Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 23 febbraio 2013

Cosa è successo nella scorsa legislatura

Luciano Granieri.

Oggi  e domani saremo chiamati alle urne per le elezioni politiche e regionali. Quello che accadrà è ignoto, ma quello che è accaduto nell'ultima legislatura è storia. In linea teorica si dovrebbe imparare dal passato, per non ripetere gli errori commessi. Per questo, ho deciso di ripercorrere gli eventi della legislatura Berlusconi - Monti, con i video di Aut. Video che testimoniano quanto accaduto sia  livello nazionale che locale. Speriamo che questi contributi possano allungare la memoria corta di molti concittadini
Buona Visione

Settembre 2008. Intervista a Marco Travaglio sulla questione Alitalia.
Incontro avvenuto presso la libreria Ubik di Frosinone



Febbraio 2009, la battaglia sul salario minimo garantito l'avevamo iniziata sin dal 2009 un banchetto per la raccolta firme a Sora


Febbraio 2010 i fascisti di CasaPound, al soldo di Berlusconi che ne fa la sua manovalanza sporca, irrompono a Frosinone. La gente reagisce. Presidio antifascista a Madonna della Neve


Aprile 2010. Comincia la campagna per la raccolta firme per i referendum sull'acqua e i beni comuni. Alex Zanotelli interviene a Frosinone


Maggio 2010. Continuano le guerre di pace. Giuliana Sgrena, giornalista del "manifesto", rapita e poi liberata in Iraq, interviene ad Anagni


 

Ottobre 2010. Continua l'occupazione di CasaPound nel capoluogo. Noi rispondiamo invitando a presentare i propri libri Carla Verbano, che oggi non c'è più, con il suo libro  sull'omicidio del figlio Valerio ucciso per mano fascista e Guido Caldiron, giornalista, scrittore e profondo studioso di gruppi neofascisti.


Ottobre 2010. Le nefandezze del governo Berlusconi in materia di sanità e istruzione pubblica, provocano la sollevazione anche della sonnolenta società civile frusinate


 
Fra la fine del 2010 e l'inizio del 2011, l'attacco ai diritti dei lavoratori portato dal governo Berlusconi e dalla protervia dell'Ad Fiat Marchionne, costringono il mondo del lavoro alla sollevazione. Di seguito i due cortei indetti dalla FIOM a Roma e a Cassino.



Il regime Berlusconiano costringe a scendere in piazza anche in difesa della costituzione e per la difesa dei beni comuni. Una parte della manifestazione di Roma.

 
Giugno 2011. La campagna per i referendum sui beni comuni si conclude con una critical mass  a Frosinone. I referendum saranno vinti, ma la volontà dei cittadini non verrà mai rispettata.

Nel luglio del 2011 si cerca di dare la spallata definitiva all'insano progetto dell'aeroporto Ferentino Frosinone

Ottobre 2011,  è l'ora dello spread, la troika europea impone ai governi progetti  lacrime e sangue per risanare la crisi finanziaria, delle banche e favorire gli speculatori. Il 17 ottobre gli IDIGNADOS italiani scendono in piazza. Le forze dell'ordine danno il meglio di se.


 
Maggio 2012. Elezioni comunali a Frosinone. Nel frattempo il governo Monti ha sostituito il governo Berlusconi. Nel capoluogo il candidato a sindaco di Sel Marina Kovari  è sostenuta oltre che da Sel, anche da Rifondazione e dalla lista  civica "Frosinone bene Comune" Giorgio Cremaschi invitato ad un dibattito, parla di lavoro e di Imu.



Ottobre 2013. irrompono le primarie del Pd



Ottobre 2012. I cittadini della Valle del Sacco si ribellano all'inquinamento e allo sfruttamento capitalista del territorio. Manifestazione a Colleferro 



E siamo ad oggi elezioni 2013. NON VOTATE I FASCISTI.



E' finito questo nostro viaggio. Spero che abbia indotto a riflettere per evitare di ripetere certi errori. Per chi va votare. BUONO VOTO

venerdì 22 febbraio 2013

Scelta elettorale


Luciano Granieri

Dichiarazione resa al presidente del seggio della sezione n.19 di Frosinone . 

"Io sottoscritto, Luciano Granieri, nato  a Roma il 7/11/1961, residente a Frosinone in Via Vado del Tufo n.83
DICHIARO
Di rifiutare le schede elettorali per le elezioni politiche 2013 . Non è mia intenzione esprimere una scelta fra le forze che si presentano a chiedere il consenso. Sono stanco di dover scegliere il male minore, mi piacerebbe votare qualche volta  direttamente per il bene e non per il male seppur minore. Inoltre  ritengo la legge elettorale attuale non  in grado di assicurare rappresentanza e partecipazione democratica.
In fede
 Luciano Granieri

Questa è il testo che domenica 25 febbraio chiederò di far verbalizzare al presidente del seggio, rifiutando le schede elettorali.  Accetto tutte le critiche  ma l’accusa secondo cui non votando non si esercita il diritto di espressione democratica , la rifiuto totalmente.  Domenica io esprimerò un giudizio, farò la mia scelta, (quella di non votare) che verrà messa a verbale. E’ una scelta che non si esercita nel’urna, ma assolutamente legittima e tecnicamente possibile. Alcuni rumors, in giro  per la rete e anche per le strade, indicano  che questa soluzione sarà ampiamente praticata da molti  altri elettori. Il successo di questa iniziativa, unito magari al caos che un movimento 5 stelle al 25%,  sarà sufficiente a far salare il banco? Non lo so ma lo spero fortemente. 

Appello al voto (e all'astensione)


Nelle urne vinceranno i padroni,
nelle lotte vinceremo noi!


di Adriano Lotito
(candidato premier del Pdac)
 
 Una campagna elettorale diversa. Questa è stata la campagna elettorale di Alternativa Comunista. Davanti alle scuole, alle università, alle fabbriche in mobilitazione. Insieme a studenti, operai, precari, cassaintegrati e disoccupati. Gli stessi che sono stati candidati nelle nostre liste per la camera e per il senato.
Mentre tutte le altre forze politiche si sono esibite nei salotti televisivi, nei santuari dello spettacolo, noi di Alternativa Comunista, sottoposti ad una rigida censura mediatica, abbiamo fatto propaganda del nostro programma nelle piazze, nei luoghi della vita reale e concreta. Mentre tutti gli altri dipingevano un mondo astratto, tinto di belle parole e scenari favolistici, Alternativa Comunista ha parlato nelle piazze e nei comizi di un mondo reale. Il mondo in cui milioni di lavoratori non riescono ad arrivare alla terza settimana del mese, impossibilitati a mantenere una famiglia, ad avere un posto di lavoro stabile e una sicurezza di vita. Il mondo reale di milioni di studenti e studentesse che vedono aumentare di anno in anno il costo delle tasse universitarie, la precarietà del diritto allo studio, restringersi i margini per ottenere una borsa di studio. Il mondo reale in cui alla stragrande maggioranza della popolazione è precluso un futuro, uno scenario di vita diversa, migliore.

Un programma differente, un programma di classe!
Questo è il mondo di Alternativa Comunista, dei suoi candidati a queste politiche, tutti precari, lavoratori, disoccupati e studenti. Insieme agli operai della Om Carrelli, della Bosch, della Magneti Marelli (Fiat), davanti all’Ilva di Taranto che vuole socializzare la devastazione ambientale mentre ha accumulato per anni immensi profitti sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini, beneficiando anche di ingenti finanziamenti pubblici da parte del governo nazionale e del governatore della Puglia Nichi Vendola.
Insieme a questi lavoratori abbiamo presentato un programma differente, un programma di classe, una prospettiva alternativa ad un modello di sviluppo, quello capitalistico, la cui efficienza ha trovato la sua smentita più radicale proprio con questa crisi globale, una crisi che in un attimo ha fatto piazza pulita delle illusioni del profitto, una crisi che viene fatta pagare sistematicamente alle fasce più deboli della società, a studenti, lavoratori dipendenti, piccoli commercianti e immigrati, mentre i veri artefici di questa devastazione, speculatori, banchieri e top manager, continuano ad accumulare profitti, pagano meno tasse e devastano altre migliaia di vite. Contro questa piccola minoranza di sfruttatori Alternativa Comunista ha avanzato il suo programma, un programma nell’interesse della classe lavoratrice e delle nuove generazioni, un programma che chiama le cose con il loro nome, senza nascondersi dietro i neologismi di cui è stracolmo il pallido vocabolario del resto della sinistra italiana. Siamo stati gli unici a parlare chiaramente del bisogno di una rivoluzione, una rivoluzione “incivile”, fatta di nazionalizzazione e gestione operaia delle fabbriche che chiudono e licenziano, fatta di reddito sociale per i disoccupati e precari, fatta con una scala mobile dell’orario di lavoro per riassorbire la disoccupazione; una rivoluzione che passa attraverso il rifiuto del pagamento del debito delle banche, la nazionalizzazione di queste in un'unica banca sotto il controllo sociale dei lavoratori, la fuoriuscita immediata dall’Unione europea dei capitalisti, dall’euro, dalla Nato e la disdetta di tutti i trattati firmati in questi anni che agevolano la libera circolazione di merci e capitali e il deliberato massacro di ampie fasce della società.

Votare Alternativa Comunista: un voto alle lotte! Per le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio facciamo appello a tutti i lavoratori, gli studenti, i cittadini che avvertono sempre più il peso della crisi, a barrare il simbolo di Alternativa Comunista, a barrare il simbolo delle lotte che in tutti questi anni abbiamo portato avanti contro un sistema che non ha più nulla da offrire a gran parte della società.
Dove non saremo presenti sulla scheda facciamo appello all’astensione, perché non ci sono altre liste che possano rappresentare gli interessi reali della classe operaia e degli studenti in lotta. Non ci sono altre forze politiche e sociali che si sono schierate senza se e senza ma dalla parte dei lavoratori.
Dunque: votare Alternativa Comunista dove siamo presenti, astenersi dove non siamo riusciti a presentare le nostre liste! Ma chiediamo anche qualcosa di più a chi ci sostiene e a chi crede nel nostro progetto, cioè nel progetto della rivoluzione socialista. Siamo infatti consapevoli che non è barrando un simbolo che si può uscire dalla crisi e dal sistema che l’ha provocata. Non è dalle urne che uscirà la soluzione per le masse popolari italiane, di qualunque colore sia il nuovo governo, sarà sempre un governo antipopolare e antioperaio, un governo al servizio delle multinazionali e della finanza globale, un braccio operativo in mano alla Troika (Ue, Fmi, Bce). La soluzione, la vittoria per i lavoratori e le nuove generazioni, potrà uscire solamente dalle lotte, dalle piazze e dalle fabbriche in mobilitazione, potrà aversi solamente costruendo un fronte comune tra tutti i lavoratori, gli studenti, gli immigrati, che hanno interessi comuni da difendere, battaglie comuni da portare avanti, mete comuni da raggiungere. Per questo noi chiediamo il voto ad Alternativa Comunista ma anche la partecipazione attiva dei lavoratori e dei giovani per concretizzare il nostro programma di classe e di opposizione alle logiche capitalistiche. Votare Alternativa Comunista, in definitiva, significa votare una prospettiva di lotta che per trovare forza dev’essere portata avanti quotidianamente con la partecipazione attiva di lavoratori e giovani.
Non pagheremo noi, lavoratori, precari e studenti, la crisi delle banche e delle multinazionali!
Questo mondo lo dobbiamo rovesciare, costruendo nelle lotte una prospettiva rivoluzionaria!
 

IO VOTO PULITO

Il Forum Rifiuti Zero per il Lazio

 Il Forum Rifiuti Zero per il Lazio (FRZL) ha chiesto nelle scorse settimane un incontro a tutti i candidati Presidenti alla Regione Lazio per un confronto sulle posizioni delle varie liste rispetto alla nostra Piattaforma sui Rifiuti (vedere il documento successivo ). Tra i temi fondamentali: il NO a discariche, inceneritori e ogni tipo di combustione nel trattamento dei rifiuti urbani; l’eliminazione di improprie incentivazioni che sono, in sostanza, elargizioni scellerate; la Riduzione a monte dei rifiuti e la previsione del recupero solamente come Recupero di materia e non di energia; il NO alle centrali a biogas/biomasse (più di 160 autorizzate nella sola provincia di Roma); l’avvio della Raccolta Differenziata spinta porta a porta a Roma e nel Lazio.

Queste le conclusioni che abbiamo tratto dagli incontri con i candidati che hanno risposto alla nostra richiesta: 
Forte convergenza con il programma esposto dalla delegazione del Movimento 5 Stelle, anche riguardo alle problematiche relative a CSS (Combustibili Solidi Secondari) e biogas/biomasse;
Stessa concordanza di basi nell’incontro con la rappresentanza della lista Amnistia, Giustizia e Libertà sia sull’impostazione di massima, sia sulla contrarietà totale a CSS e impianti a biogas;
Forte convergenza con la lista Rivoluzione Civile, in particolar modo sul finanziamento della raccolta differenziata porta a porta su tutta la città e sulla ferma opposizione al proliferare di centrali a biogas;
Più articolato e contradittorio l’esito dell’incontro con la delegazione della coalizione a sostegno di Nicola Zingaretti. Ad una sostanziale concordanza sulla necessità di intervenire a monte sulla riduzione dei rifiuti e raggiungere gli obiettivi fissati di RD – peraltro rimanendo stupiti della loro affermazione sulla necessità di anni per raggiungerli e non di semestri come ipotizzato da esperti del settore – non abbiamo riscontrato posizioni chiare e inequivocabili sul rifiuto dell’incenerimento e ci siamo trovati su posizioni divergenti rispetto alle centrali a biogas e al compostaggio anaerobico.
Nessuna risposta dalle liste collegate alla candidatura di Francesco Storace né dalla Lista Civica per Bongiorno Presidente

Il Forum rileva dunque una significativa divergenza tra le proprie posizioni e quelle espresse dalla coalizione a sostegno di Nicola Zingaretti, che implicano il mantenimento e l’implementazione del “ciclo integrato dei rifiuti”, su cui si fonda il modello di gestione attualmente vigente nella Regione Lazio.
Il fatto che forze politiche più che rilevanti nello scenario elettorale abbiamo assunto posizioni distanti dall’impostazione del Forum, che punta alla determinata implementazione della strategia “Rifiuti Zero”, non può che destare forte preoccupazione nei comitati cittadini. 
In tutti i casi, il Forum osserverà con attenzione la fase conclusiva della campagna elettorale e vigilerà, immediatamente dopo il voto, sull’operato della nuova giunta regionale, nonché sul rispetto degli impegni presi da parte delle forze politiche con le quali ha interloquito. Il lavoro del Forum continuerà senza fare sconti a nessuno, nel pieno di un contesto critico e – citando gli ispettori europei – “vergognoso”, come quello di Roma e del Lazio.

IOVOTOPULITO
Campagna del Forum Rifiuti Zero Lazio

I CITTADINI DI ROMA E DEL LAZIO SONO STANCHI DI VELENI, MINACCE AL TERRITORIO, INEFFICIENZA E FALSE PROMESSE. LANCIAMO ALLA POLITICA UN APPELLO: CHIEDIAMO L’IMPEGNO IMMEDIATO PER UNA GESTIONE FINALMENTE VIRTUOSA DEI RIFIUTI DI ROMA E LAZIO. AI RAPPRESENTANTI DELLE FORZE POLITICHE ABBIAMO CHIESTO DI SOTTOSCRIVERE QUESTI 10 PUNTI E ATTUARLI NEI FATTI. IMMEDIATAMENTE DOPO IL VOTO, IL FORUM RIFIUTI ZERO LAZIO VIGILERA’ SULL’OPERATO DELLA NUOVA GIUNTA REGIONALE E SUL RISPETTO DEGLI IMPEGNI PRESI DALLE FORZE POLITICHE CON I CITTADINI CHE IL FORUM RAPPRESENTA.

UN NUOVO PIANO RIFIUTI. La bocciatura del piano rifiuti del Lazio da parte del TAR impone la necessità di un nuovo piano rifiuti che rispetti la salute dei cittadini e l’ambiente, in linea con le direttive UE, senza deroghe e sotterfugi.
NO A DISCARICHE E INCENERITORI. Il ‘ciclo integrato dei rifiuti’ finora proposto insiste tragicamente sullo schema incenerimento-discariche. Chiediamo alla politica regionale un Sì deciso, competente e determinato al modello “Rifiuti Zero senza discariche – senza inceneritori”.
IL RECUPERO DI MATERIA. Il nuovo piano rifiuti dovrà dare la priorità assoluta al recupero della materia e abbandonare il ricorso all’incenerimento (la cosiddetta ‘valorizzazione energetica’) in linea con le raccomandazioni della C.E. per l’abolizione del conferimento in discarica e negli inceneritori entro il 2020.
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA. Il primo atto fondamentale del nuovo Consiglio Regionale deve essere lo stanziamento di adeguati fondi economici per l’implementazione della Raccolta Differenziata (RD) di tipo domiciliare (cioè porta-a-porta) su tutta l’area di Roma e su tutte le Province, con l’obiettivo del raggiungimento del 65% del materiale riciclato
RIDUZIONE A MONTE DEI RIFIUTI. Chiediamo l’impegno della politica e forti investimenti economico-culturali per prevenire e ridurre la produzione dei rifiuti all’origine, attraverso debite pressioni sul mondo industriale e imprenditoriale.
RICICLO TOTALE. Chiediamo l’avvio di moderne filiere di riciclaggio delle materie seconde estratte dai rifiuti, secondo i concetti europei del Riciclo Totale.
IL COMPOSTAGGIO. Chiediamo alle amministrazioni di investire sullo sviluppo e la realizzazione di centri di compostaggio aerobico della frazione organica da raccolta differenziata domiciliare destinati alla produzione di compost di qualità.
NUOVE ISOLE ECOLOGICHE. Chiediamo l’implementazione del numero di Isole Ecologiche con un rapporto di almeno 1 per 50-100mila residenti e adeguati investimenti economico-culturali nel riutilizzo e valorizzazione degli oggetti scartati.
ABOLIZIONE DEGLI INCENTIVI PER GLI IMPIANTI A BIOMASSA/BIOGAS. Chiediamo una decisa presa di posizione per abolire l’incentivazione per gli impianti a biomassa/biogas, che distorce il corretto ciclo dei rifiuti assimilandoli a materiali per fonti energetiche rinnovabili e sottraendo risorse alle vere rinnovabili.
DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA. Chiediamo l’attuazione di ogni forma di partecipazione civica non solo di tipo consultivo, ma anche decisionale, a livello locale e regionale. Chiediamo inoltre la fine dei commissariamenti speciali: che la politica si riappropri delle decisioni e relative responsabilità.

Il FORUM RIFIUTI ZERO LAZIO collega organicamente numerosi comitati e associazioni civiche e ambientaliste del territorio regionale, in rappresentanza delle rispettive comunità che si battono in difesa della salute della popolazione, in difesa delle risorse naturali del pianeta, in favore di pratiche virtuose capaci di creare imprenditorialità e occupazione diffuse e sostenibili. I 10 PUNTI sono il frutto di anni di lotte, studi e ricerche in collaborazione con le massime autorità scientifiche, amministrative e imprenditoriali nel settore dei rifiuti.

FORUM RIFIUTI ZERO LAZIO 

CONTRO IL DISINTERESSE DEI POLITICI PER LA SICUREZZA STRADALE

Claudio Martino


CONTRO IL DISINTERESSE DEI POLITICI
PER LA SICUREZZA STRADALE
E A RICORDO DI TUTTE LE VITTIME DI INCIDENTI STRADALI

DOMENICA 24 FEBBRAIO
 2013
MANIFESTIAMO TUTTI INSIEME
AL QUARTIERE CAVONI – FROSINONE

ORE 18 – FIACCOLATA SULLA “MONTI LEPINI”, CON PARTENZA DA VIALE MADRID

ORE 19 – MESSA DI COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI, PRESSO LA CHIESA DI SAN PAOLO

ASSOCIAZIONE ITALIANA FAMILIARI E VITTIME DELLA STRADA (A.I.F.V.S.) – ONLUS
Sede provinciale: via Tiburtina n.80, 03100 FROSINONE (Franco Cocco 337-922004 / Claudio Martino 338-3465874 – tel.fax 0775-871525)

Quando, in seguito alla morte per incidente stradale del giovane Roberto Cocco (20 febbraio 2004), decidemmo di impegnarci per la prevenzione di altre, consimili tragedie, ci ponemmo tra gli obiettivi principali la conclusione dei lavori per la messa in sicurezza della “Monti Lepini”.
Nel 2004 la “pratica” era già aperta da molti anni, ben quindici milioni di euro erano stati stanziati dalla Regione Lazio, ma passi avanti da parte dell’Amministrazione Marzi non ne erano stati fatti.
Il 24 febbraio 2005, finalmente, il consiglio comunale di Frosinone approvò il progetto preliminare dell’opera.
Da quella data tanti anni e diverse Amministrazioni comunali sono passati, i quindici milioni di euro sono diventati sempre meno adeguati e – naturalmente – la manutenzione, anche essenziale, è stata abbandonata, perché, come più volte ci è stato ripetuto, “non vale la pena di spendere soldi, visto che la strada sta per essere rifatta…”.
Il 26 maggio 2011 (ben cinque mesi dopo l’aggiudicazione della gara) fu firmato il contratto tra il Comune di Frosinone e la società appaltatrice dei lavori (Delta Costruzioni).
Sembrava di essere veramente all’atto finale, ma la tragicommedia era solo all’inizio con, al centro della trama, un’inchiesta giudiziaria sull’allora sindaco Michele Marini e difficoltà sempre più crescenti, da parte della Regione, a saldare i vari stati di avanzamento lavori.
La conclusione è sotto gli occhi di tutti: la circolazione sulla “Monti Lepini” è quanto mai difficoltosa per i veicoli, a causa del restringimento della carreggiata in corrispondenza dei cantieri, ma soprattutto per i pedoni, che non possono nemmeno più utilizzare le banchine laterali.
Concludiamo con una pacata ma ferma domanda al sindaco Nicola Ottaviani: c’è qualche speranza che questa vergogna finisca?

giovedì 21 febbraio 2013

Un saluto, caldo, a Wilma Monaco

Testo tratto dal  libro 101 donne che hanno fatto grande Roma, di Paola Staccioli(Newton Compton 2011)


Wilma fa parte di quei morti che in pochi ricordiamo, 
Wilma è morta in un’azione armata e quindi è seppellita dall’oblio che avvolge quegli anni.
Anni immensi, dove centinaia di migliaia di persone in tutto il territorio europeo credevano di poter sovvertire il presente e costruire un nuovo futuro.
Il tessuto sociale in cui son cresciuti coloro che poi hanno deciso di armarsi era un patrimonio immenso di fermenti rivoluzionari poi sventrato dalla storia dei vincitori, 
dalla memoria a compartimenti stagni che in questi anni è stata alimentata da troppi.

Wilma, nome di battaglia Roberta, era sangue nostro.
In ogni sua scelta…
Ciao Wilma!

“Un ferale alfabeto si snoda la mattina del 21 febbraio 1986 a Roma, sull’asfalto di via della Farnesina. Come in un’agghiacciante partita di Scarabeo i cartellini della Polizia scientifica mettono in fila, uno dopo l’altro, i tasselli dell’orrore.
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La lettera A è il corpo di una giovane. Con il volto verso il suolo. I quotidiani indugiano sui particolari dell’abbigliamento. Quasi che il mosaico di colori possa rendere meno glaciale la scena. Giaccone e sciarpa viola, borsa di cuoio a tracolla, zuccotto di lana scuro con borchie di metallo, guanti bianchi e neri da sci, stivaletti con la suola di gomma. B, C, D… bossoli, macchie, schegge… H, una pistola calibro 38. L’arma con cui ha sparato Wilma Monaco, militante dell’Unione dei comunisti combattenti (Udcc), formazione armata nata da una scissione delle Brigate rosse. L’organizzazione è alle prese con una situazione di grave crisi. Quasi tutti i membri sono in carcere, dilagano i cosiddetti pentiti, i dissociati. Le azioni sono ormai sporadiche. Il clima è pesante. Sono gli anni del craxismo trionfante. La sconfitta, profonda, ha travolto la sinistra, nelle sue rappresentanze storiche. I movimenti operai, studenteschi, femministi, sono rifluiti, i gruppi extraparlamentari dissolti nel nulla. Ma alcuni militanti vogliono proseguire la lotta. Cercano una via d’uscita, una strada di cambiamento e rivoluzione sociale.

Wilma è con loro. Dai tempi della scuola non ha mai abbandonato l’impegno politico. Infanzia a Testaccio, diploma al liceo linguistico, lavoro come impiegata. Nel 1977-78 milita in uno dei vari gruppi riuniti a Roma sotto la sigla di Movimento proletario di resistenza offensivo (Mpro), in contatto con le Brigate rosse. Effettuano azioni, anche illegali, prevalentemente sui temi della casa e del lavoro. Allo scioglimento del Mpro, insieme ad altri militanti Wilma costruisce i Nuclei clandestini di resistenza.
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Dal 1982, quando le Brigate rosse vacillano sotto il terremoto di arresti provocati in primo luogo dal pentitismo, il dibattito sul futuro della lotta armata investe anche l’area semilegale e la rete di appoggio diffusa che ruota intorno all’organizzazione. Wilma partecipa. Disorientata come molti suoi compagni. In bilico fra le lotte di massa e l’ipotesi armata, è in prima fila nelle battaglie del movimento pacifista contro l’installazione dei missili a Comiso, nelle iniziative dei disoccupati delle Liste di Lotta.

Riparata a Parigi in seguito a una denuncia, insieme agli scissionisti delle Brigate rosse fonda l’Udcc. È la fine del 1985. Lo stesso anno è stato arrestato l’ex marito, da cui si è separata affettivamente e politicamente. Lui è un brigatista “ortodosso”. La nuova struttura, l’Udcc, intende invece mantenere acceso lo scontro, anche militare, ma considera la lotta armata uno strumento di lotta, sia pure decisivo, non una strategia.
Quella del 21 febbraio 1986 è la prima azione del gruppo. Obiettivo del commando – due uomini e due donne – Antonio Da Empoli, neodirettore del Dipartimento degli Affari economici e sociali della presidenza del Consiglio, collaboratore diretto di Bettino Craxi. Un incarico importante ma nell’ombra. Deve essere gambizzato, si dice in gergo. I quattro si appostano vicino all’edicola dove l’uomo si ferma ogni giorno andando a Palazzo Chigi. Sono le nove. La zona è tranquilla ed elegante. Da Empoli esce di casa, compra i giornali, torna verso la macchina, qualcuno grida il suo nome. Lui si volta, l’uomo spara. Viene ferito in modo non grave a una mano e a una coscia. La reazione è immediata. L’autista è un poliziotto, che si catapulta in strada facendo fuoco. Il commando è disorientato. Wilma tenta di coprire la fuga dei compagni. Avanza, spara tre colpi. Poi cerca di raggiungere la Vespa. Non ce la fa. Barcolla, crolla a terra, ferita a morte nonostante il giubbotto antiproiettile che indossa sotto la giacca. Gli altri riescono a far perdere le loro tracce.
Termina la vita così, a ventotto anni, Wilma Monaco. Roberta il suo nome di battaglia. Un’esistenza simile a quella di tanti coetanei cresciuti sull’onda lunga del Sessantotto, nel clima delle grandi passioni politiche, del fermento sociale che ha attraversato il paese, della strategia della tensione attuata per frenare il cambiamento. Del tentativo di definire un’ipotesi rivoluzionaria per i paesi a capitalismo avanzato.
Nel marzo del 1987 l’Udcc uccide il generale dell’Aeronautica Licio Giorgieri, prima di essere smantellata dagli arresti.”

mercoledì 20 febbraio 2013

Memorandum

Luciano Granieri





E’ la prima volta che propongo  un contributo video così lungo . Ma ho  deciso di  postare il bel fil documentario “UCCIDETE LA DEMOCRAZIA” realizzato dal giornalista Enrico Deaglio sulle elezioni del 2006,  perché proprio alla vigilia di una tornata  contrassegnata da una campagna elettorale così virulenta è bene mettere in guardia da  ciò che potrebbe accadere.  E’ del tutto evidente che non ritengo  capace l’attuale ministero degli interni,  e in particolare il ministro Cancellieri che lo guida,  di ordire certi trucchetti, ma mi guarderei bene, qualora avessi intenzione di non esprimere una scelta fra i vari contendenti, di andare al seggio e inserire schede bianche o nulle all’interno dell’urna. La tentazione di usare questo enorme numero di voti inespressi per farci  qualche sordido imbroglietto  potrebbe giocare brutti scherzi anche solo  in singole province  . E si sa quanto il destino delle elezioni sia profondamente legato, soprattutto per il sistema elettorale del Senato,  ai risultati locali. Dunque è necessario che chi come il sottoscritto non accetta di partecipare alla prossima truffa elettorale, stia molto attento a come esercita questo che considero un diritto vero e proprio. Per evitare il rischio che il proprio non voto si trasformi nel voto a favore di qualcuno, facciamo appello affinchè chi vorrà astenersi, o non si rechi al seggio, o come farò io,  rifiuti le schede e faccia verbalizzare dal presidente del seggio  l’avvenuto rifiuto e le motivazioni che lo hanno determinato.  Aggiungo qualche altra piccola nota sul film documentario realizzato da Deaglio sulle elezioni politiche del 2006. Rivivere quella situazione kafkiana, non fa altro che rafforzare la mia  convinzione sul rifiuto di questo teatrino che è tutto fuorchè democratico. Nel film si intende bene come ad infangare la memoria dei partigiani non siamo noi che decidiamo di non votare. Il mancato rispetto della lotta partigiana iniziò proprio con la strage di Portella della Ginestra, dove il sistema democristiano succube dell’imperialismo americano, soffocò nel sangue, con l’utilizzo del banditismo,   la legittima vittoria dei comunisti e dei socialisti alle prime elezioni locali tenutesi in Sicilia dopo la proclamazione della  Repubblica.  L’offesa a chi ha combattuto durante la resistenza l’hanno recata e la stanno recando  le istituzioni che consentono a partiti e movimenti palesemente inneggianti al fascismo di andare in piazza a propagandare il loro portato di odio e razzismo e addirittura di  presentarsi alle elezioni. Sia chiaro sono d’accordo con chi sostiene che l’elezioni sono uno  dei punti più alti di espressione democratica, ma proprio per tale motivo   ritengo che rovinare questo atto truccandone le dinamiche con l’introduzione di artifizi per cui il voto del cittadino non conta nulla  sia, questo si, un atto fortemente antidemocratico e lesivo della memoria della lotta di liberazione. Ed infine, il film ci pone altre domande:  Perché nessuno del centro sinistra  ha chiesto conto di quanto avvenuto, accettando di farsi impallinare, una volta al governo, proprio a causa dell’esiguità dei numeri, da un Mastella qualunque,  preparando il ritorno in pompa magna del cavaliere nel 2008? Se consideriamo la grave omissione del primo governo Prodi nel redigere una vera legge contro il conflitto di interesse che potesse estirpare l’anomalia berlusconiana e, venendo all’oggi,  i continui autogol che l’attuale Pd persevera nell’infliggersi tali da inficiare un risultato elettorale che fino a pochi giorno fa non sembrava essere in discussione, sorge   il sospetto che in fin dei conti i riformisti non abbiano tutta questa voglia  di governare. In fondo  basta essere eletti in Parlamento, poi se si siede nei banchi dell’opposizione non è una iattura, anzi, scaricare la colpa di certi disastri alla maggioranza di opposto colore potrebbe essere proficuo assai, soprattutto se questa maggioranza, indipendentemente dal suo orientamento, è costretta, dai trattati   firmati da Berlusconi e ratificati da Monti,   a  proseguire nella devastazione sociale imposta dalla troika europea. Una profonda riflessione si impone.            

La Bomba Intelligente (Roma-Juventus 1-0)

Kansas City 1927



Che a noi le cose facili ce fanno schifo.

O tutto o niente.

O vetta o abisso.

O bianco o nero.

O bianconero.

Se rivede la difesa a 3, che ignorando Genova e recuperando il precedente de Firenze ce fa soride.

Se rivede Poropiris nella difesa de cui sopra, il che trasforma il soriso in quarcosa de più simile a na mezza paresi.

“Che è oh, nsei contento? Che è quaa faccia”“No no che scherzi, so contento, Piris è sinonimo de sicurezza, poi a 3 è er suo, ce giocava da piccolo nel Rosario Fiorello Central, è solo er freddo che iriggidisce i muscoli”.

E’ pure er giorno dell’esordio dall’inizio de Torosidis, pe l’amici Er Kierika, pei nemici Porosidis, pe noi uno che sostanzialmente deve core na cifra e nun fa cazzate.

Ma soprattuto è er giorno dell’esordio der paraculo riscaldamento a domicilio, pratica suggerita da spin doctor in pausa da campagna elettorale, che non consiste nella capillare diffusione de stufette porta a porta, ma in una serie de esercizi aerobici prepartita da svorgese sotto Mamma Curva.

Madre Sud accoje i fii scapestrati proprio come se fa cor fio che torna tardi a casa, prima mpo sulle sue perchè mpo te lo deve fa pesà e perchè s’era preoccupata, ma poi t’abbraccia e nte lascia più, e se te molla è solo pe guardatte camminà sulle zampe tue.

Ce sta Ercapitano e ce sta Capitan Pio, ce sta er Cipolla che se deve fa na cifra perdonà, ce sta Ladolescente che è l’unico che ha giocato bene na settimana fa, ce sta Bosnia Capoccia e ce sta Franco, l’unico che non teme fischi.

I segnali ce stanno tutti. Ma noi de segnali positivi e de relative disilussioni ce venimo ar mondo e ce crepamo ner giro de 24 ore da secoli, quindi il tutto rimane confinato a un diffuso e malcelato senso de vago ottimismo da tenè er più possibile a bada.

Se parte e quello che de solito viene accompagnato co na vena de insofferenza assurge a motivo de speranza ner domani, co discrete prospettive pure pe er dopodomani: “Ahò, 10 minuti e stamo ancora zerazzero”.

Memori dell’andata, dopo artri 10 a reti imbiancate stamo carichi “Aò 20 minuti e niente massacro! Daje!”. Anche perchè er nemico a strisce schierato oggi nun pare animale feroce ma bestia domestica, che po comunque esse un discreto dito ar culo, ma quantomeno nte lascia co la panza sgarata in mezzo ala Savana.

Anzi, de sgarato, dopo 18 minuti, ce sta solo lo stinco delo svizzero meno neutro sgravato dale mucche viola, quello cor nome da sussidiario de geografia (e comunque prima o poi ci andremo a Vaduz, armeno pe vedé se esiste davero) che capisce tosto l’ammonimento da ammonizione de Capitan Palloppiede.

Noi semo puliti, quadrati, ordinati, precisi quanto lo po esse un naufrago che ha toccato tera pe grazia ricevuta, discretamente propositivi, mai veramente pericolosi ma manco mai in vero pericolo.

Ovviamente, manco er tempo de dillo, ma anche solo de permettese de pensallo, e il pericolo se manifesta.

Punizione dala mattonella de Pirlo.

L’ideale pe “la maledetta de Pirlo".

L’ideale pe fa dì a Caressa sta cazzata dela maledetta de Pirlo.

Guarda caso batte Pirlo.

Gne se po nasconne niente a Pirlo.

Che lui non è solo indomito barzellettiere, imitatore, ballerino, ventriloquo, cabarettista a tutto tondo, performer Burlesque, trapezista circense, depositario della Sacra Verve, ma è proprio svejo de suo.

L’omo che sussurava ai cavalli “deprimemose ar passo” scaja verso la porta na palletta de veleno che pare nata apposta pe annà a stirà le zampe all’angoletto basso.

Franco vola e stavorta non c’ha sorprese ad attendelo all’atterraggio. La manonitudine vince sulla velenitudine, na parata de Cristo. Che, come scritto e rappresentato sur Vangelo de  Panini, tra un miracolo e l’artro giocava in porta.

E a proposito de miracoli, c'è da registrà l'ennesimo atto de santità de San Francesco da Porta Metronia, concretizzatose stavolta in un'operazione a stadio aperto, effettuata co la parte del proprio corpo che mejo risponde agli ordini del padrone: i piedi.

Perchè dopo mezz'ora de suppliche e de lamentele da parte de Euphoria Pirlo, Ercapitano nse l’è sentita de ignorà un omo in difficoltà.

“Ho qualcosa nel ginocchio Francesco, mi fa male, non riesco a correre, imponi su di me le tue mani salvifiche”“Eh, lì è quarcosa che deve spurgà, stai gonfio stai, e comunque co le mani ce fai poco, co queste ar massimo ce magno e ce scrivo”“Fai come credi, ma fai, non resisto più”“Eh ma devo incide eh, too dico, non sarà na passeggiata, lì c’è da apr씓Te ne prego! Non mi fido dei miei medici, tu solo hai parole di vita”“Vabbè fermate che me pari Pjanic, arivo, tiè”

Chirurgico e millimetrico, il tacchetto Capitano seziona la carne Pirla ormai prossima alla putrefazione e la libera dal siero venefico che la insidiava dall’interno. Il sangue che sgorga porta via con sé il maleficio e sventa il rischio di vedere il calcio privato di un fuoriclasse. Ancora una volta sto gioco deve dì grazie Arcapitano, nce se crede. La sutura lascia un tatuaggio de graffio de tigre, na roba tarmente artistica e fomentatrice che Bonucci, appena la vede, se sente subito motivato a chiamà er motivatore suo pe fassene fa uno uguale.

In tutto ciò Osvardone se move e sgomita, s’accentra e ritorna, se libera e se propone, co la voglia di fare ma soprattutto la serenità tipica de chi gira pe il campo co addosso na lettera scarlatta e un cartello che reca scritto “HO FATTO UNA CAZZATA MASTODONTICA E ME VOJO FA PERDONA’”.  

Non succedendo niente de particolare, le considerazioni dei più se soffermano sull’unica vera novità de sta gara: er Kierika. “Questo nun po giocà a pallone!!!!” sentenzia er capannello de urlatori de Tevere dimenticando d’avello appena finito de dì de tutti a partì da Totti. “Pare Masciarelli ar derby der còre”, chiosa namico più amorevole e ottimista. La verità è che er Kierika pare na cifra tranquillo, de sicuro più de noi. Nonostante un rodaggio farraginoso, egli pare giocatore de categoria, tipo na seconda de vertice, ma pure na prima de metà classifica se la farebbe da titolare inamovibile. Egli, soprattutto, pare giocatore greco.

Se badi che per giocatore greco non s’intende giovane de belle speranze andato a farsi ossa e sopracciglia ner Veneto leghista, bensì giocatore che ner precipizio senza fonno der carcio greco ci ha pascolato fino a du minuti fa ar punto da perde buona parte de capelli senza trovà er tempo de facce caso, che artrimenti se sarebbe rasato a zero pure lui. Er giocatore greco è, come ce fu chiaro co Traianos, colui ar quale de notte ricresce la barba. Er giocatore greco non longilineo, quello der tipo der Kierika pe capisse, c’ha financo i peli sula schiena.Che je ricrescono de notte. E fanno rumore come la barba de Dellas.

Er primo tempo se ne va così, in relativa tranquillità, senza spargimenti de sangue se non quello de Pirlo, cor calore degli spalti a fa da contraltare a un freddo de Cristo. Che, come scritto sur Vangelo de Ermèteo, generava anticicloni pure a occhi chiusi e bendato. Miracoli de dubbia utilità, dirai tu. Sì ma anche meno, te risponderemo noi. Perchè non è che stai qua a dà le pagelle a Gesùcristo eh. C’avrà avuto i motivi suoi. Mamma mia. Sempre a mette bocca. E che è. Na pentola de facioli. Ma leggite la scheda e basta no? Amo fatto tanto pe scrivela, mo te devi fa er sangue cattivo su sta cosa. E’ da sabato sera che aspetti, mo devi fa er pignolo. Co Gesucristo poi. Bah. Allora fa na cosa, scrivilo te er Vangelo. Eh? Famo così? Ahhh ahhhh mo te cachi sotto? Te ce sai mette coi regazzini eh? Guarda fatte nfavore, statte zitto. Bravo. Ciao.

L’intervallo ha il sapore de na polemica inutile co nipotetico lettore dela scheda.

E Vucinic? Eh? Eh? Ndo sta sto core de latta? Eh? Nse fa vede eh? Paura eh? Ah eccolo, no vabbè stavamo a scherzà Mì, oh, OH.

Un brivido lungo quanto er Montenegro percore la schiena de tantemila schiene coi peli quante semo ner momento in cui la difesa intiera se fa nostalgica e contestatrice tornando zemaniana giusto er tempo de perdese Pogba, carneade dala pettinatura e dai mezzi fisici e tecnici utili a finì in nazionale in cinque o sei sport diversi che oggi ha momentaneamente deciso de venì a cacà er cazzo a noi. Pogba nell’area gvà e indietro lagdà là dove arigvà Mirkò, che da fori areà al volo  incollà in pogsà per il postèr de Tuttosport utile a immortalà er gò dela domenicà.De sabato però, ragion per cui non va, fischi per lui, sciabolata, e altre cazzate utili ar poro Piccinini.

Su quer tiro voglioso ma stitico finisce la partita de Vuziniz e dela Juve in generale, e comincia definitivamente la nostra. Er Trio de difesa, sussurrando ar nemico “you don’t love me I don’t love you”, inibisce cor soriso e l’apparecchio tra i denti ogni tentativo avverso. Centrocampo e attacco corono e sovrappongono de ripartenza coatta e spavarda ar punto da comincià a creà occasioni utili a rivalutà mpo tutti, co Buffon a parà ogni pretesa der Cipolla di modo da lasciacce sospesi ner dubbio tra miracolo suo e gò magnato nostro.

Poi succede che er Capitano sfascia tutto.

La vita, la morte, i miracoli, la tristezza, la depressione, la rassegnazione, la delusione, le attese tradite, i pareggi in casa, le sconfitte fori, le vittorie a tavolino, gli obiettivi sfumati, le qualificazioni mancate, i derby persi, i passaggi sbajati, le uscite sfarfallate, le imbucate dell’artri, i gò magnati nostri, la classifica inutile, i sabato rovinati, le domeniche sgarupate, i lunedì incupiti, i martedì rimuginati, i mercoledì de coppartrui, i giovedì de coppartrui, i venerdì de speranza e de novo i sabato rovinati.

Spazzati via dalla Madre De Tutte Le Bombe, La Genitrice De Tutte Le Suatte, la Levatrice De Tutte Le Pigne. Rasi al suolo, polverizzati, cancellati dalla faccia della terra ma soprattutto dalla faccia nostra che nse ricordava più come se strilla de gioia e liberazione.

E’ lei, è la Bomba Intelligente.

E’ quell’urlo che ariva imprevisto, perché ce so gò che puoi prevedé co nanticipo de mezzo secondo utile a non perde la corda vocale, e gò come questo che se materializzano prima de pensalli, e te costringono a portà er volume delo strillo dar minimo ar massimo, come quando sbatti pe sbajo sula manopola der volume delo stereo arzandolo a livelli dove volontariamente non l’hai portato mai.

Te giri e abbracci la prima cosa che te se move nei paraggi prima che quella cosa abbracci te. Tipo un signore antico e gentile casuale compagno dele sventure d’annata, ar quale finarmente strizzi tutte le vertebre, ce salti e lo tieni saltando, e quando lo molli pe guardatte in faccia coll’artri millemila lo fai piano, pe paura d’avé fatto danni sparpajando costolette de tifoso felicemente fratturato sui seggiolini.

Tutto ciò non è per sempre, chiaro.E’ per mo. E’ per noi.Poi tornerà tutto eh. Mica semo così fregnoni che pensamo che un tiro risolve i problemi de na vita. Ma mo levateve tutti, scansateve proprio.

Chi non ha intenzione de scansasse manco de un millimetro dalla sua posizione privilegiata de Primo Adoratore Dercapitano è Miralem, ormai prossimo al’estasi e al rapimento in cielo. Tanta è la voglia de urlà più dell’artri e de fallo vedé ai fotografi immortalanti, che nella foga dell’eccesiva divaricazione orale atta all’esplorazione de forme de bestiale ruggito ancora ignote, la mandibola je se svita, la testa je s’allunga vieppiù, e le capocce deformate de Elio e le storie tese a Sanremo, tornano normali.

“AZIONE INSIEME, PALLA A TE DA TIRO MIO RIBATTUTO, SE PO PRATICAMENTE DI’ GOL INSIEME, ESULTIAMO INSIEME,  NA VITA INSIEME, SPOSAMOSE CAPITA’!”“Eeeeeh?”“NO DICO...ESULTIAMO INSIEME!”“E dopo?”“CAPITA’!”“No, prima de quello”“ESULTIAMO INSIEME!”“Guarda ringrazia che mo me devo fa sommerge dalla caratteristica esurtanza liberatoria che prevede che tutti me se ammucchieno addosso, sennò era ora de affrontà sto discorso una volta pe tutte”“EEEEEH ESULTIAMO CARATTERISTICI AMMUCHIATI EEEEEHHHH INSIEMEEEE DAI TUTTI  E UNDICI! TUTTI! PURE FRANCO! OH! FRANCO! OOOOHH FRANCOOOOOO, vabbè...famo in dieci, è uguale”

Poi se ricomponemo. Manca ancora na cifra. Tipo na ventina de minuti, contro la prima in classifica ferita e vogliosa, che accidentarmente non battemo da lustri in cui se sentivamo molto più illustri d’adesso. Scalà er K2, disintossicasse da Ruzzle, arivà fino ala fine de na canzone dei Modà, fa pià na laurea a Giannino, tutto sommato, ar confronto, ce sembrano imprese ala portata.
Eppure non soffrimo praticamente mai.
Belli, compatti, sporchi e cattivi, non se scomponemo manco all’ingresso de Seba la formica stronza. Certo, quando er carcio moderno riesuma Anerka proprio al nostro cospetto e proprio nei minuti che ce separano dall’unica, fin qui, gioia dell’anno, er tifoso smadonna. Senza senso, senza logica, senza stile. E però too ricordi Sansone? Come fai a non fa tesoro del’esperienza più fresca e a nun pensà ala prima pagina de Tuttosport de domani co Anerka che bacia la maja e dichiara “30 sur le champs!”.E invece no.La capoccia a ovo de Anerka va dietro le punte a fa specchio riflesso cor cranio der subentrato Bradley. Roba da mettese l’occhiali da sole ale 22.30 de sera.
Ma pe loro è buio, pericoli zero.

Addirittura, a na cinquina dar termine, Aurelio se permette er lusso dela mossa segreta, o armeno tale sembra a noi che de provà a difende un risultato non volemo sentì più ragione da mpar d’anni almeno. Quando Totti esce cor tributo de Olimpico, Coni, Unione Europea, Unione Africana, Commonwealth, Onu e Festival de Sanremo, tutti aspettamo Lopez, l’Incisivo Lopez.
Ma entra Sturmentruppen Florenzi, UNCENTROCAMPISTAPENAPUNTA.

“Ce piace vince facile eh”, pensamo lì pe lì, graziarcazzo che poi vinci, eh, stai unazzero, mancheno 5 minuti, levinapuntapencentrocampista, così so boni tutti a vince, così, sobbo....

E però er brivido de piacere ce cresce dentro forte quanto un sempre più insopprimibile STICAZZI!!! che non urlamo perché de scorettezza politica de sti tempi ce ne sta in giro tarmente tanta che abussanne mo, qui, pare mpeccato.

E però la Juve attacca, tira e crossa e rimpalla senza costrutto, fino all’urtimo secondo, perché er parucca così ja insegnato, mai rassegnasse, un rimedio, na cura, niniezione denergia, un trapianto de vigore se trova sempre. Tipo un carcio d’angolo a tempo de recupero scaduto.

Quando Buffon parte dall’area sua pe venì a fa der male nela nostra, l’effige de Rampulla che esurta ce se staja nitida. Se non ora quando uno come Buffon potrà fa na cosa der genere? Solo questo je manca a lui e noi certe vorte paremo creati apposta pe riempì le mancanze artrui. Ecco, guarda te come deve finì st’impresa sa. Tanto amo fatto, tanto amo visto, tanto amo detto e sperato, che voi scommette che Buffon la intruppa de twitter e segna? Daje, che te ce giochi?
Alla domanda traditora, er portierone nazionale se distrae quer tanto che basta all’arbitro pe non piglià in considerazione l’ipotesi e sancì la fine.

I giochi so fatti, gnente va più.
Amo vinto.
L’anti Juve semo noi.
Come sempre.
Armeno pe na sera.

Rifiuti: Parlamento Ue, revoca commissario Lazio e stop discariche


(ASCA) - Bruxelles, 20 feb - Le discariche a Riano, Pian Dell'Olmo e a Monti dell'Ortaccio non vanno fatte, il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti nel Lazio va rimosso dal suo incarico, e al piano per Roma va data attuazione. Sono solo alcuni dei punti contenuti del documento approvato in commissione Petizione del Parlamento europeo. L'organismo parlamentare ha adottato all'unanimita' (27 voti a favore) la relazione sulla missione del Parlamento Ue in Lazio e Campania compiuta dal 29 al 31 ottobre 2012 per monitorare la gestione del ciclo dei rifiuti nelle due regioni. Il risultato della missione, boccia senza appello la regione del centro. ''La situazione nel Lazio resta molto critica'', si denuncia nel rapporto conclusivo.

Nel documento approvato si chiede, per il Lazio, ''l'immediata revoca dei poteri conferiti al commissario straordinario attraverso l'utilizzo dello strumento della legislazione di emergenza, visto che tale posizione si e' rivelata inadeguata alle necessita' di un'appropriata gestione dei rifiuti''. Cio' ''soprattutto in ragione delle sue priorita' a breve termine e di scarsa portata, laddove sarebbe invece necessario fronteggiare temi sostanziali che costituiscono un problema di medio e lungo termine piu' ampio e strutturale''. Per la commissione Petizione il ruolo e l'autorita' del commissario straordinario in Lazio ''e' del tutto inadatto ai reali problemi che affronta la popolazione, visti i livelli spaventosi della cattiva amministrazione di lungo corso. Inoltre, i poteri di emergenza sono chiaramente controproducenti, oltre che in flagrante violazione di molti aspetti della legislazione dell'Ue in materia di rifiuti''.

Sul fronte dello smaltimento dei rifiuti, il Parlamento Ue manifesta la ''ferma opposizione alla designazione dei siti di Monti dell'Ortaccio e Pian dell'Olmo come discariche, in ragione dell'impatto cumulativo di tali siti con altre strutture esistenti e data la loro vicinanza alle abitazioni e ai corsi d'acqua''. Per cui si raccomanda alle autorita' italiane di ''stabilire criteri piu' chiari sulla base delle pertinenti direttive dell'Ue per la designazione dei siti delle discariche, ove necessari nel contesto di una generale strategia dei rifiuti''. A detta dei parlamentari europei nel Lazio le autorita' politiche sono andate avanti ''senza agire sulle gravi conseguenze cumulative di una politica dei rifiuti completamente inadeguata dove l'intera 'politica dei rifiuti' equivaleva alla 'politica delle discariche' ogni volta che si trovava un sito conveniente''. Il tutto ''ignorando le conseguenze sociali e ambientali e, soprattutto, lasciando tale politica ampiamente nelle mani di un'unica, volenterosa, societa' privata del settore''. Ed e' dunque ''per questa e per molte altre ragioni'' che la delegazione inviata in Italia si dice ''contraria'' alla realizzazione di nuove discariche a Riano, Pian dell'Olmo e a Monti dell'Ortaccio. Critiche mosse anche all'impianto di trattamento dei rifiuti di Villa Spada: per i deputati europei ''si trova indubbiamente nel posto sbagliato, e si auspica un suo spostamento data la sua prossimita' al centro residenziale''.

La commissione Petizione comunque si dice ''compiaciuta'' del 'Patto per Roma' del 4 agosto 2012 sulla gestione dei rifiuti, ma ne chiede ''l'efficace attuazione'' ribadendo la necessita' di ''stabilire chiaramente misure e responsabilita' concrete per raggiungere efficacemente gli obiettivi stabiliti''.