Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 30 giugno 2018

La beffa della flat tax continua

Mario Zorzetto

Vignetta di Biani


Come funziona la banda Bassotti dell’erario?

Se il contribuente ha un reddito di 81.000 euro imponibili, l'aliquota flat tax da  applicare è al 20% perché supera la soglia 80000 e sono zero le deduzioni nel sistema fiscale di Sire, Salvini in questa fascia, per cui:
  81.000 euro x 20% = 16.200 euro è l'imposta da pagare allo Stato con la flat  tax.
Oggi
 Il medesimo contribuente rientra nel quinto scaglione IRPEF in vigore, l’imposta da pagare è
pari a 25.420,00 euro + 43% sulla parte eccedente i 75.001, ovvero il 43% di 6000 euro,
per una imposta complessiva di 25420 + 2580=28000 euro.

Con la  flat tax questo contribuente risparmia rispetto al regime attuale il 42,14% di IRPEF

Se il contribuente ha un reddito di 300.000 euro imponibili, l'aliquota flat tax da  applicare è al 20% e zero deduzioni, per cui:
  300.000 euro x 20% = 60000 euro è l'imposta da pagare allo Stato con la flat  tax.
Oggi 
 Il contribuente rientra nel quinto scaglione IRPEF, l’imposta da pagare è pari a: 25.420,00 euro + 43% sulla parte eccedente i 75.001, quindi 43% di 225000=96750, per un totale di imposta IRPEF di 122.170    

Con la flat tax questo contribuente risparmia  rispetto al regima attuale il 50,88% di IRPEF


Quanto risparmiano i 34000 ricconi italiani (dati MEF ) con la flat tax 20% della banda Bassotti, Salvini e Berlusconi
nella sola fascia di reddito fino a 300000 euro?

FLAT 20%-IRPEF OGGI- RISPARMIO-N.BASSOTTI-RAPINA FISCALE
60.000       122.170         -62.170           34.000         2.113.780.000                                  

  
Chi la paga? A carico di chi?  A carico di  tutta la collettività.

giovedì 28 giugno 2018

LETTERA APERTA AL COMMISSARIO STRAORDINARIO DELLA ASL DI FROSINONE E AL PRESIDENTE ZINGARETTI


Il Comitato  “ Salviamo l’ Ospedale di Anagni  ”




La chiusura del Punto di Primo Intervento, presso l'ex Ospedale di Anagni, deliberata in data  25  giugno 2018 dall’ Azienda ASL e firmata dal Commissario Luigi Macchitella con i pareri favorevoli del Direttore  Amministrativo Vincenzo Brusca e del Direttore  sanitario Eleuterio D’ Ambrosio, segna  un ulteriore  aggravamento della  situazione sanitaria  di Anagni e dei Comuni  limitrofi e sancisce, se  mai ce ne fosse  stato ancora  bisogno, l’inaffidabilità delle  dichiarazioni rilasciate da  Macchitella  all’ ex sindaco Bassetta  sul mantenimento dell’ attività del Punto di Primo Intervento.
 Ma, cosa ancora  più grave ,questa decisione  evidenzia il disprezzo delle indicazioni contenute nell’ Atto Aziendale  2017  che stabilisce  la presenza  nella  provincia di tre poli ospedalieri, tra i quali quello di Frosinone, Anagni e  Alatri.
 Come dire  che  lorsignori non temono nemmeno di smentire  se stessi , approvano e rinnegano documenti di programmazione, come l’ Atto  Aziendale, che hanno valore di  legge. I motivi di queste  decisioni sfuggono non soltanto alla logica  comune ma ad ogni visione di  pianificazione organizzativa  di un’ Azienda  pubblica  che  miri all’ efficiente  funzionamento della  Sanità  territoriale che, invece, si vuole degradare  e  smantellare  con manovre incomprensibili  per il semplice  buon senso e con decisioni ispirate spesso da motivi politici e campanilistici che contrastano con l’ obiettivo della  presenza degli indispensabili servizi sanitari  nel territorio.
Grandi responsabilità ha anche e soprattutto la Regione, alla  quale si chiede con forza di intervenire per “spoliticizzare” le ASL e ripristinare livelli di Sanità conformi a quelli nazionali.
Se fosse  necessaria una prova  tangibile dell’ obiettivo di declassamento perseguito per  lasciar  morire  ogni forma  di assistenza  sanitaria   pubblica  ad  Anagni  e nel territorio, questa  prova è palesemente  rintracciabile  nel  funzionamento a  scartamento  ridotto che penalizza  l’ utilizzo del  Mammografo ad alta  tecnologia per  la  prevenzione  e la  diagnosi  precoce del  tumore  della   mammella,  disponibile  nel nostro ex-Ospedale, ma  privo del personale  necessario per  la sua  regolare operatività.
Ai  cittadini va ricordato che questa  apparecchiatura  è stata acquistata  da BancAnagni, con il contributo dell’ azienda Boccadamo, di privati cittadini e del Comune di Anagni.
Va  ricordato, altresì,  che in molte  occasioni  i responsabili politici della Sanità  locale  e regionale hanno parlato e straparlato dell’ importante  problema  della  prevenzione, con toni di propaganda  e nessun fatto concreto se non  l’ apertura di risibili ed inutili strutture,  pagate con i soldi dei contribuenti.
Ora  Anagni  ha il nuovo Sindaco, Daniele Natalia, che  ha ribadito il suo impegno prioritario per restituire  ai cittadini  un servizio sanitario per l’ urgenza e l’ emergenza che   dia  nella  riapertura del  Pronto Soccorso, un segnale  qualificante  di  un’autentica  svolta  politica  e  amministrativa.
Per il raggiungimento di questo obiettivo il Sindaco deve puntare sul coordinamento dei sindaci del territorio per concordare con urgenza una proposta da portare ai vertici aziendali e regionali.
Natalia potrà contare con certezza sul consenso compatto degli anagnini, che lo attendono alla prova dei fatti.


mercoledì 27 giugno 2018

Un po' di verità

Luciano Granieri


Domani, 28 giugno, il Consiglio europeo  discuterà di immigrazione. Non so tale assise, formata  dai leader dei paesi membri , sa che  il Parlamento europeo, quello che noi eleggiamo, ma che  evidentemente non conta un cazzo (scusate la scurrilità),  ha   approvato una riforma in base alla quale si supera il trattato di Dublino. Quel trattato firmato nel 2003 (guarda un po’  anche dalla Lega , che oggi lo vede come fumo negli occhi)  per cui , il Paese di primo accesso è responsabile dell’asilo di un immigrato. Cioè gli immigrati che arrivano in Italia devono rimanere in Italia. E all’Italia spetta l’esame della domanda di protezione internazionale con tutte le lungaggini burocratiche del caso . 

Cosa prevede la riforma  licenziata dal Parlamento Europeo, mai presa in esame dal Consiglio? La norma  solleva dall’obbligo di asilo  i Paesi di primo approdo, come l’Italia, e sancisce un criterio di ricollocamento dei richiedenti asilo in tutti gli Stati  membri  dell’Unione secondo una quota pari a 12 immigrati per 1.000 abitanti. La tanto vituperata Malta ospita 30 immigrati per 1.000 abitanti, la Germania ne conta 19,  la Francia è  a 6, come la Grecia,   la Spagna a 8 l’area Visegrad ne conta  5, indovinate quanti ne ospita l’Italia? 4 (Quattro)  (fonte Eurostat) . Questa è la tanto temuta invasione. 

E’ quindi evidente che nonostante il governo giallo-verde si dica strenuo  oppositore al trattato di Dublino non adotterà  mai  la riforma approvata dal Parlamento Europeo che ne supera le prescrizioni. Infatti essa    prevederebbe, nel nostro caso , l’accoglienza di ben 8 immigrati in più per mille abitanti.  Così come non l’adotteranno  gli altri Paesi. Converrebbe solo a Malta e alla Germania, la quale, guarda caso, continua a ripetere che nessuno  Stato dell’Unione va lasciato solo davanti al problema dell’immigrazione ed il premierato di mutti Merkel è messo  in serio   pericolo dal suo ministro dell’Interno Seehofer, il quale  si rifiuta di  consentire  l’ingresso di altri immigrarti. 

Volendo trarre una morale da tutto ciò, si evince come  le tanto decantate elezioni per il Parlamento Europeo, eleggono personaggi che, come minimo, non contano un cazzo (riscusate la scurrilità) e come massimo rubano lo stipendio, Salvini è stato maestro in questo. Inoltre stante la quota di immigrati (4 per 1.000 abitanti) assolutamente irrisoria rispetto agli altri Paesi dell’Unione si capisce come il problema della tanto temuta invasione dei neri  si irrilevante e che le cifre da considerare debbano essere altre. 

Ad esempio anziché rompere il cazzo (scusate ancora la scurrilità) con la criminalizzazione delle ONG,  con il rafforzamento del potere mafioso delle bande libiche, affinchè torturino e uccidano, a fronte di adeguato compenso dei mandanti europei ( italiani in primis), chiunque voglia affrontare il Mediterraneo per arrivare da noi, bisognerebbe occuparsi dei  cinque milioni e passa di poveri assoluti che sopravvivono in Italia , di quei nove milioni  e passa di individui che campano  in povertà relativa, di quei dodici milioni di cittadini che non possono permettersi cure mediche, e di quegli altri sette milioni che devono fare debiti per curarsi, di quei due milioni e otto che devono vendersi la casa per provare a salvarsi dalle patologie di cui sono vittime. 

Sia chiaro, lo stato di disperazione di codeste persone non ha niente a che fare con gli immigrati, anzi il problema dell’invasione degli eserciti extracomunitari è agitato per evitare di risolvere le nostre miserie e per porre in conflitto la disperazione nativa con quella immigrata. La  guerra di Vandea mossa dal troglodita capopopolo Salvini, era tristemente ipotizzabile,  ma i soci di minoranza (anche se in termini di voti sarebbero di maggioranza) di giallo colorati, non si rendono conto della barbarie che rimanda un simile quadro?  

Non si rendono conto che la flat tax è un provvedimento in base al quale i ricchi, compresi quelli a cui si vogliono abbassare le pensioni d’oro, traggono ulteriori vantaggi , e che il reddito condizionato (basta chiamarlo di cittadinanza, basta dire cazzate)  non è altro che un’elemosina la cui conseguenza sarà quella di creare un’affollata platea di lavoratori schiavizzati anch’essi destinati ad arrabattarsi sotto la soglia di povertà?  Proviamo a ragionare se ancora ne siamo capaci e se ancora siamo in possesso di un briciolo di umanità.

martedì 26 giugno 2018

Appello 28 giugno

Coordinamento Democrazia Costituzionale


Solidarietà europea: il 28 giugno tutti i Governi facciano la propria parte per l’accoglienza!
Il 28 giugno il Consiglio europeo discute di immigrazione: i Governi hanno la responsabilità storica di dare sostanza al principio di solidarietà su cui si è fondata l’Unione europea.
Chiedere asilo in Europa è un diritto, ma regole e politiche ingiuste continuano a far pagare a chi cerca rifugio l’incapacità dei Governi di affrontare sfide comuni con risposte comuni, come successo alle 629 persone bloccate in mare sull’Aquarius. La battaglia per la solidarietà europea non si fa sulla pelle delle persone in mare ma cambiando le regole sbagliate come il Regolamento di Dublino, che lasciano le maggiori responsabilità sui Paesi di Confine. Il Parlamento europeo ha già votato a larga maggioranza per superare l’ingiusto criterio del “primo Paese di accesso” e sostituirlo con un sistema di ricollocamento automatico che valorizza i legami significativi dei richiedenti e impone a tutti i Paesi di fare la propria parte, come già chiedono i Trattati europei.
Un’altra Europa c’è già, un’Europa che accoglie, aperta e solidale: facciamola vedere!
Il 27 giugno riempiamo le piazze d’Europa con barchette di carta per chiedere a tutti i Governi europei di fare la propria parte, di cambiare il Regolamento di Dublino nella direzione già indicata dal Parlamento europeo e di aprire vie legali e sicure per l’accesso in tutti i Paesi UE.
Aderite alla mobilitazione e il 27 giugno diamo vita alla prima grande mobilitazione europea per la solidarietà!
Tre azioni per chiedere #solidarietàeuropea:
– Aderisci alla mobilitazione e segna sulla mappa la piazza europea dove porterai le barchette il 27 giugno.
– Scrivi al tuo Capo di Governo per chiedere che il Consiglio europeo del 28 cambi il Regolamento di Dublino per assicurare equa condivisione delle responsabilità sull’accoglienza
– Condividi sui social con l’hashtag #changeDublin #EuropeanSolidarity
Per le associazioni e organizzazioni che vogliono aderire, scrivere a : info@europeansolidarity.eu
Promotori
Organizzazioni: Save the children – Oxfam – Amnesty International – Emergency Onlus – CGIL Nazionale – ARCI nazionale – Medici Senza Frontiere Italia – Tavolo Nazionale Asilo – ASGI – Forum per cambiare l’Ordine delle Cose – Zalab – Train of hope (Wien) – Mediterranean Hope (Programma Rifugiati e Migranti della FCEI) – Comunità di Sant’Egidio – Baobab Experience – ProActiva Open Arms – Caritas Italiana – ACLI nazionale – A buon diritto – EP Progressive Caucus – CIAC ONLUS – Intersos – CIR – MEDU (Medici per i diritti umani) – Fondazione Migrantes – Diaconia Valdese – Rete nazionale Europasilo – I.C.S.(Consorzio Italiano di Solidarietà) – Possibile – Coalizione civica Bologna – GVC – Fondazione Finanza etica – Comitato Giustizia e verità per i nuovi Desaparecidos – Casa dei diritti sociali – ARCS – AOI – Centro sociale “Ex Canapificio” e Movimento Migranti e Rifugiati di Caserta – Osservatorio Solidarietà – ADIF Associazione Diritti e Frontiere – Associazione Laudato Si’ – Casa della carità – Ospiti in arrivo – Progetto Melting Pot Europa – Coalizione Civica Padova – Campagna LasciateCIEntrare – Associazione Soomaaliya Onlus – Gruppo Educhiamoci alla Pace di Bari – Giuristi Democratici – Centro Astalli – GLR Bari (Gruppo lavoro rifugiati) – Camelot – Green Italia – Asilo in Europa – Associazione OPTI’ POBA’ – Fondazione Benvenuti in Italia – Hayat Onlus – Passwork impresa sociale scs Onlus – Januaforum APS – Unica Terra, Ass. di Volontariato Onlus – EquaMente – Ass. Culturale e di Solidarietà – Ass. culturale “Le Seppie” – Ass. culturale Lottodognimese Padova – Concord Italia – Oxfam Italia – GiulioSiamoNoi – Ass. Culturale eralavò – Agedo Puglia sez. Bari – Refugees Welcome Italia Onlus – Associazione per la Pace (nazionale) –  Ass. di promozione sociale Pace e Convivenza di Sesto Calende – Collectif Ganges Hospitalité – Ass. Cenci casa-laboratorio – Missionari Comboniani Palermo – Coordinamento “Non solo asilo” – Ass. Rosa Bianca – Solidaritat Ubaye – Federazione Italiana Comunità Terapeutiche FICT  – Legambiente – Sinistra Italiana – Partito della Rifondazione Comunista (S.E) – Ass. di volontariato Ohana – International Support Human Rights – Ass. Orizzonti Il Futuro Insieme – C.N.G.E.I. Sezione di Velletri – Lunaria – Ass.interculturale GRAMMELOT – Terzo Millennio, Laboratorio Sociale Salentino –  MoVI Movimento di Volontariato Italiano – Rete Radié Resch – Libertà e Giustizia Rimini – IFE Italia – Diem25 DSC Genova – Il Manifesto di Londra –  Associazione Carta di Roma – PrendiParte – Como senza frontiere – Associazione noi Donne in rete per la Rivoluzione gentile – SISUS-Società Italiana Scienze Umane e Sociali – Associazione Alisso ONLUS – PaceLAvoroDEmocrazia – Associazione legalità bene comune – Rafiki-Pediatri per l’Africa – Gus Gruppo Umana Solidarietà – Centro italiano per la pace in Medio Oriente (Cipmo) – Associazione Le Ali di Frida – Coordinamento Democrazia Costituzionale Rimini – Aide aux Réfugiés en Région Vaisonnaise – Solidarité Tattes – Movimento demA – Enti Locali Rete comuni solidali – Assotziu Consumadoris Sardigna Onlus – Libera – Associazione L’Altra Liguria –  Volonteurope – Osservatorio Migranti Basilicata – Antenne Migranti – Prima le persone – Mani tese – Cipsi – Arte Migrante Acireale – Consorzio Farsi Prossimo – HumanRights360 – Associazione Cittadini del Mondo – Alianza por la Solidaridad – Cooperativa Sociale K-PAX – Refugees Welcome Germany – Associazione femminile La Tela – New Europeans – L’Uomo e il Legno – European Alternatives – Cittadinanzattiva Onlus – Univ Parma – Migr/Azioni – Comune di Canicattini Bagni  – KOPIN – Mondragone Bene Comune – Novo Millennio Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S. – Gioventù Federalista Europea (GFE) – Europa in movimento – JRS Europe, Rete Futura – Moas – Grüne Verdi Vërc di Bolzano – Uisp-Unione italiana sport per tutti – Le CCFD Terre solidaire du Doubs – Welcome Franois Serre – L’Altra Europa con Tsipras – Granello di Senapa – Etats Généraux des Migrations- Franche Comté Sud – Movimento Federalista Europeo (Genova) – Donne in nero (Como) – Anpi Alto Adige Sudtirol – Cestim Centro Studi Immigrazione – Sinistra die Linke – Fondazione Benvenuti in Italia – Rete degli Studenti Medi – UDU Unione degli Universitari – Associazione Multiculturale Philos di Martano – CINI, Coordinamento Italiano NGOs Internazionali – Movimento Federalista Europeo (Toscana) – Stonewall – Comitato Territoriale Arcigay di Ragusa – ADL a Zavidovici Onlus –  Fair – La Cimade 78 (Yvelines) – Libertà e Giustizia (Udine) – Comitato per la Pace di Terra di Bari –  JRS Europe 
Persone: Elly Schlein (MEP Italy), Andrea Segre (director), Alessandra Ballerini (lawyer), Valerio Mastandrea (actor), Alessandro Bergonzoni (author), Giulio Cavalli (actor), Valentina Lodovini (actress), Florent Marcellesi (MEP Spain), Guillaume Balas (MEP France), Martin Schirdewan (MEP Germany), Curzio Maltese (MEP Italy), Dimitrios Papadimoulis (MEP Greece), Ernest Urtasun (MEP Spain), Georgi Pirinski (MEP Bulgaria), Eva Joly (MEP France), Sergio Cofferati (MEP Italy), Terry Reintke (MEP Germany), Barbara Spinelli (MEP Italy), Ska Keller (MEP Germany), Udo Bullmann (MEP Germany), Giusi Nicolini (politician), Eleonora Forenza (MEP Italy), Monica Frassoni (politician), Emiliano Rubbi (producer), Malin Bjoerk (MEP Sweden), Cécile Kyenge (MEP, Italy), Cornelia Ernst (MEP Germany), Birgit Sippel (MEP Germany), Beatrice Brignone (politician), Andrea Maestri (politician), Luca Pastorino (MP Italy), Nicola Fratoianni (MP Italy), Erasmo Palazzotto (MP Italy), Mercedes Bresso (MEP Italy), Renata Briano (MEP Italy), Brando Benifei (MEP Italy), Pina Picierno ( MEP Italy), Andrea Cozzolino (MEP Italy), Patrizia Toia (MEP Italy), Silvia Costa (MEP Italy), Elena Gentile (MEP Italy), Laura Boldrini (MP Italy), Marco Furfaro (politician), Marie-Christine Vergiat (MEP, Francia), Dietmar Koster (MEP, Germany), Flavio Zanonato (MEP, Italy), Tanja Fajon (MEP, Slovenia)

lunedì 25 giugno 2018

Picchiamo i pugni sui tavoli europei? No ribaltiamoli proprio

Luciano Granieri



Se non ricordo male, e non ricordo male, il governo del cambiamento doveva essere quello del “mai più schiavi dell’Europa”.  Mai più schiavi dell’Europa che ci lascia soli a fronteggiare la piaga dell’invasione delle cavallette extracomunitarie, mai più schiavi dell’Europa che c’impone politiche di austerità in osservanza  all’economia  del debito. 

Complimenti a Salvini che, lasciando in mezzo al mare  a  morire di fame e di stenti centinaia di disperati,  sta sollevando in modo deciso il moto di ribellione promesso  . Una ribellione di facciata perché già l’oligarchia europea sta attrezzando Frontex a perseguire e rimandare nel paese di partenza (cioè l’Italia) quegli immigrati che, approdati sulle nostre coste,  passano i confini italici cercando di fuggire verso  lidi francesi o tedeschi. Nell’era pre pentaleghista   ciò non accadeva. 

 Il problema vero però è che al disumano e vergognoso, per il nostro Paese,  moto di ribellione contro gli immigrati , non si accompagna l’altrettanto sbandierata sollevazione contro le politiche economiche di austerità che  l’oligarchia economica europea rivolge contro  i cittadini comuni.  Della discussione dei trattati, del  piano B di savoniana memoria per uscire dall’euro,  si sono perse le tracce. Anzi l’attuale ministro dell’economia Tria, quello  che ha sostituito il reietto Savona, schifato da  Mattarella per attentato alla indissolubilità della dittatura del  capitale, ha rassicurato che il governo giallo-verde,  dopo qualche intemperanza giovanile, ritornerà allineato e coperto sotto le insegne dello sfruttamento che l’ortodossia capitalistica continentale impone ai suoi cittadini. 

A proposito di Mattarella. Non riesco a capire  come il Presidente della Repubblica, garante della Costituzione abbia, trovato letale per la tenuta costituzionale un ministro che “avrebbe messo in  allarme gli investitori e i risparmiatori italiani e stranieri”(testuale),   mentre abbia concesso semaforo verde ad altri ministri  che con le loro  azioni in neanche un mese  di governo hanno  già  violato tutta una serie di articoli della carta (2,3,10,26,53). 

 Resta il fatto che della ridiscussione dei trattati europei non è rimasta traccia, men che meno  del ventilato  annullamento di 250 miliardi  di debito in titoli di Stato detenuto dalla Bce. Di uscita dall’euro, istituzione di  una banca centrale nazionale  che riprenda ad emettere moneta, di un  audit dei debiti con annullamento di quelli derivati dalla speculazione finanziaria,  della nazionalizzazione delle banche e statalizzazione delle politiche economiche neanche a parlarne. In realtà  un piccolo  moto di ribellione in questi senso, come quello promesso in campagna elettorale,  avrebbe aiutato una marea di poveracci a risollevarsi e a distribuire un po’ di reddito dai  super ricchi ai  super poveri.

 In conclusione alziamo la testa contro i padroni europei per ricacciare al loro triste destino dei poveracci che cercano una sorte migliore di quella che noi con il nostro insensato imperialismo gli abbiamo rovinato “A CASA LORO”, ma non ci solleviamo contro una politica economica devastante che aumenta sensibilmente il numero dei poveracci  nativi in Italia e in Europa. 

Bisogna andare a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo per farci sentire” così  dichiarava Renzi nel 2016  per elemosinare uno 0,2% di flessibilità  nel rapporto debito-pil , necessario a racimolare un po’ di briciole per vincere il referendum costituzionale. Aveva ragione Renzi.  Anzi dirò di più non basta sbattere i pugni sul tavolo, bisognerebbe proprio ribaltarli i tavoli con tutte le persone che vi  siedono attorno. 

Ma a questa incombenza , visto che  i governi  non ne sono capaci, dovrebbero provvedere proprio    i poveracci. Quei poveracci che la tanto decantata umanità dell’Unione Europea lascia morire di stenti, o in mare o sulle coste libiche, e quei poveracci che la stessa Comunità,  con il falso scopo di contrabbandare  l’unione pacifica e umana vagheggiata da Spinelli e Rossi  , riduce alla fame e alla povertà.