Il segretario provinciale del PCd’I
Premesso che siamo nella confusione più completa per quanto
riguardo il riordino delle provincie che sta causando notevoli danni ai
cittadini. In questo quadro appare con molta evidenza la confusione che si sta
sviluppando per quanto riguarda le politiche del lavoro e per i centri
dell’impiego. È certo che il lavoro non è più competenza della provincia,
quindi, i 90 dipendenti attualmente in pianta all’organico sono in una fase di basso utilizzo. La cosa
grave è che il jobs act rimanda ad un nuovo decreto sia l’istituzione del NASPI
e sia l’utilizzo del centro per l’impiego.
A questo punto noi Comunisti riteniamo che l’agenzia nazionale del
lavoro debba inglobare i centri per l’impiego e gestire mobilità, cassa integrazione e disoccupazione. Inoltre
riteniamo utile che l’accorpamento delle varie agenzie, come per esempio Italia
Lavoro e ISFOL, in un'unica agenzia. Le politiche attive del lavoro vanno
trasferite a questa nuova agenzia e riteniamo che la formazione debba tornare
al centro della di queste politiche.
In tante realtà la formazione è gestita in modo egregio,
altre in modo disastroso e questo comporta un costo e degli sperperi che non
possiamo più permetterci.
I dipendenti dei centri dell’impiego sono in età avanzata,
in quanto non vi sono state assunzioni negli ultimi 15 anni, e avranno la
difficoltà ad una riconversione informatica, che oggi è fondamentale. Anche se
i nostri centri per l’impiego di Frosinone
hanno dato grande prova di capacità per quanto riguarda il reddito
minimo di inserimento negli anni 2000 e 2001, introdotto dal Governo Prodi nel
1998. Infatti la nostra provincia fu citata
dal Ministro del Lavoro come esempio di “buona pratica”.
È anche indispensabile unificare gli ispettori del lavoro,
quelli dell’INAIL, sotto la supervisione, o meglio il coordinamento, delle ASL.
Sono tutti provvedimenti che possono essere eseguiti immediatamente in modo da
offrire un miglior servizio al cittadino che sempre più vive il dramma della
disoccupazione.
È sicuro che l’occupazione si genera solo con investimenti
pubblici e privati, ma le politiche attive per il lavoro servono a fare
incontrare domanda e offerta di lavoro, e questo è fondamentale.
Nessun commento:
Posta un commento