Con gli ultimi dati sulla disoccupazione giovanile , che
nella nostra provincia ha superato il 50%, è una prova inconfutabile che ormai
apparteniamo al profondo sud dell’Italia. Perché questo è avvenuto?
Basta ricordare che solo pochi anni fa la nostra provincia
aveva il settore manifatturiero ed industriale più forte del Lazio, con punti
di eccellenza produttivi. Oggi possiamo affermare che il nostro sistema delle
grandi imprese è crollato (Videocolor,FIAT) o è in profonda crisi, e questo ha
portato alla distruzione degli indotti e di conseguenza un crollo
dell’occupazione. A questo si è aggiunto la crisi del sistema della piccola e
media industria, che era il vanto della nostra provincia, che senza aiuti statali
riuscivano comunque a reggere bene il mercato. E questo ha portato il crollo
dell’artigianato e del commercio che ormai sono in una crisi irreversibile.
Quindi possiamo affermare che la povertà ha raggiunto la nostra provincia in
modo devastante, senza se e senza ma. In questo quadro :che fare? Innanzitutto
dobbiamo sgombrare il campo dalle ricette del Ministro del Lavoro Poletti, che
propone il precariato a vita, ricette già fallite che non porteranno nessun
posto di lavoro.
Qui si condivide l’analisi del Segretario della CGIL Tomassi
Guido. La situazione è grave e ci sono pochi spiragli applicando politiche di austerità che i
governi passati e presenti hanno e stanno portando avanti. Questo significa
povertà per tutti. Occorre un urgente piano per il lavoro, che si basi sul turismo religioso-archeologico, sul
risanamento ambientale, sul rilancio di produzione agricola nostrana, e
provveda a rilanciare la formazione professionale, in modo da dare un futuro
possibile alle nuove generazioni.
Ai giovani la classe politica ha dato solo una prospettiva:
emigrare all’estero! È tornata la valigia di cartone come negli anni ’50.
Noi Comunisti facciamo appello ai giovani: vi hanno tolto il
futuro, organizzatevi e ribellatevi, perché un’altra strada è possibile e si chiama
lavoro. Chiediamo al Governatore di affrontare subito l’urgenza lavoro, su
questo verrà giudicato dagli elettori.
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