Come Annunciato nel post della settimana scorsa "10 ANNI DA GENOVA"proponiamo OGGI a dieci anni dai fatti il film “Bella Ciao” di Acoiris TV i cui primi tre video sono stati pubblicati nell’intervento già citrato. A commento di questi video, pubblichiamo alcuni scritti e testimonianze tratte da: GENOVA.2001-2011 (altraeconomia)
A Genova fra il 16 e il 22 luglio 2001 è in programma una vasta gamma di iniziative
e manifestazioni di contestazione al vertice G8, che riunisce i capi di Stato e di governo
degli otto Paesi più industrializzati del mondo. Le iniziative sono organizzate dal Genoa social forum, una rete internazionale che comprende centinaia di gruppi e associazioni.
La prima, importante manifestazione di piazza è il corteo dei migranti, che si tiene
giovedì 19 luglio. È una rivendicazione della libertà di movimento e si svolge senza alcun
incidente.
Venerdì 20 luglio è in programma il corteo organizzato dai “Disobbedienti”, capeggiato dai centri sociali. Il corteo è autorizzato dalla questura per un percorso che dallo stadio Carlini conduce nei pressi della “zona rossa”, l’area del centro storico resa inaccessibile per proteggere il vertice in corso a Palazzo Ducale. Il corteo, nel primo pomeriggio, viene improvvisamente caricato all’altezza di via Tolemaide da un contingente dei carabinieri; la reazione dei manifestanti dà il via a incidenti di piazza che sfociano, intorno alle 17,25 in piazza Alimonda, nell’omicidio di Carlo Giuliani, un ragazzo di 23 anni, raggiunto alla testa da un colpo di pistola sparato da un carabiniere.
Sabato 21 luglio è il giorno del grande corteo conclusivo, organizzato dal Gsf. Sul lungomare la polizia carica i manifestanti e spezza il corteo. Vi sono pestaggi, numerosi fermi, episodi di autentica caccia all’uomo.
La sera verso mezzanotte un contingente della polizia fa irruzione alla scuola Diaz- Pertini, sede di un dormitorio allestito dal Gsf, proprio di fronte al centro stampa
utilizzato dai portavoce del movimento. È un blitz sanguinoso: delle 93 persone arrestate con l’accusa di associazione a delinquere, resistenza a pubblico ufficiale e porto d’armi, più di 60 sono condotte in ospedale. Gli arrestati -tranne chi è trattenuto in ospedale per ordine dei medici- sono condotti nella caserma di polizia di Bolzaneto, utilizzata come ufficio matricola dei fermati. Molti degli arrestati passati per Bolzaneto denunceranno soprusi e maltrattamenti.
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