Aut Frosinone, parteciperà domani 27 maggio 2016 alla fiaccolata per l’acqua e la difesa dei diritti, organizzata dal
comitato per l’acqua pubblica di Frosinone. La manifestazione dopo essere partita da
Piazzale Gramsci alle ore 19,00, si
concluderà con la 1° edizione del faone delle bollette che avrà luogo in
Piazzale Vittorio Veneto.
Il blog Aut-Frosinone, voce web dell’Osservatorio
Peppino Impastato, non può mancare.
Fra i tanti record negativi della nostra
Provincia, territorio fra i più inquinati d’Italia, con un tasso di disoccupazione fra i più alti del Paese, annovera anche la sperimentazione della gestione privata del
servizio idrico. Le ferite inferte alla popolazione da questa esperienza sono ancora aperte e
sanguinanti a partire dai 75 milioni di conguaglio che gravano sui cittadini
per le bollette 2006-2011. Come è noto per tale salasso dobbiamo ringraziare la
consulta dei sindaci guidata dal Presidente della Provincia, che si è ben
guardati da determinare la tariffa contestata nel 2007, decidendo di non
decidere.
Una deliberazione, per altro, che se assunta avrebbe portato Acea al
fallimento. Infatti la tariffa sarebbe stata calcolata secondo il metodo
normalizzato in vigore fino al 2013. Una procedura per la quale il cattivo
servizio del gestore, avrebbe comportato una decurtazione delle fatture a risarcimento dei danni subiti dagli utenti. Dunque i sindaci , chissà forse ammansiti dalla controparte privata , si sono fatti
commissariare. E la differenza fra l’importo del piano tariffario deciso dal commissario
e quello non deciso dai sindaci ha determinato il bel regalino dei 75milioni.
Se però si realizzeranno due sciagure
approntate del Governo Renzi, Acea potrà tranquillamente disporre delle tasche
dei cittadini senza dover rendere conto a chicchessia men che meno ai sindaci.
Non dovrà nemmeno darsi pena di
ammansire qualche amministratore recalcitrante. La prima polpetta avvelenata
risiede nel decreto Madia , alias Testo
Unico dei servizi pubblici locali a rilevanza
economica generale, già approvato dal consiglio di ministri e in attesa di esame nelle commissioni parlamentari. Nel
decreto è prevista l’immissione sul mercato e la liberalizzazione di tutti i
servizi pubblici locali di interesse economico generale, compresa l’acqua. Ne è interdetta la gestione pubblica, rafforzando il ruolo dei soggetti
privati e il principio della concorrenza.
Altro che tariffe calcolate secondo
il metodo normalizzato! A stabilire quando dovremo pagare per acqua, gas,
energia elettrica, trasporto urbano saranno le regole del mercato. I sindaci
pur indicati come organo di controllo, avranno semplice diritto di tribuna, non
è necessario ammansire il rompiscatole di turno semplicemente perché le scatole
non le potrà rompere più nessuno. Inoltre, e questo è il fatto più grave, nello
stesso decreto ritorna , nella determinazione della tariffa, l’adeguatezza della remunerazione del capitale
investito. Cioè si reintroduce la norma, scritta con le stesse identiche parole abrogata
nel referendum del 2011 da 26milioni di cittadini.
Pensate per sancire che sull’acqua
non si possano realizzare profitti non è stata sufficiente la deliberazione di
quasi la metà della popolazione italiana , mentre , se passa la riforma
costituzionale, combinata con l’Italicum, basteranno poco meno di 12milioni di
voti per permettere al capo di un partito di disporre a piacimento del Parlamento, del Governo, del Presidente
della Repubblica, della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della
Magistratura.
Ciò che emerge con forza dai colpi di mano del
governo Renzi è l’assoluto disprezzo per i cittadini, per il loro diritto ad
esercitare quella sovranità sancita dall’articolo 1 della Costituzione. Il
popolo non voterà per il Senato. Sceglierà il sindaco, ma questi non potrà
nulla di fronte alle decisioni del governo, forse, per questo motivo, il Pd
non si cura molto delle elezioni amministrative.
Riproporre nel decreto
Madia, con le stesse identiche parole una norma, cancellata da 26 milioni di
cittadini, significa avere un disprezzo totale per l’esercizio democratico. Per questo motivo
la fiaccolata di domani va oltre la vicenda dell’acqua, diventa una vera e
propria manifestazione contro l’autoritarismo e per evitare che ci vengano
scippati quei diritti democratici sanciti in Costituzione. A tale scopo sarà
presente anche un banchetto per la raccolta firme per l’indizione dei referendum istituzionali (Italicum, riforma
Renzi-Boschi), dei referendum sociali (scuola, sblocca Italia) e per la
presentazione di una petizione popolare affinchè venga ritirato il decreto
Madia. Domani essere presenti alla fiaccolata è fondamentale, per evitare di
essere depredati di quei pochi diritti che ancora ci rimangono.
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