiti di bacino
idrografico, i sindaci ignavi, non tutti per la verità, non
hanno più titolo a rimanere in un organismo decaduto che, nato per tutelare i
cittadini contro gli abusi del gestore privato, è diventato una suburra dove
privilegi e regalie pervadono i rapporti di alcuni primi cittadini con l’azienda
privata.
Ma da chi era costituita
questa "brigata esattoriale popolare dei diritti"? Era un’insieme di associazioni, movimenti e cittadini stanchi dei soprusi di Acea, dell’inettitudine dell'assemblea dei sindaci e dei loro presidenti che non hanno mai tutelato
gli interessi della collettività , così
come loro dovere istituzionale.
Nella
brigata non sono mancate intrusioni di soggetti
che nulla avevano a che vedere con una tale operazione di ripristino della legalità. Anche
qualche esponente parlamentare e amministratore locale si è iscritto . La missione può infine dirsi compiuta. Gli avvisi di risoluzione e di sfratto sono stati consegnati ai rispettivi destinatari . Ma è necessario che la "brigata
esattoriale popolare dei diritti della
Provincia di Frosinone" diventi molto più numerosa e decisa. Solo così potrà
riuscire quell’operazione di ripristino della legalità e dei principi
democratici sfregiati dal perverso connubio fra speculazioni private e
interessi e di bottega elettorale, che stanno minando la dignità della nostra
sopravvivenza.
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