Cosa cambia tra il governo Alfetta e il governo Alfenzi,
anzi Alfonzie? Tutto cambia. Si realizza la duplicazione delle larghe intese:
quella con i diversamente berlusconiani e le frattaglie centriste, sul fronte governativo,
più quella degli sgherri berlusconiani ,con a capo il pregiudicato eccellente, sul fronte delle riforme. La doppia larga
intesa dovrebbe allungare lo spettro di un siffatto governo fino a fine
legislatura. Sempre che qualche
processo non vada storto al
pregiudicato eccellente, un Ruby bis uscito male o la compravendita dei
senatori che va a schifio. In questo caso
è probabile che il
novello padre della patria arcoriano faccia saltare nuovamente il banco, richiamando
nei ranghi a suon di milioni i desaparasidos differentemente
berlusconiani. Un po’ come l’operazione Kakà e chissà, forse si potrebbe recuperare un Casini a
parametro zero che, in scadenza di contratto, ha già dato la sua disponibilità,
tutto sommato un tale scenario potrebbe essere gradito anche al superpresidente
Toscano, che magari attraverso nuove elezioni
con la legge elettorale nuova si zecca
che poco cambia rispetto al progetto rigettato dalla Consuta, potrebbe
disfarsi dei pesi morti che si porta appresso nel suo partito e nella compagine
centrista . Un’altra novità è che al gioco delle figurine ha partecipato anche
Napolitano. Lo scambio fra Gratteri sacrificato, alla giustizia per la Mogherini al
posto della Bonino agli esteri , ha
visto il presidente molto attivo. Non sia mai che la poltrona del ministero di grazia e
giustizia vada ad un magistrato in prima linea nella lotta alla N’drangheta. Poi
come la mettiamo con la trattativa Stato-mafia? E se a uno così venisse
in mente di ripristinare il reato di falso in bilancio? C’è il rischio di compromettere quel virtuoso
percorso delle riforme istituzionali a cui il grande statista pregiudicato sta
lavorando così diligentemente. Certo la
Bonino agli esteri sarebbe stata scelta più gradita al colle, però, come si
dice, io do una Bonino a te tu dai un Gratteri a me, una mano lava l’altra e
tutte e due lavano la faccia. Un Cencelli esteso anche agli avversari interni
ha spiazzato perfino Civati. La sua
sodale, Maria Carmela Lanzetta, assegnata
agli affari regionali, potrebbe spiazzare
Pippo nostro, il quale adesso non è più così convinto di votare contro
super Renzi. Con la rappresentante dei
padroni, Federica Guidi, allo sviluppo
economico e Giuliano Poletto presidente di Legacoop al lavoro, abbiamo dato una bella botta alla
lotta di classe. Evviva le larghe intese anche fra padroni
e lavoratori. In tutto questo bailamme vorticoso resta sempre e solo una
certezza. Il ministro dell’economia lo sceglie la Troika. Ecco bello e pronto
Pier Carlo Padoan. Neo presidente dell’Istat, nel suo curriculum spicca la
permanenza al Fondo Monetario Internazionale dove ha ricoperto il ruolo di
direttore esecutivo responsabile per i “Piigs” Grecia e Portogallo, fra gli
altri. L’unico pregio? E’ un tifoso sfegatato della Roma. Ecco. Alla
fine in tutto sto’ casino nulla cambia.
I cittadini camminano sempre più storti
mentre l’austerity imposta dalla Troika trova autostrade sempre più larghe.
Auguri a tutti noi.
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