Quanta ributtante ipocrisia sta tracimando dalla querelle
sulla sepoltura del boia assassino delle Fosse Ardeatine Erich Priebke.
Dopo che il servo vigliacco, responsabile con Kappler e le altre bestie naziste, della morte di 335 persone innocenti, è
riuscito a vivere serenamente senza
che nessuno gridasse allo scandalo - prima a Bolzano poi, grazie ai buoni uffici del parroco di Santa
Maria della Pace, in Argentina a San Carlos de Bariloche, ed
infine in una tranquilla residenza romana di
Via Cardinal Sanfelice a scontare un
sereno ergastolo , accudito dai figli, con la concessione di raccomandare la
sua anima insanguinata in chiesa ogni
domenica e con le visite osannanti della
disgraziata marmaglia neofascista - nessuno vuole compromettersi sporcandosi le
mani con la pala necessaria per scavargli la fossa.
Non la chiesa che pure non si è fatta scrupolo
in passato di offrire salvacondotti a dittatori
e assassini nazisti della peggior specie, Priebke compreso, non l’Argentina
paese in cui il boia assassino è vissuto serenamente senza neanche il peso del
rimorso, e nemmeno la Germania sua terra
natale.
Che grande ipocrisia! Il boia che da vivo è stato accettato senza
tanti distinguo, a volte trasformato da carnefice in vittima da un odioso revisionismo storico, da morto fa schifo a tutti. Una ordinanza
emessa dal comune di Roma nel 1979 imporrebbe la sepoltura di Priebke in un cimitero romano. Infatti
secondo questa norma chi muore entro le mura della città eterna ha diritto di
sepoltura a Roma.
Il sindaco Ignazio Marino, pur di non farsi carico della buca dal boia nazista, intende derogare a questa legge, neanche il sindaco di Pomezia è disposto ad
accogliere la salma assassina nel cimitero che ospita i cadaveri di altri assassini tedeschi.
Forse uno spiraglio potrebbe aprirsi in quel di Fondachelli Fantina un paesino in provincia di
Messina, pare che il primo cittadino si
sia offerto di donare umana sepoltura ad
un reietto che invece alle sue vittime
non ha concesso neanche questo pietoso atto.
Infatti i cadaveri delle Fosse Ardeatine
non furono sepolti ma sotterrati sotto le macerie della grotta fatta esplodere
dopo l’eccidio, in modo da negare oltre che la vita anche la loro identità. In queste ore si deve anche
sopportare l’insulto del figlio Jorge che vorrebbe tumulare il padre addirittura in Israele.
Il sindaco di Roma Ignazio Marino sostiene che
seppellire Priebke a Roma costituirebbe
un insulto per i cittadini Romani e inoltre la tomba del boia potrebbe
diventare oggetto del pellegrinaggio della peggior marmaglia nazifascista. Dimentica il sindaco Marino che di insulti il
popolo antifascista romano e italiano in genere ne ha sempre dovuti subire e
sarà destinato a subirne ancora.
La realtà è che l’antifascismo non è mai stato
un valore veramente condiviso nel nostro Paese. Anzi non raramente gli antifascisti sono tacciati di
veterocomunismo anche da sodali dello stesso partito del nuovo
sindaco di Roma (Violante docet) , gli antifascisti spesso sono messi alla
gogna come gente
violenta intransigente ad ogni tipo di pacificazione e ostinata nel rifiutare
una realtà che vuole gli echi della lotta partigiana ridotti a corollario di un passato dimenticato, anzi, forse mai esistito.
Come definire la consegna
della città di Roma per cinque anni al sindaco fascista Alemanno se non un
insulto? Come qualificare la presenza
nei vari governi repubblicani di esponenti
reduci della Repubblica di Salò se non uno sfregio alla natura
democratica e solidale della nostra Costituzione?
Invece di fare a gara nel rifiutare la salma
del boia, sarebbe meglio che amministratori pubblici, politici, intellettuali, si adoperassero affinchè vengano finalmente rispettate le norme di
attuazione della XII disposizione
transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, fra cui a legge Scelba
che punisce l’apologia del fascismo. Cominci il sindaco Marino a cacciare i
fascisti di CasaPound dal Palazzetto
dell’Esquilino gentilmente regalato loro dal camerata Alemanno, si chiudano i covi dei fascisti del terzo
millennio presenti nelle altre città, così come le sedi di tutte le altre bande
fasciste tipo Forza Nuova, Fiamma tricolore.
Si neghino le piazze a
questi reietti della società portatori dell’incultura della violenza, dell’intolleranza. Non si consenta lo scempio di vedere i simboli
di questi nostalgici sulle schede elettorali.
Solo così sarà possibile evitare la profanazione dei valori democratici
scritti nella Costituzione, al di là delle beghe sul dove sotterrare una
ributtante putrida “rogna” nazista.
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