Come specificato in conferenza stampa da Severo Lutrario per il Comitato Provinciale acqua Pubblica, alla fine della manifestazione, i movimenti avrebbero consegnato al Prefetto una lettera da inoltrare al Governo. La missiva per precisa richiesta del Prefetto stesso è stata consegnata anticipatamente. Di seguito il testo della lettera.
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
signor Matteo Renzi
Palazzo Chigi
ROMA
Frosinone, 27 maggio 2016
per il tramite della Prefettura di
FROSINONE
oggetto: ritiro della
bozza di Testo Unico dei Servizi Pubblici Locali a rilevanza economico generale
Signore,
coloro
che scrivono questa nota sono cittadini che hanno avuto la ventura di
sperimentare sin dal 2003/2004 sulla loro pelle e sul loro territorio cosa
significhi nella realtà di ogni giorno l'affidamento ad un privato della
gestione di un bene indispensabile alla vita come l'acqua: una drastica caduta
della qualità del servizio e della risorsa ed un aumento esponenziale dei costi
giunti a livelli da rappresentare una vera e propria emergenza sociale.
Chi scrive conosce perfettamente
sulla propria pelle cosa significhi la privatizzazione della gestione del
servizio pubblico, con cui gli interessi economici ed il profitto del gestore
privato prevalgono su qualunque considerazione delle sue malefatte, delle sue
inadempienze e su qualunque, per quanto elementare, criterio di giustizia.
Noi siamo la prova vivente e
dolente della falsità della Sua santificazione ideologica del mercato.
Ma noi siamo anche parte di quei
ventisei milioni e mezzo di cittadini, di popolo sovrano, che nel 2011, con il
loro SI hanno chiaramente detto NO alla cessione ai privati della gestione dei
servizi pubblici.
Che con il loro SI hanno detto
che sull'acqua nessuno possa fare profitto.
Ora il Suo governo, non eletto
da nessun cittadino, profittando di un Parlamento di nominati e solo grazie
alla presenza di un numero record di voltagabbana, travalicando la stessa
delega ricevuta che prescrive comunque il rispetto del risultato referendario,
si accinge a calpestare la volontà del popolo sovrano.
Il Suo governo, non votato dai
cittadini, vuole imporre che tutti i servizi pubblici locali a rete, dall’acqua
ai rifiuti, dal gas ai trasporti, siano consegnati obbligatoriamente ai privati
e che le tariffe debbano comprendere “la remunerazione del capitale investito”.
Il Suo governo, non solo vuole
condannare noi a restate ostaggi e vittime del gestore privato, ma vuole
imporre a tutta l'Italia la nostra stessa condizione.
Il Suo governo vuole imporre che
la tragica condizione che noi viviamo sulla gestione dell'acqua sia estesa alla
fornitura di tutti i servizi pubblici.
Signore,
il
suo governo rappresenta una gravissima ed intollerabile gestione autoritaria
del potere che di democratico conserva solo la stanca ritualità.
Il Suo governo e la Sua
maggioranza senza alcun mandato popolare, nelle scorse settimane è arrivata a
stravolgere la proposta di legge di iniziativa popolare sulla gestione pubblica
dell’acqua, che nel 2007 406.000 cittadini avevano presentato, cancellando
proprio le norme sulla ripubblicizzazione del servizio. Ed ora questo scempio
autoritario è all’esame del Senato.
Non solo, nel Suo ruolo di
segretario del Partito Democratico sta imponendo che la giunta Zingaretti della
regione Lazio, in ossequio agli interessi di ACEA S.P.A., si accinga a tradire
senso e lettera dell’unica legge di iniziativa popolare mai approvata in
Italia, la n. 5 del 2014, sulla gestione dell’acqua nella Regione Lazio, che
questa stessa maggioranza e quello stesso Consiglio aveva approvato
all’unanimità.
Come cittadini e cioè come soggetti
titolari di diritti riconosciuti dalla Costituzione repubblicana, dichiariamo
oggi forte e chiaro che non siamo disposti ad accettare che i nostri diritti
siano trasformati dalle leggi del Suo governo in bisogni cui trovare soluzione
sul mercato, alle condizioni di mercato e per il profitto dello speculatore
privato.
Oggi, come cittadini, come quel
popolo sovrano che “ha deciso” nel 2011,
intimiamo a Lei ed al Suo governo di fermarsi e non procedere oltre sulla
strada della privatizzazione dei servizi pubblici.
Non chiediamo, non avanziamo
suppliche, intimiamo, avvertendo che comunque non saremo disposti a subire di
essere ridotti a servi senza diritti, aggiogati ai potentati
economico-finanziari a cui il Suo governo risponde.
Oggi, in piazza abbiamo acceso
un grande falò e lo abbiamo alimentato con le fatture di ACEA ATO 5 S.p.A. in
un simbolico – per ora – rifiuto ad essere ridotti a cittadini senza diritti.
Un falò, perché il colore ed il calore
della nostra rabbia e della nostra determinazione arrivi sino a Roma, prima che
sia troppo tardi.
Comitato
Provinciale Acqua Pubblica Frosinone
Nel concordare le modalità della manifestazione, in questura, è stato vietato il faone perchè vige il divieto di accendere fuochi . Ma è intenzione del Comitato Provinciale Acqua Pubblica di Frosinone illuminare ugualmente la piazza con un bel falò Di seguito il comunicato del Comitato inviato al Questore .
Al Sig. Questore
della Provincia di Frosinone
Frosinone, 25 maggio 2016
oggetto:
disposizioni in ordine alla fiaccolata di venerdì 27 maggio 2016
Signore Questore,
in relazione a quanto disposto in ordine
alla manifestazione di cui all'oggetto, preso atto delle stesse, il Comitato
Provinciale Acqua Pubblica di Frosinone Le comunica l'impossibilità dello
stesso ad uniformarsi al divieto di accensione di fuochi che, se rispettato,
impedirebbe la realizzazione del falò in piazza della Libertà.
Premesso
come sia intenzione del Comitato evitare ogni e qualsiasi rischio di danni a
persone e cose, e che a tale proposito si stanno approntando tutte le misure
del caso, il Comitato non ha alcuna intenzione di rimodulare la propria
protesta in ossequio di leggi che limitano la libertà di manifestare mentre il
governo cancella quelle che tutelano i diritti dei cittadini per sostituirle
con norme che tutelano i potentati economico-finanziari di cui è interprete.
Col
suo divieto, signor Questore, rende la nostra protesta solo un po' meno
simbolica e nel comunicare la nostra piena e totale disponibilità ad assumerci
la responsabilità delle nostre azioni la avvertiamo che le forze dell'ordine
dovranno impedirci fisicamente di accendere il falò e di bruciare le bollette
di ACEA.
Se
in questo Paese i galantuomini sono i dirigenti di ACEA S.p.A. e gli
amministratori pubblici che ci hanno condotto in questa situazione, ci
onoreremo di essere annoverati tra le schiere dei malfattori.
Cordiali
saluti
per il Comitato Provinciale Acqua Pubblica
Frosinone
Severo Lutrario
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