Ieri sera Frosinone
alta e stata teatro di una manifestazione di ubbidienza civile. Come qualificare altrimenti la
fiaccolata organizzata dal Comitato Provinciale
per l’acqua pubblica che si è svolta da P.zza Gramsci., fino a Piazza
della Libertà ? Qui davanti alla Prefettura, innanzi alle attonite ma orgogliose figure bronzee di Nicola Ricciotti, Pietro Sterbini, Francesco
Arquatil Luigi Angeloni, Aonio Paleario , si è fatto un falò delle bollette con
cui Acea sta spolpando i cittadini della Provincia di Frosinone.
Circa trecento
persone si sono rese protagoniste di questo significativo gesto di ubbidienza
civile e legalità. Ieri sera si è fatta un po’ di confusione su cosa è illegale
e cosa è legale. Come sosteneva lo
scrittore americano Henry David Thoreau
nel suo libro del 1848 Civil Disobedience un cittadino ha il
diritto-dovere di rifiutarsi di obbedire a leggi che non rispettano i principi di giustizia equità e libertà, altrimenti
è un suddito.
Ieri la fiaccolata e il
faone delle bollette, hanno costituito un atto di ubbidienza
civile, perché si pretendeva il rispetto del referendum del 2011, in cui
26milioni di cittadini hanno abrogato la norma in cui si prevedeva l’adeguatezza del
capitale investito (cioè il profitto) nella determinazione della tariffa. Nel
merito è palese la condotta illegale a
antidemocratica del Governo Renzi il quale , attraverso il
decreto Madia sui servizi pubblici di rilevanza economica, vuole reintrodurre quella
stessa legge non degnandosi nemmeno di
cambiare una virgola dell’enunciato bocciato da 26milioni di cittadini. E’ un
dovere civico denunciare ed impedire che l’espressione democratica dei
cittadini venga calpestata così barbaramente.
Ma è altrettanto illegale e
criminale che una multiutility, per assicurare dividendi azionari milionari ai
propri azionisti -quelli veri di
minoranza (Gdf Suez, Caltagirone) non il Comune
di Roma socio silente di maggioranza i cui
sindaci passati e venturi sono stati invitati caldamente a non metter bocca- perseguiti
i Ciociari con bollette che sembrano tangenti. Ieri c’era
un utente, peraltro disoccupato, che
mostrava un “pizzo”di 14mila euro addebitato come conguaglio per il periodo
maggio 2012, marzo 2016.
E’ illegale che i sindaci incaricati di controllare,
per conto dei cittadini che li hanno eletti, la correttezza e l’adeguatezza del
servizio erogato da Acea, abbiano fatto l’esatto opposto. Non hanno avuto il
coraggio di esercitare la loro prerogativa di determinare una tariffa che, secondo
la norma vigente all’epoca dei fatti, avrebbe dovuto tenere conto delle
inadempienze della controparte privata e dunque condannare Acea ad una fatturazione da fallimento. Per questa
ignavia i cittadini ciociari sono costretti a corrispondere una multa di
75milioni. Legalità vorrebbe che a pagare il danno fossero colori i quali lo hanno
provocato, cioè i sindaci di tasca loro.
E’ illegale che il Questore di
Frosinone abbia provato a vietare il falò e l’utilizzo di altoparlanti, per impedire
ai Ciociari di esercitare il loro atto
di ubbidienza civile. Gli altoparlanti hanno ugualmente urlato la rabbia contro
Acea e il fuoco ha ugualmente sprigionato la sua simbolica forza purificatrice delle ingiustizie perpetrate dalla multi
utility romana. In questo caso ha prevalso il pensiero di Thoreau per
cui è giusto che i cittadini, non i sudditi, non rispettino norme contrarie ai principi di giustizia
eguaglianza e libertà.
Il segnale mandato ieri dai manifestanti è stato forte e
chiaro. Non intendono essere sudditi, piegando la testa, alle multinazionali, ai Governi
che le sostengono a ai sindaci, loro si, sudditi di Acea. Da piazza della
Libertà, davanti alle figure bronzee di Nicola Ricciotti, Pietro Sterbini,
Francesco Arquatil Luigi Angeloni, Aonio Paleario, insieme al fumo delle bollette
si è levato alto il grido di rivendicazione
del diritto di cittadinanza. Speriamo che questo messaggio forte e
chiaro sia arrivato agli altri. A quelli che non c’erano, a quelli che se non
si ribellano a quelli che continueranno a rimanere sudditi condannando la comunità tutta a pagare il pizzo ad Acea.
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