Fra
i reperti archeologici emersi a Frosinone nel sito delle terme romane di età
imperiale, oggi sepolte sotto un palazzo e un parcheggio, è stata rinvenuta una
tavoletta. Una pezzo di terracotta in
cui compariva una sequenza di lettere formata
da soli quattro caratteri, sormontati da alcuni segni. Al di sotto di questa
strana sequenza si potevano rilevare una serie di frasi, come se fossero
frammenti di un componimento poetico. In particolare i versi: “Si frater es vel si mater
es Vivus es, vivus es Urbs prorumpit et permoti
omnes vivimus, vivimus heu, heu, heu, heu, vivimus,
vivimus heu, heu, heu,
heu, vivimus”, comparivano più volte.
Dopo
attenti ed approfonditi studi, si è arrivati alla conclusione che nella
tavoletta era riportata una “notazione
enchiriadic”. Un sistema di annotazione
della musica di derivazione greca, probabilmente adottata anche dai Romani dell’età
imperiale. I quattro caratteri identificavano una serie di quattro toni
successivi, mentre i segni sopra le lettere
indicavano la durata di ogni nota. Era evidente che ci si trovava di
fronte forse all’unico esempio di spartito musicale della Roma imperiale. Il
reperto è uno dei pochi ritrovamenti rimasti a Frosinone e non inviati alla
sopraintendenza di Roma.
A seguito di ricerche grazie e studi di
esperti musicologi si è riuscita decifrare la melodia. Probabilmente era una gioiosa
canzone che accompagnava, nel mese di
agosto, riti collettivi, banchetti, bevute ed eccessi
sessuali organizzati per celebrare l’imperatore
Augusto. Riti a cui tutti potevano
partecipare, compresi schiavi e servi. Un evento, il ferragosto, che si festeggia ancora oggi.
Considerando che Frosinone era per i Romani dell’età
imperiale un luogo di svago, con le terme, il teatro, tutti insediamenti di cui
ci rimangono poche tracce, è plausibile il rinvenimento di questo raro spartito
relativo ad un canto di festa. La musica
è stata arrangiate ed eseguita . Ebbene siamo lieti ed orgogliosi di
farvi ascoltare questa straordinaria testimonianza. Il brano il cui titolo probabilmente
era “Vivimus” accompagna le immagini della recente visita organizzata dal museo archeologico di
Frosinone presso siti della città nel cui
sottosuolo giacciono sepolti e probabilmente irrimediabilmente danneggiati i
luoghi di sollazzo dei Romani dell’età imperiale. Il teatro e le terme, fra le
cui pietre nel periodo di agosto probabilmente risuonavano le note di “Vivimus”
Buon ascolto e buon Ferragosto.
E’ una burla evidentemente. La tavoletta non
esiste e il brano è Vivimus eseguito da Daniele Sepe e l’Ensemble Micrologus.
Ascoltatelo e lo riconoscete immediatamente, magari non con le parole in
latino.
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