Di seguito il comunicato
ufficiale e i commenti degli avvocati Felice Besostri e Enzo Palumbo, affinché
ci si renda personalmente conto dell'interpretazione di non totale chiusura
della decisione della Corte. Occorre tenere conto, che al fine di evitare una
decisione del Senato analoga a quella della Camera sono stati presentati i
primi due conflitti relativi alla legge n. 52/2015 e che il terzo ricorso
depositato in data 30 ottobre u.s. individuava il Rosatellum con il numero di
Atto Senato affinché ci fosse una pausa d riflessione da parte del Presidente
della Repubblica con eventuale rinvio alle Camere con messaggio motivato come
prevede l'art. 74 Cost.. Il prossimo Parlamento, se dura 5 anni, nel 2022 dovrà
eleggere o riconfermare, un'eventualità che dopo il precedente Napolitano non è più da escludere, il Presidente della
Repubblica, eleggere un giudice costituzionale e i membri laici del CSM. Il
sospetto, che sia rinnovato con una legge elettorale incostituzionale, andava
evitato: è un problema di legittimazione
politica sostanziale in un periodo di disaffezione verso le istituzioni, se
l'esempio della Sicilia, meno del 50% elettori alle urne, dovesse essere seguito nelle prossime
elezioni politiche.
ITALICUM E ROSATELLUM: INAMMISSIBILI I CONFLITTI
Nella camera di consiglio di oggi, la Corte costituzionale
ha discusso, in sede preliminare di ammissibilità, quattro conflitti di
attribuzione riguardanti le procedure di approvazione delle leggi elettorali
cosiddette Italicum e Rosatellum.
Tre conflitti sono stati presentati da alcuni soggetti che
si sono qualificati allo stesso tempo come elettori, soggetti politici,
parlamentari e rappresentanti di un gruppo parlamentare (Movimento 5 Stelle).
Nessuno dei tre ricorsi individua in modo chiaro e univoco
né la qualità in cui i ricorrenti si rivolgono alla Corte né le competenze
eventualmente lese né l’atto impugnato.
Tali gravi carenze degli atti introduttivi non mettono la
Corte in condizione di deliberare sul merito delle questioni. Perciò ne è stata
dichiarata l’inammissibilità.
Il quarto ricorso è stato proposto congiuntamente dal Codacons,
da un cittadino elettore e da un senatore contro il Governo, per aver posto la
questione di fiducia, alla Camera dei deputati, durante l’iter di approvazione
della legge elettorale cd. Rosatellum.
Per ragioni analoghe anche tale conflitto è stato dichiarato
inammissibile.
Inoltre, posto che un senatore non ha titolo per sollevare
conflitto contro il Governo, per di più lamentando vizi del procedimento
parlamentare seguito presso la Camera dei deputati, nessuno dei ricorrenti è,
nel caso di specie, qualificabile quale potere dello Stato.
Roma, 12 dicembre 2017
Palazzo della Consulta, Piazza del Quirinale 41 Roma - Tel.
46981-4224/4511
LEGGE ELETTORALE:
AVV. BESOSTRI “LA CORTE COSTITUZIONALE NON CHIUDE TUTTE LE
PORTE,
MA CHIEDE UNA MAGGIORE CHIAREZZA DA PARTE DEI PROMOTORI
DEI CONFLITTI DI ATTRIBUZIONE”
“ATTENDIAMO IL DEPOSITO DELLE MOTIVAZIONI PER UN GIUDIZIO
DEFINITIVO”
Comunicato stampa
Roma, 12 dicembre 2017
“Le motivazioni della Corte costituzionale per quanto
riguarda i ricorsi dei Parlamentari sul conflitto di attribuzione nei confronti
dei Presidenti delle Camere non chiudono in maniera definitiva la possibilità
di riproporli tenendo conto delle critiche sollevate dalla Corte sulla loro
formulazione"afferma l'Avvocato Felice Besostri coordinatore degli
Avvocati Antitalikum.
E commenta"Sembra quasi che la Corte si lamenti di non
essere potuta entrare nel merito".
E aggiunge "In questa situazione di distacco dei
cittadini dalle istituzioni, sarebbe bene che leggi elettorali nel loro
contenuto e loro procedura di approvazione siano esaminati nel merito dalla
Corte Costituzionale nella sua piena ed esclusiva autorità".
"Il prossimo Parlamento, se dura 5 anni, dovrà eleggere
o confermare il Presidente della Repubblica, nominare i membri laici del Csm e
un giudice della Corte Costituzionale. Sarebbe bene che godesse di una
legittimazione politica sostanziale.La decisione di inammissibilità è meramente
procedurale, nulla dice né direttamente né indirettamente sulla legittimità
costituzionale del Rosatellum, che resta incostituzionale,perché ancora una
volta la grande maggioranza se non la totalità dei Parlamentari sono nominati
dai partiti e non eletti dai cittadini".
Entrando nel merito dei principali profili di
incostituzionalità del Rosatellum afferma"Voto disgiunto, assenza di
scorporo e norme a favore dei Parlamentari uscenti non sono un buon segno di
sviluppo democratico,che deve sempre consentire il sorgere di nuovi soggetti
politici che interpretino meglio le aspirazioni dei cittadini".
E conclude "Attendiamo il deposito delle motivazioni
per un giudizio definitivo.Ritenteremo con altri strumenti come un nuovo conflitto
di attribuzione, assolutamente inedito, e con i ricorsi ai Tribunali, come già
fatto con l’Italicum".
COMUNICATO STAMPA AVV. ENZO PALUMBO
Commentando il comunicato della Corte Costituzionale sui
conflitti di attribuzione proposti contro l’iter legislativo dell’italicum e
del rosatellum, Enzo Palumbo, vice coordinatore degli Avvocati impegnati contro
le ultime leggi elettorali, ha dichiarato:
“Il comunicato della Corte è interessante, nella misura in
cui riferisce che la Corte ha ritenuto inammissibili i primi tre ricorsi perché
non individuano “in modo chiaro e univoco né la qualità in cui i ricorrenti si
rivolgono alla Corte né le competenze eventualmente lese né l’atto impugnato” e
poi che “Tali gravi carenze degli atti introduttivi non mettono la Corte in
condizione di deliberare sul merito delle questioni”.
Sulla base di questo sintetico comunicato, sembra lecito
dedurre che la Corte non abbia escluso, in linea di principio, che un gruppo
parlamentare possa proporre un conflitto di attribuzione, a condizione che sia
chiaramente individuata la qualità del ricorrente, le competenze legislative
compromesse e l’atto parlamentare contestato.
Tale conclusione è rafforzata da quanto viene riferito in
ordine al quarto conflitto, che è stato ritenuto inammissibile anche perché “un
senatore non ha titolo per sollevare conflitto contro il Governo, per di più
lamentando vizi del procedimento parlamentare seguito presso la Camera dei
deputati”, proprio perché la lesione riguarda il rapporto tra il parlamentare e
la Camera di appartenenza.
Quando l’ordinanza della Corte sarà resa nota anche nelle
sue argomentazioni, si potrà valutare compiutamente la portata della decisione.
Tuttavia, già oggi si può affermare che resta aperto il
percorso del conflitto di attribuzione quando un gruppo parlamentare subisca
una lesione pregiudizievole delle sue prerogative legislative, il che si è
certamente verificato nella misura in cui le otto votazioni di fiducia con cui
il rosatellum è stato approvato alla Camera e al Senato hanno impedito la
votazione sugli emendamenti proposti da quello specifico gruppo.
Se c’è ancora un gruppo parlamentare disposto a rivendicare
le sue prerogative dinanzi alla Corte Costituzionale, non mancherà certamente
il supporto tecnico-giuridico degli avvocati che sono impegnati in tanti
Tribunali italiani nel tentativo di riportare a ragionevolezza costituzionale
la normativa elettorale”.
Roma 12.12.2017
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