Molti commentatori ed esponenti del Pd hanno accusato di ipocrisia i Deputati che ieri hanno lasciato l'aula rinunciando al voto sull'ultimo passaggio della riforma costituzionale, dopo aver accusato il Presidente del Consiglio di spendersi per esortare i cittadini a disertare le urne in occasione del referendum sulle trivelle. Chi accusa gli altri di esortare a non votare poi rinuncia egli stesso a non esprimersi ? Questo il concetto in estrema sintesi. Purtroppo come tutte le conclusioni semplicistiche anche questa suscita approvazione e consensi, ma il discorso è ben diverso. La genesi della DEFORMA è essa stessa un
inno all’ipocrisia e ai sotterfugi. Come
si ricorderà nella commissione affari costituzionali del Senato i membri piddini
contrari al dispositivo (Marco Minniti, Luciano Pizzetti, Vannino Chiti) sono stati proditoriamente sostituiti da
membri favorevoli al decreto Renzi-Boschi (Luigi Zanda, Roberto Cociancich,
Maurizio Migliavacca). Facile ottenere
il voto d'approvazione in commissione dopo aver epurato i dissidenti. Non è un
imbroglio questo? L’avesse fatto Berlusconi…..Ma torniamo al renziano
Cociancich, che si intesta, da bravo servo, un emendamento omnicomprensivo il
quale riassume e sostituisce tutti gli emendamenti dell’opposizione. Grasso lo
ammette in aula ignorando (o forse no) che, secondo il regolamento del Senato, una proposta di modifica non può essere
riassuntiva di quelle già presentate, ma deve proporre elementi nuovi e
originali. Pare, fra l’altro, che il provvedimento in questione sia stato scritto da Paolo
Aquilanti, ex capo di gabinetto del
ministro Boschi. I servi evidentemente, se non avessero qualcuno che li imbeccasse, resterebbero nel loro limbo di nullità. In
sostanza il blitz di Cociancich fa saltare le trappole dei voti segreti e il
dibattito al Senato su una riforma, quella costituzionale, che invece avrebbe
bisogno di approfondimenti ed analisi, perché
determina le regole del gioco per tutti
e per le legislazioni future. Si
dirà che gli emendamenti erano troppi, che la discussione sarebbe andata
per le lunghe. E da quando una riforma costituzionale è provvedimento di
urgenza? Proprio la stessa Costituzione
sancisce che alle leggi costituzionali non si applicano le modalità di urgenza
previste, ove sia necessario, per l’approvazione delle altre norme. E’ evidente che il pronunciamento di
Palazzo Madama è stato “acchitattato”, per evitare che un regolare dibattito e
successiva votazione parlamentare, in presenza di una maggioranza non certa e di
faide interne al Pd, affossassero il provvedimento
. Il testo arrivato alla Camera quindi, dove invece la maggioranza
ha i numeri, è il risultato di una partita truccata. Allora vi chiedo : Come vi comportereste se , seduti ad un tavolo di poker, vi rendeste conto che la partita che si sta per
giocare è truccata? Vi alzereste e salutereste la compagnia per evitare di
essere presi in giro. E’ quello che hanno fatto le opposizioni ieri alla
Camera. Fra l’altro mentono i pasdaran renziani, (sapendo di mentire, o perché
ignoranti) anche sul referendum contro le trivelle. Le autorizzazioni cui si vuole
togliere la scadenza, prevedono che per la durata della concessione, illimitata secondo la nuova legge, o comunque legata allo svuotamento completo dei
pozzi, sia possibile effettuare prospezioni e sondaggi per la scoperta di altri
giacimenti. Ma ci prendete per il
culo? Quello che esce dalla porta della
modifica della legge di stabilità sulla possibilità di effettuare nuove ricerche di idrocarburi in mare, scongiurando
uno dei quesiti referendari , entra
dalla finestra della durata illimitata delle autorizzazioni con prospezioni già in previsione. Del resto sostenere
l’interesse pubblico di certi provvedimenti, dopo la vergogna della vicenda
Guidi, mi sembra quantomeno penoso. Infine legare l’esito del referendum costituzionale
alla permanenza in carica del Presidente
del Consiglio è
palesemente scorretto. Una riforma Costituzionale è di
origine parlamentare, o almeno dovrebbe esserlo. Né il governo e men che meno il Presidente
del Consiglio, secondo le regole istituzionali, dovrebbero
esprimere giudizi in merito, perché l’Esecutivo non ha competenza
su provvedimenti di origine parlamentare. Non conoscere e non rispettare
questa etica è indice di indisciplina istituzionale per un Presidente del Consiglio. Ricordo infatti che l’art.54 della Costituzione recita al comma 2: I cittadini cui sono
affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed
onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge. Se si rispettasse questo articolo Renzi non dovrebbe aspettare l'esito eventualmente contrario del referendum per dimettersi, dovrebbe farlo subito.
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