Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 14 ottobre 2011

La Lettera

Bruno Roveda 

Posso "dedicarti" questa  Lettera... ? La pubblicheresti su AUT-Frosinone? Un saluto. bruno

Ceccano 5 maggio 1912

Angelino Loffredi

Nel lontano 1978 scrissi sulla “Gazzetta ciociaria “ un articolo dal titolo “ Dal conte al contadino “. Successivamente, con altri, compone la pubblicazione edita dal comune di Ceccano“ Frammenti di vita ceccanese “In tale articolo, fra le altre cose, riportavo notizie sulla più grande manifestazione contadina avvenuta a Ceccano il 5 maggio 1912 e che, secondo me, anticipava l’espansione del movimento contadino in Ciociaria e precostituiva la vittoria delle liste contadine alla elezione comunale del 1914. Quella cioè che portò Giovanni Funari a guidare il comune di Ceccano. Ritorno a scrivere dopo tanto tempo su questo decisivo avvenimento perché Maurizio Federico, noto ed affermato ricercatore, mi ha fornito un prezioso documento che mi ha reso felice e soddisfatto. Si tratta infatti di una pagina de “La difesa del contadino “ giornale molto letto nel nostro territorio dal 1906 al 1915, diretto da Giuseppe Ballarati, organizzatore infaticabile delle leghe contadine in tantissime realtà dell’allora provincia romana.
Lo scritto non smentisce quanto da me riportato: presenza di 3000 persone, caratteristica comprensoriale dell’iniziativa ma lo arricchisce notevolmente per notizie e curiosità a cominciare dal fatto che l’incontro festoso di tante Leghe e tanti cittadini coincideva con la Festa del 1° maggio, non ancora riconosciuta e pertanto, ricordata il 5, domenica successiva. Il periodico indica come presenti: il presidente della Lega di Ceccano, Pietro Colapietro, il segretario Filippo Colapietro e i presidenti di altre Leghe accompagnati dai propri aderenti, quali Carlo Lungarini di Amaseno, Luigi De Angelis di Castro dei Volsci, Sisto Carocci di Lenola, Liberatore Straccamore di Alatri, Amadeo Lombardi di Vallecorsa e Giuseppe Tomei di Supino. Il giornale riporta, inoltre, che i rappresentanti della Lega di Patrica arrivano dopo le 13 perché impegnati per il funerale di un iscritto. Debbo precisare che il numero consegnatomi da Maurizio Federico è stato già parzialmente utilizzato da Gabriele De Bianchi nel 1988 quando ha scritto su Giuseppe Ballarati e da Tommaso Bartoli che a sua volta nel libro “ Podestà, Commissari, Gonfalonieri, Sindaci “, stampato nel 2000, su questo avvenimento ha attinto al libro di De Bianchi. L’articolo riguardante la giornata del 5 maggio mi sembra scritto in modo ben circostanziato a cominciare dal concentramento del corteo davanti alla stazione ferroviaria di Ceccano, l’arrivo successivo alle 9,30 del treno che porta Giuseppe Ballarati, Antonio Stagni, Natalino Patriarca, Domenico Marzi, Vincenzo Tesori, Bragaglia, autorevoli ed affermati personaggi del periodo e, infine, del corteo aperto dalle bande musicali di Frosinone e Ceccano. Nell’articolo mi sembra cogliere bene le alleanze che si formano attorno a questo nuovo soggetto politico: la presenza della Lega degli infermieri del Manicomio di Ceccano, la sezione socialista di Frosinone, ed ancora i telegrammi di adesione che arrivano da Campo Soriano di Terracina, Sgurgola e da Isola del Liri. Il corteo, dunque, risale lungo le strade di Ceccano, arriva fin sotto il Comune, allora situato dove oggi sono presenti gli uffici anagrafici, occupa l’ampio spazio ove oggi è situato il monumento ai caduti ed ascolta con grande attenzione sei interventi: avv. Colombo Bonanome e Vincenzo Tiberia di Ceccano, avv. Natalino Patriarca di Priverno, Carlo Lungarini di Amaseno, avv. Domenico Marzi e per ultimo Giuseppe Ballarati, direttore del periodico “ La difesa del contadino” e ed organizzatore per oltre un decennio di leghe di contadini, animatore di scuole, costruttore di abitazioni e di un tentativo di fondare una banca per i contadini. Va precisato ancora che al termine della manifestazione si creano le basi per fondare una Lega di donne che verrà diretta successivamente da Elena Giudici. La fotografia che proponiamo probabilmente unica è stata scattata al termine della manifestazione. Nello sfondo della stessa si intravede via Magenta. Infine vorrei sollevare alcune considerazioni trascrivendo per intero alcune righe di quell’articolo a proposito della costituenda Lega delle donne: “ Risultato immediato fu la costituzione di una lega anche fra le donne di Ceccano, le quali finora erano state dissuase dall’organizzarsi da interessati i quali andavano insinuando che l’organizzazione avesse scopi politici ed antireligiosi, e che convinte, per averle sentito ripetere in tutti i toni, dei veri scopi della lega, che non ha fini di asservimento politico a nessun partito ed in materia religiosa lascia ognuno libero di credere e pensare a ciò che più gli piace “ Tali considerazioni evidenziano da una parte i contrasti provenienti sicuramente da settori clericali evocanti l’antireligiosità della Lega e dall’altra come l’organizzazione di Ballarati difendesse con ostinazione e forza la propria autonomia programmatica ed organizzativa dalle insidie e dalle lusinghe provenienti dai partiti, a cominciare da quello socialista. Finora non ho letto nessun saggio in grado di individuare fino in fondo il confronto- scontro fra Ballarati ed i socialisti e nemmeno come e perché sia stato possibile che la forza di Ballarati abbia potuto soppiantare e ridimensionare nella nostra area geografica una forza nazionale come quella socialista.
Mi auguro veramente che ricercatori valenti siano in grado di aprire questo particolare capitolo.

Angelino Loffredi

Ceccano 13 Ottobre 2011

In piazza per fare cosa

Luciano Granieri

Anche Jean Claude Trichet ha affermato che ci troviamo davanti ad una crisi recessiva   non  ciclica ma sistemica, cioè è l’intero sistema ad essere in crisi. Ovviamente il capo uscente della BCE quando ammette ciò intende avvertire i governi che le banche devono essere rifinanziate. Altrimenti il debito inesigibile, che sta nelle pance degli istituti di credito , fatto di titoli di stato in un primo tempo appetibili per gli alti interessi determinato dall’elevato     fattore di rischio e oggi divenuto merce avariata, rischia di diventare indigesto alla finanza mondiale. L’avvertimento tipico dei banchieri sta semplicemente a significare, che il fallimento della speculazione finanziaria sui titoli sovrani  e le conseguente perdite degli istituti finanziari e degli speculatori devono essere ripianati dagli Stati.  Anzi Trichet avverte che le spericolate evoluzioni   future sono destinate a finire anche peggio e dunque i governi  preparino per le banche   soldi freschi da succhiare al sangue di intere popolazioni per salvaguardare le sciagurate manovre finanziarie messe in atto da quell’ 1% della popolazione mondiale che affama l’altro 99% vedi post di Naomi Klein.  Accertato  che la crisi è sistemica non deve diventare sistematica la risoluzione pretesa da Trichet,  Ma urge evidentemente una  contrapposizione dura al sistema stesso  che è quello capitalista. Una contrapposizione che non solo deve essere implacabile ma anche costante nel tempo. Perché l’immoralità e la criminalità neoliberista, in mancanza di una reazione forte,  è destinata a durare fino a che tutte le risorse disponibili per le    persone comuni che tutti i giorni lavorano, studiano, VIVONO DIGNITOSAMENTE  non siano drenate dalla finanza determinando la fine inesorabile di ogni rapporto sociale e di solidarietà trasformando la convivenza civile in una terribile barbarie . Questo secondo me deve essere l’elemento principale e fondamentale che deve muovere la protesta di domani. E’ necessario contrastare un sistema che pretende di fare soldi con i soldi e non con il lavoro , che si arroga la prerogativa di essere pensiero  unico  in base al quale si regola ogni rapporto umano.  Questi  è un sistema complesso dove non ci sono più   stati ricchi e stati poveri ma esistono semplicemente persone ricche l’1% che sfruttano sempre più il 99% delle persone destinata alla povertà e all’emarginazione . Per questo motivo sarebbe riduttivo veicolare la protesta solo contro il governo Berlusconi che comunque deve levare le tende perché inadeguato a governare  minato com’è dagli scandali e dell’inettitudine del capo e dei suoi sottoposti , sarebbe riduttivo prendersela solo con governi e istituti finanziari. La protesta dura deve rivolgersi anche contro quei partiti e movimenti sindacali (Pd CISL e UIL)  i quali  non capiscono o mostrano di non capire che non è l’alternanza che risolve i problemi ma la sconfitta del pensiero unico neoliberista.  La protesta deve rivolgersi contro quei partiti e movimenti sindacali usati dal sistema per controllare e veicolare la protesta verso percorsi innocui come Sel e la CGIL. In pratica è  tutto quel coacervo di strutture che ricoprendo ruoli diversi assicura il  tranquillo dispiegarsi del pensiero unico che deve essere contestato .  Dunque domani andrò in piazza per protestare sicuramente contro il finanzcapitalismo e le strutture che lo sostengono,  ma soprattutto per rivendicare l’attuazione di processi  di de mercificazione dei rapporti umani, di rivalutazione del VALORE  lavoro, per il controllo e la gestione partecipata dei beni comuni .  Processi che se perseguiti con forza e costanza potranno minare alla base i capisaldi del pensiero unico neoliberista.

Il mondo Vs. Wall Street

Emma Ruby-Sachs

Cari amici,

Migliaia di americani hanno occupato Wall street, unendosi così a un movimento globale che va da Madrid a Gerusalemme e che vuole riprendersi la democrazia oggi ostaggio degli interessi di pochi. Se milioni di noi si metteranno dalla loro parte, faremo loro forza e dimostreremo ai media e ai leader mondiali che questo non è un movimento di pochi. Clicca sotto per firmare la petizione: ogni firma sarà proiettata in diretta su un enorme contatore proprio al centro dell'occupazione di Wall street:
Migliaia di americani hanno occupato in maniera nonviolenta Wall street, l'epicentro mondiale del potere finanziario e della corruzione. Sono l'ultimo raggio di sole di un nuovo movimento per la giustizia sociale che si sta diffondendo a macchia d'olio da Madrid a Gerusalemme, per un totale di oltre 500 città. Ma ora hanno bisogno del nostro aiuto per vincere.I manifestanti pretendono reale democrazia, giustizia sociale e lotta alla corruzione, visto che sono le famiglie di lavoratori a pagare il prezzo di una crisi finanziaria causata da una classe dirigente corrotta. Ma sono bersaglio facile delle autorità, e alcuni media li liquidano come un gruppo di quattro gatti. Se milioni di noi da tutto il mondo si metteranno dalla loro parte, potremo dare un'impennata alla loro motivazione e dimostrare ai media e ai leader che i manifestanti sono parte di un movimento di massa che esige il cambiamento ora.
Questo potrebbe essere il nuovo 1968, ma per portare a casa il risultato deve diventare il movimento di tutti i cittadini da ogni angolo del mondo. Clicca qui per unirti all'appello per una vera democrazia: un contatore enorme con la firma di ognuno di noi è stato eretto al centro dell'occupazione di New York, e trasmesso in diretta sulla pagina della nostra petizione:
L'ondata di proteste che ha scosso tutto il mondo è solo l'ultimo capitolo di quest'anno, in cui i movimenti dal basso sono stati i protagonisti. In Egitto le persone hanno occupato piazza Tahrir e rovesciato un dittatore. In India lo sciopero della fame di un uomo ha portato milioni di persone a scendere in piazza e tagliato le gambe al governo, incassando così la vittoria contro la corruzione. Per mesi i cittadini greci hanno manifestato contro i tagli iniqui alla spesa sociale. In Spagna migliaia di "indignados" hanno sfidato il divieto di manifestare in periodo pre-elettorale e issato le loro tende a Puerta del Sol per denunciare la corruzione in politica e la malagestione della crisi economica da parte del governo. E questa estate in Israele i ragazzi hanno costruito delle "città-tenda" per protestare contro il caro-prezzi delle abitazioni e per chiedere maggiore giustizia sociale.
Queste correnti nazionali sono legate fra loro da una determinazione globale a mettere fine alla collusione fra élite corrotte e classe politica, che in molti paesi ha aiutato a causare la terribile crisi finanziaria che stiamo vivendo e che ora vorrebbe che fossero le famiglie di lavoratori a farsene carico. Il movimento di massa che sta ora rispondendo può garantire non solo che il costo della recessione non ricada sulle spalle dei più deboli, ma anche che la democrazia si liberi finalmente della corruzione. Clicca qui per metterti dalla parte del movimento:
http://www.avaaz.org/it/the_world_vs_wall_st/?vl
In ogni manifestazione, dal Cairo a New York, la richiesta principale è che i governi siano al servizio del popolo, e la nostra comunità globale si è messa dalla parte del potere dal basso ogni qualvolta questo si è manifestato in ogni angolo del mondo. L'era dei politici nelle mani di pochi corrotti sta per finire, e al suo posto stiamo costruendo democrazie reali dei cittadini, fatte dai cittadini e per i cittadini.

Con speranza,

Emma, Maria Paz, Alice, Ricken, Morgan, Brianna, Shibayan e il resto del team di Avaaz
 



October 15th: Occupy Banks from Mary Matthews on Vimeo.

I radicali nella giunta Marini

Luciano Granieri

Il governo Berlusconi ce l’ha fatta, grazie ai radicali. L’amministrazione Marini ancora no. Per la seconda volta il consiglio comunale   non è riuscito a discutere e approvare gli equilibri di bilancio per la mancanza del  numero legale. A differenza del governo Berlusconi le assenze per il sindaco di Frosinone erano fra i banchi della sua stessa maggioranza. Dei 16 consiglieri solo sei erano i sodali del  primo cittadino  , quattro dei quali poi, alla chetichella, hanno tolto il disturbo per cui alla richiesta del numero legale, fissato in 14 consiglieri,  la quota non è stata raggiunta: 12 le presenza in aula dieci membri della minoranza due della maggioranza. Dunque per la seconda volta il consiglio è saltato e il bilancio è rimasto per aria-  A  questo punto, consigliamo al sindaco Marini di reclutare, in una delle liste che comporrà la sua compagine elettorale in vista delle prossime elezioni, qualche esponente radicale. Hai visto mai, qualora fosse rieletto,   dovesse servire una ruota di scorta atta ad assicurare il numero legale!  Pensare che una volta erano quelli dell’Udc le toppe dei buchi aperte nelle maggioranze sia di centro destra che di centro sinistra ma a Marini  non sono stati d’aiuto. Chissà  a che gioco stanno giocando i consiglieri di maggioranza che appaiono e scompaiono alla chetichella fra i banchi del consiglio? Stanno già trattando contropartite per le prossime elezioni? Non c’è niente da fare SCILIPOTI E SCAJOLA INSEGNANO.

giovedì 13 ottobre 2011

Occupy Rome

Occupy Rome

SIAMO IL 99% che vive in un sistema costruito a immagine e somiglianza dell'1%. Non è questo il mondo che vogliamo!
SIAMO IL 99% che "subisce" la politica e non ne è protagonista. Noi vogliamo decidere! Noi siamo la politica!
SIAMO IL 99% che non è più disposto a tollerare i soprusi e le rapine dell'1% !
In un mondo in cui si è continuamente bombardati di pubblicità e notizie, spesso si desidera ciò che non si vuole davvero. Noi non abbiamo paura di volere davvero ciò che desideriamo!


Il 15 ottobre scendiamo in piazza per restarci!


Il 15 ottobre porta con te...
..la determinazione delle piazze arabe!
..la voglia di reagire del popolo greco!
..la voglia di autorappresentarsi e decidere degli Indignados spagnoli!
..le scarpe del maratoneta, perché la strada è lunga ma è ora di partire!
..la TENDA, perché la stagione del cambiamento globale è arrivata!

Ci definiscono sognatori, ma i veri sognatori sono coloro che credono che tutto possa procedere così com'è, all'infinito!  Noi non siamo sognatori! Noi vogliamo che al sogno si sostituisca il possibile!
Change is possible!
Solo le piazze sono abbastanza grandi per contenerci!

Il 15 ottobre OccupyRome! A casa non si torna!

Il Lazio polverinizzato in soli 18 mesi

Ivano Peduzzi e Fabio Nobile.Federazione della Sinistra alla Regione Lazio

“Ospedali chiusi, nuove discariche, privatizzazione dei servizi pubblici, zero investimenti su trasporto e welfare, bilanci bloccati per quasi tutto ma non per i nuovi sprechi e tante proteste dei cittadini indignati: sembra impossibile ma la presidente Polverini è riuscita a “polverinizzare” la nostra regione in soli 18 mesi.”. E’ quanto affermano, in una nota congiunta, il capogruppo e il consigliere della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, Ivano Peduzzi e Fabio Nobile.
“In poco più di un anno –continuano- la nostra commissaria alla sanità, come uno tsunami, è riuscita a spazzar via l’intero sistema sanitario della nostra regione: ha chiuso ospedali, ridotto i posti letto e aperto la strada alle privatizzazioni che, sappiamo bene, non sono mai un bene né per i lavoratori né per la qualità del servizio. Nonostante le promesse fatte in campagna elettorale –proseguono- nulla ha fatto per alleggerire le infinite liste di attesa né per stabilizzare i precari né per sopperire alle ormai note carenze di personale delle strutture ospedaliere” .
“Quello della Polverini –continuano i consiglieri- è il governo degli spot, dei manifesti ingannevoli che tappezzano le nostre città, delle milionarie campagne di comunicazione, dei pranzi con Bossi, degli elicotteri e dei privilegi intoccabili. Il Governo delle chiacchiere che perde tempo e spreca soldi per le autocelebrazioni mentre –concludono Peduzzi e Nobile- interi territori sono mobilitati contro la realizzazione delle nuove discariche, mentre migliaia di lavoratori aspettano lo stipendio che non arriva perché la Regione non sblocca i fondi ai Comuni e agli enti creditori”.





mercoledì 12 ottobre 2011

Opposizioni diserteranno discorso del premier Venerdì voteranno la sfiducia

 da  www.repubblica.it


Incontro tra Pd, Idv e Terzo Polo. Passa la linea dell'Aventino. Durante l'intervento di domani lasceranno il capo del governo solo. Berlusconi chiede ai suoi di occupare i banchi vuoti. Bossi: "Spero che neanche votino"


ROMA- Opposizione compatta sulla linea dell'Aventino. Pd, Idv e Terzo Polo hanno deciso di restare fuori dall'aula domani, alla Camera, durante il discorso con cui il premier Berlusconi chiederà la fiducia. "Per non essere complici di una situazione intollerabile", è la motivazione. Venerdì, invece, saranno presenti per votare la sfiducia. La decisione è stata presa dopo un vertice dei capigruppo di tutta l'opposizione a Montecitorio. In precedenza la soluzione era stata sottoposta al vaglio dei singoli gruppi.

"I gruppi parlamentari di opposizione ritengono che questa situazione non sia più nè decorosa, nè tollerabile per l'Italia", si legge in un comunicato congiunto. "Il governo è incapace di dare risposte alle questioni economiche e istituzionali che  sono aperte, dalla presentazione di provvedimenti urgenti per l'economia alla nomina del governatore della Banca d'Italia". E ancora:  "La bocciatura del rendiconto dello Stato configura una inedita situazione che nella storia della Repubblica si era risolta solo con le dimissioni dei presidenti del Consiglio".

Tuttavia, hanno aggiunto, "il rispetto per le istituzioni repubblicane e per il Parlamento ci impone di votare la sfiducia al governo rispondendo alla chiama di venerdì mattina'.



FINALMENTE CI DANNO ASCOLTO ANCHE SE NON DEGNEREI  IL DEFICIENTE DEL CONSIGLIO, NEMMENO DELLA PRESENZA PER IL VOTO . ECCO COSA SCRIVEVAMO IL 22 DICEMBRE SCORSO.
LA REDAZIONE

L'AVENTINO


da un post del 22 dicembre 2010

Ci troviamo in una situazione in cui  il  governo è composto da ministri che  non sanno scrivere le leggi, i parlamentari  di maggioranza non hanno la più pallida idea di come si discuta una norma a meno che non sia PRO DOMO CAPO, le  leggi licenziate dall’esecutivo  con decretazione d’urgenza rischiano sempre di cadere sotto la mannaia della Corte Costituzionale, il  parlamento è zeppo di gente  pluri inquisita per camorra, per mafia, e per altri reati  gravi il  Presidente del consiglio anch’ egli  è pluri inquisito e di fatto condannato per corruzione ,sfugge ai processi che lo vedono imputato insulta un giorno si e l’altro pure la magistratura. Ci troviamo insomma in uno stato di emergenza democratica e di devastazione delle regole condivise. Non a caso le opposizioni invocano la formazione di un nuovo Comitato di Liberazione Nazionale sul modello di quello che si costituì  durante le lotta di liberazione in cui forze liberali, cattoliche, socialiste e comuniste si unirono per aiutare i partigiani a sconfiggere i repubblichini e scrissero insieme la Costituzione. In base  a quel modello sarebbe auspicabile una larga coalizione che da Fini a  Casini,  a Bersani fino ad arrivare a Di Pietro si adoperasse per sconfiggere Berlusconi e ripristinare le regole democratiche distrutte dalla conduzione padronale del nano di Arcore  . Dopodiché una volta ottenuto lo scopo di nuovo ognuno per se verso elezioni da indire con un nuovo sistema elettorale e con il conflitto d’interessi definitivamente risolto. Tutto giusto. Se non che quel comitato di liberazione Nazionale si costituì mentre il popolo combatteva una sanguinosa guerra che alla fine portò alla sconfitta dei fascisti e consentì agli americani di cacciare i tedeschi. Oggi il popolo invece è tenuto completamente al di fuori dalla contesa, anzi ogni stormir di sommossa suscita giudizi severi anche dall’opposizione. La stessa opposizione accetta di essere ostaggio di un parlamento blindato composto da mafiosi, camorristi, papponi, prostitute gentaglia incapace e ignorante con cui è impossibile dialogare. Allora stante questa situazione un vero gesto forte da parte delle opposizioni potrebbe essere quello   DI ABBANDONARE IL PARLAMENTO!!!! Altro che nuovo Cln. Ripercorrano gli attuali parlamentari d’opposizione la stessa strada che i loro predecessori  nel 1924,  a seguito del delitto Matteotti  da parte dei fascisti, seguirono abbandonando  il Parlamento.  Questi si  riunirono in un altra sala di Montecitrio costituendo  unico parlamento legittimo, visto che nel parlamento ufficiale era ormai impossibile esercitare ogni funzione di libero confronto. Fli, Udc, Api, Pd, Italia dei valori lascino gli scranni di Camera e Senato lascino vacanti gli incarichi  istituzionali che oggi ricoprono ritirandosi su un nuovo Aventino. Questo sarebbe un gesto forte di delegittimazione che avrebbe grande risalto nel mondo e che il Popolo Sovrano  la cui stragrande maggioranza ha resistito alle manganellate mediatiche del neo autoritarismo berlusconiano, capirebbe . Solo dopo uno strappo di questo tipo si potrebbe pianificare un nuovo Cln. Un Cln esterno alle stanze del potere e con la società civile al proprio fianco.

La confusione mentale dei compagni di Vendola

Enrico Pedemonte  fonte: http://www.linkiesta.it/


La vicenda è ormai nota. La federazione romana di Sel pubblica un manifesto con l’immagine di una mela (quella della Apple) con dentro il simbolo del partito. Cosa c’entra un partito di sinistra (radicale) con Steve Jobs? Niente. Jobs è stato un genio che ha cambiato il mondo dei computer e della comunicazione ma non c’è nulla nella sua biografia che autorizzi a dargli un posto nell’iconografia della sinistra. Era un individualista, fin dall’inizio ha creato un software chiuso e impenetrabile, i suoi prodotti (dall’iPod all’iPad) promuovono modelli di business che impongono agli editori di cedere quote rilevanti dei loro introiti. Il suo modello di business è quanto di più centralizzato si possa immaginare, un modello “the winner takes all” (il vincitore prende tutto) che è anche un simbolo (ancora una volta geniale) di come l’ineguaglianza tra ricchi e poveri possa prosperare nell’economia digitale. Niente di più lontano dalla sinistra.
Venuto a sapere del manifesto (e delle proteste esplose in rete) Vendola ci pensa un po’ su e poi sconfessa i suoi seguaci. Ma questo incidente mostra la confusione mentale che regna nella sinistra, così a corto di eroi da confondere Steve Jobs con Che Guevara (quello del film). Scambiando Hollywood con la realtà. Veltroni non saprebbe fare di meglio.








Astrid Lima abbandona il movimento "Acqua bene comune"

 Luisa Montoni


Il 2 ottobre a Bari durante il Coordinamento nazionale, l’amica  ASTRID LIMA del Comitato acqua bene comune di Velletri ha aperto la seconda giornata dell’appuntamento nazionale con la lettura di una sua lettera ai presenti che conteneva le motivazione del suo allontanamento dal coordinamento (o dal movimento, non ho capito bene): con buona retorica e toni sentiti, nella sostanza sosteneva che noi italiani, a differenza dei popoli Latinoamericani (lei é brasiliana), non sappiamo cosa sia la democrazia (il tutto deve essere contestualizzato all’interno di una discussione estenuante sulle forme del Coordinamento che si era protratta lungo tutta la prima giornata e nel cui merito non entro).  Le premesse sono condivisibili, chiaramente l’America Latina e l’Italia hanno avuto un percorso storico, economico, sociale diverso ed é possibile (ed é interessante rifletterci perché il senso democratico e l’idea di democrazia é un risultato culturale, storico e politico) che il sentire democratico del popolo brasiliano sia diverso da quello italiano, come é diverso anche il mito fondante delle due nazioni. Le conclusioni, peró, non sono accettabili perché gli interlocutori di quell’intervento sono persone che, attraverso la battaglia dell’acqua, la democrazia in Italia la stanno ripensando e ricostruendo. Ed é questo il punto. Il punto é che il movimento per l’acqua, nel difendere un bene essenziale alla vita tirandolo fuori dalle logiche di mercato, sta producendo una rottura nel sistema dei poteri che produce consenso. La rottura implica una riflessione sui meccanismi, sul processo dei fenomeni che producono un sistema di significati condivisi, un modo di pensare e di agire condiviso e un tornare ai concetti di base per ridefinire noi stessi e il mondo (mi viene in mente proprio un film di denuncia brasiliano del ’89 dove uno sguardo extraterrestre ci guida attraverso il percorso che fa un pomodoro in una societá dei consumi.. ‘il pomodoro a differenza della balena, del pollo e dei giapponesi é un vegetale.’). Oggi in Italia condividiamo il principio della democrazia e una forma di governo democratico. In una societá umana politicamente organizzata la democrazia, a differenza della monarchia, dell’oligarchia e della dittatura é una forma di governo che si basa sulla sovranitá del popolo. La sovranitá del popolo si rispetta quando l’obiettivo primario della politica é quello di soddisfare i diritti della cittadinanza. Chiaramente questo non accade. Ma se solo 70 anni fa in Italia la democrazia non c’era, possiamo affermare che stiamo vivendo ancora un processo, un percorso verso la democrazia e che il percorso é rappresentato dalla responsabilizzazione dei cittadini, dalla loro partecipazione attiva all’obiettivo primario, quello della soddisfazione dei loro diritti. I cittadini che difendono il loro diritto all’acqua, che si organizzano per bloccare gli ingranaggi di una sistema di gestione che affida al mercato un bene che appartiene alla cittadinanza, che propongono alla politica un’ alternativa, una legge di iniziativa popolare, che offrono collaborazione e competenze, sono cittadini che stanno costruendo un percorso di democrazia.  É all’interno di questo percorso che la politica deve riorientarsi.

Io vengo alla manifestazione del 15 ottobre

Luisa

Anagni. Fertirrigazione con residui di produzione farmaceutica oggetto di cronaca giudiziaria

Rete per la tutela della Valle del Sacco


 Da tempo la sinergia instauratasi tra l’attività delle forze dell’ordine preposte al controllo ambientale del territorio e le associazioni operanti nel settore sembra aver prodotto un circolo inarrestabilmente virtuoso. Il crollo del muro di omertà sui reati di valenza ambientale è evidente nei recenti fatti di cronaca, tra cui spicca quanto registrato ieri, ovvero il deferimento in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Frosinone di tre dirigenti di una multinazionale farmaceutica italiana con stabilimento produttivo ad Anagni, per l’ipotesi di reato di gestione illecita di rifiuti speciali.  Per l’emersione di tale fenomeno va riconosciuto ancora una volta il tenace lavoro degli uomini del Capitano Costantino Airoldi, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Anagni, in collaborazione con il Nucleo Investigativo della Compagnia di Frosinone e con Arpa Lazio.
In esame nel procedimento giudiziario in corso è anche l’utilizzo di fanghi industriali in agricoltura, per verificare se esso sia avvenuto in violazione delle prescrizioni autorizzative. Ovvero, pratiche di fertirrigazione da anni e anni sotto gli occhi e i nasi di tutti.
Seguiremo con molta attenzione l’iter del procedimento. Peraltro, è legittimo attendersi lumi anche sull’intera filiera, ovvero sulla destinazione finale e sulla qualità dei prodotti alimentari ottenuti tramite l’utilizzo dei fanghi in agricoltura. Lo diciamo pacatamente e senza allarmismi. L’agricoltura nella Valle del Sacco e nella zona di Anagni è sana. Ma è giusto interrogarsi sull’impatto pregresso di tali pratiche di fertirrigazione sui terreni e sui prodotti agro-zootecnici implicati, a quanto sembra tutti prossimi al sito produttivo.  L’importante apporto giocato in termini occupazionali da aziende come quella in questione, cui il territorio non ha mancato di esprimere gratitudine, non deve essere confuso con la delega in bianco all’inquinamento e al reato ambientale da parte di dirigenti che avessero operato al di fuori della legalità. Pare ormai che questa considerazione si stia facendo decisamente strada nella società.  Ricordiamo i recapiti cui i cittadini possono inviarci segnalazioni su presunti reati e criticità .

ambientali: 320-9653728 (Provincia di Frosinone), 335-6545313 (Provincia di Roma),





La Notte dei Senza Dimora a Roma “Belviso assente”

Eleonora Farnisi : fonte http://www.paesesera.it/

da una segnalazione di Fausta Dumano
Lo Sleep-Out più importante d'Italia si avvicina e come ogni anno si chiede all’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Roma di partecipare all’evento. Finora l’invito non è stato raccolto. Il coordinamento romano, ideato da Terre di Mezzo per la Giornata Mondiale Onu per la Lotta alla Povertà, non può più tacere. La denuncia in un video inviato a Paese Sera



Lo Sleep-Out più importante d’Italia si avvicina e come ogni anno le associazioni e i volontari che aderiscono al coordinamento della Notte dei Senza Dimora, l’evento ideato da Terre di Mezzo in occasione della Giornata Mondiale della Lotta alla Povertà, indetta dall’Onu ogni 17 ottobre, si preparano a dormire in piazza in segno di protesta, per informare denunciare e condividere con i cittadini e le amministrazioni locali i problemi dei senza tetto.

A un anno dal suo decennale romano, la Notte dei Senza Dimora, che si terrà in piazza dell’Immacolata a San Lorenzo, ritorna a far parlare di sé e, mai come questa volta, alzando la voce, nell’intento di ricercare pubblicamente il dialogo, finora negato, con l’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Roma.
Nel video denuncia, inviato dal coordinamento romano della Notte a Paese Sera, Girolamo Grammatico, volontario dell’associazione La Casa di Cartone che insieme alle altre aderisce all’evento, legge a voce alta l’invito che ogni anno il coordinamento porge all’assessore capitolino Sveva Belviso, per condividere il momento dello Sleep-Out, a portare i saluti dell’assessorato alle Politiche Sociali e dell’amministrazione tutta ai cittadini, ai volontari e ai senza dimora che in prima persona partecipano alla serata.
Un invito che è caduto periodicamente nel silenzio più totale dell’Istituzione capitolina. “Mai una risposta, mai una presenza”, ripete Grammatico, tanto che quest’anno il coordinamento aveva deciso di non rinnovarle più l’invito. Poi un’ultima speranza, quella del dialogo, sempre da ricercare e mai da negare, e la richiesta chiara, pulita e semplice di un gesto importante: “Portare i saluti dell’Amministrazione capitolina al pubblico della Notte dei Senza Dimora”, per informare e condividere i problemi del disagio abitativo e dell’emarginazione sociale dei senza tetto.

Per il coordinamento, che fino ad oggi non ha battuto ciglio, non è più tempo di tacere. Servono risposte forti e concrete. “Anche un semplice ‘No’ è una risposta che riteniamo accettabile e possibile”, loro, gli In-Visibili e i volontari, sicuramente ne prenderebbero atto.

OCCUPY WALL STREET: AL MOMENTO LA COSA PIÙ IMPORTANTE AL MONDO

Naomi Klein:  Fonte: Occupy Wall Street: The Most Important Thing In The World Now
da una segnalazione di Simonetta Zandiri


Ho avuto l’onore di essere stata invitata a intervenire giovedì sera all'Occupy Wall Street. Dal momento che l'amplificazione era, sfortunatamente, proibita e che ogni cosa doveva essere ripetuta da centinaia di persone perché gli altri potessero sentire (alias "il microfono umano"), il mio intervento a Liberty Plaza doveva essere molto breve. Considerato questo, ecco la versione estesa e integrale del discorso.

IO vi amo.

E non l'ho detto solo perché centinaia di voi mi rispondano gridando "Ti amo", anche se sarebbe un ovvio vantaggio del microfono umano. Dire agli altri ciò che vorreste che vi venisse detto, solo a voce più alta. Ieri uno dei relatori alla manifestazione ha detto: "Ci siamo trovati l’un l’altro." Questo sentimento cattura la bellezza di ciò che stiamo creando. Una situazione aperta (dato che un'idea così grande non può essere contenuta in nessuno spazio) per tutti coloro che vogliono un mondo migliore dove trovarsi l’un l’altro. Ne siamo felici. Se c'è una cosa che so è che l'1% ama la crisi. Quando le persone sono in preda al panico e alla disperazione e nessuno sembra sapere cosa fare, quello è il momento migliore per far passare il loro ordine del giorno preferito per le politiche aziendaliste: privatizzare l'istruzione e la sicurezza sociale, imporre tagli sui servizi pubblici, liberarsi degli ultimi ostacoli al potere delle multinazionali. Questo sta succedendo in tutto il mondo, nel mezzo della crisi economica. C'è solo una cosa che può fermare questa tattica e, fortunatamente, è qualcosa di grande: il 99%. Quel 99% che si sta riversando nelle strade da Madison a Madrid per dire: "No. Non pagheremo per la vostra crisi."Lo slogan è nato in Italia nel 2008. Ha avuto eco in Grecia, Francia, Irlanda e alla fine è arrivato al miglio quadrato da dove la crisi è cominciata. "Perché protestano?", si chiedono perplessi gli esperti in televisione. Allo stesso tempo, il resto del mondo si chiede: "Perché ci avete messo così tanto? Ci chiedevamo quando vi sareste fatti vivi." E soprattutto: "Benvenuti."Molte persone hanno tracciato un parallelo tra il movimento Occupy Wall Street e le cosiddette proteste non-global di Seattle che hanno attirato l'attenzione di tutto il mondo nel 1999. Quella fu l'ultima volta in cui un movimento globale, giovanile e decentralizzato ha preso di mira il potere delle grandi aziende. E sono fiera di aver presto parte a ciò che abbiamo chiamato "il movimento dei movimenti".Ma ci sono anche importanti differenze. Ad esempio, abbiamo scelto i summit come nostro obiettivo: l'OMC, il FMI, il G8. I summit hanno una natura transitoria, durano solo una settimana. Questo ci ha resi a nostra volta transitori. Facciamo la nostra comparsa, arriviamo sulle prime pagine di tutto il mondo e poi scompariamo. E nella frenesia dell'iper-patriottismo e del militarismo che ha seguito gli attacchi dell'11 settembre, è stato facile spazzarci completamente via, almeno nel Nord America. Occupy Wall Street, invece, ha scelto un obiettivo fisso. E non è stata stabilita una fine della sua presenza. Una cosa saggia. Solo quando si rimane ben piantati, si possono mettere radici. Questo è fondamentale. È un fatto che nell'era dell'informazione ci siano troppi movimenti che sbocciano come fiori meravigliosi, ma che muoiono presto. Questo perché non hanno radici. E non hanno piani a lungo termine per la propria sopravvivenza. E quando arriva la tempesta, vengono spazzati via. Essere orizzontali e davvero democratici è meraviglioso. Ma questi principi sono incompatibili con il duro lavoro che serve per costruire strutture e istituzioni che siano abbastanza resistenti per poter affrontare la tempesta. Sono fiduciosa che ciò accadrà. Altra cosa giusta di questo movimento: si impegna nella non-violenza. Si è rifiutato di dare ai media le immagini delle vetrine rotte e degli scontri in strada che tanto agognano. E questa tenace disciplina ha fatto sì che, di volta in volta, le notizie hanno dovuto riportare la brutalità di una polizia scandalosa e senza alcuna giustificazione. Una cosa che abbiamo potuto vedere anche ieri sera. Intanto, il sostegno a questo movimento cresce sempre più. C’è stata più saggezza. Ma la più grande differenza rispetto a un decennio fa è che nel 1999 ce la prendevamo con il capitalismo che era all'apice di un frenetico boom economico. Il tasso di disoccupazione era basso, gli investimenti in borsa erano in aumento. I media erano inebriati dai guadagni facili. Allora si parlava solo di avviare, non di chiudere. Abbiamo sottolineato che la deregolamentazione che ha sostenuto questa frenesia ha avuto un prezzo. Ha danneggiato gli standard lavorativi. Ha danneggiato gli standard ambientali. Le aziende stavano diventando più potenti dei governi e ciò ha danneggiato le nostre democrazie. Ma per essere onesti con voi, quando le cose andavano bene prendersela con il sistema economico era una cosa molto complessa, almeno nei paesi ricchi. Dieci anni dopo sembra come i paesi ricchi non esistano più. Solo un gran numero di persone ricche. Gente che si è arricchita saccheggiando il benessere pubblico ed esaurendo le risorse naturali in tutto il mondo. Il punto è che oggi chiunque può osservare come il sistema sia profondamente ingiusto e fuori controllo. Un'avidità senza limiti ha gettato nella spazzatura l'economia globale. E sta facendo lo stesso con la natura. Peschiamo oltre i limiti nei nostri oceani, inquiniamo le acque con la fratturazione idraulica e la trivellazione, usiamo le più sporche forme di energia del pianeta, come il catrame dell'Alberta. E l'atmosfera non può assorbire la quantità di carbone che emettiamo, creando un pericoloso surriscaldamento. Il nostro quotidiano è un disastro seriale: economico ed ecologico. Queste sono i fatti. Sono talmente evidenti, talmente ovvi, che oggi è molto più facile entrare in contatto con altre persone e costituire rapidamente un movimento rispetto al 1999. Tutti sappiamo, o almeno avvertiamo, che il mondo gira al contrario; ci comportiamo come se non ci fosse fine a ciò che è invece limitato: i combustibili fossili e lo spazio atmosferico che assorbe le loro emissioni. E ci comportiamo come se ci fossero limiti rigidi e immobili a ciò che di fatto è libero: le risorse finanziarie per costruire il tipo di società di cui abbiamo bisogno. Il compito della nostra generazione è di rovesciare tutto questo: sfidare questa falsa scarsezza. Insistere sul fatto che ci possiamo permettere di costruire una società inclusiva e decente e, allo stesso tempo, rispettare i limiti che la Terra può sopportare. Il cambiamento climatico ci dice che abbiamo una scadenza. Stavolta il nostro movimento non può farsi distrarre, dividere, bruciare o spazzare via dagli eventi. Questa volta dobbiamo avere successo. E non sto parlando di imporre regole alle banche o di aumentare le imposte ai ricchi, sebbene sia importante. Sto parlando di modificare i valori che guidano la nostra società. È difficile riassumerlo in una singola richiesta che possa passare sui media ed è anche difficile capire come farlo. Ma ciò non lo rende meno urgente. Questo è ciò che ho visto accadere in questa piazza. Nel modo in cui vi nutrite a vicenda, vi tenete caldo, vi scambiate informazioni, fornite gratuitamente assistenza medica, fate lezioni di meditazione e di formazione sulla responsabilizzazione. Il mio manifesto preferito dice: "Io tengo a te". In una cultura che abitua la gente a evitare lo sguardo dell'altro, a dire "Lasciateli morire", si tratta di un'affermazione davvero radicale. Poche considerazioni finali.
In questa grande lotta, ecco alcune cose che non hanno importanza.

- Cosa indossiamo

- Agitare i pugni o fare segni di pace.

- Riuscire a far entrare i nostri sogni in un frammento di notizia sui media.

Ed ecco alcune cose che invece importano.

- Il nostro coraggio.

- I nostri riferimenti morali.

- Come ci trattiamo l’un l’altro.

Abbiamo scelto di combattere contro le forze economiche e politiche più potenti del pianeta. Fa paura. E a mano a mano che questo movimento crescerà, farà sempre più paura. Dobbiamo essere consapevoli che ci sarà la tentazione di muoversi verso obiettivi più piccoli, come ad esempio la persona che è seduta accanto a voi in questo incontro. Dopo tutto, è una battaglia più facile da vincere. Non cedete alla tentazione. Non sto dicendo di non darvi addosso. Ma stavolta cerchiamo di trattare gli altri come se volessimo lavorare fianco a fianco in una lotta per molti, molti anni a venire. Perché il compito che abbiamo di fronte non pretenderà di meno. Consideriamo questo magnifico movimento come se fosse la cosa più importante al mondo. Perché lo è. Davvero.



martedì 11 ottobre 2011

Bilancio: Marini come Berlusconi?

Luciano Granieri



 I destini del governo Berlusconi si intrecciano con quelli della giunta Marini. E’ il bilancio la croce   sia del capo del governo che del sindaco del capoluogo ciociaro.  Montecitorio oggi ha bocciato l’assestamento di bilancio per  l’anno 2010, in particolare è stato bocciato l’articolo 1 del rendiconto.  Dunque  il decreto sulla crescita,  il Def  (documento di economia e finanza )  , che dovranno  essere  discussi  urgentemente se si vuole dare ascolto alle grida di allarme di Trichet , oltre che l’ultima manovra economica rischiano di diventare carta straccia dal momento  che  si basano sugli  gli accadimenti finanziari del 2010 non certificati dalla Camera . In una tale situazione correttezza istituzionale e politica vorrebbe  che il presidente del consiglio salisse al Colle dimissionario ma, come è noto, Berlusconi non può farlo perche finirebbe dritto dritto dalla poltrona di Presidente alla branda di una cella delle patrie galere. Il default odierno della camera si è determinato per la defezione di ben 19 deputati della maggioranza fra cui Scajola, il responsabile (questa volta si) Scilipoti,  Bossi e il ministro Tremonti. Il che ha del clamoroso.  Un ministro delle finanze assente alla votazione di  un documento messo a punto dal suo stesso ufficio o è impazzito o non è convinto  delle sue analisi  ed   è  rivelatore dello stato confusionale in cui versa la  maggioranza. Ma trasferiamoci 80 chilometri più a sud . Anche il comune di Frosinone è alle prese con la votazione degli aggiustamenti di bilancio. Il   collegio dei  revisori composto da Carmelo Intrisano , Maurizio Ferrante e Giulio Pesci, ha  trovato che gli equilibri di bilancio sono tutti sbagliati e dunque  come da conclusione più   ILLOGICA ha dato parere positivo??????  Al di là delle contraddizione contabili , o forse politiche? Troviamo che anche per il comune di Frosinone tutto quanto deciso per il 2011 è carta straccia, in quanto il bilancio del 2010, da cui scaturiscono le decisioni per il 2011,  non è stato approvato. Ma a differenza del governo la mancata approvazione del documento economico comunale  non è dovuta ad una votazione sfavorevole, ma al fatto che il bilancio  del 2010 non è stato mai   discusso.  Eppure il passato esiste e si riverbera sul futuro  . Dal  passato arrivano i crediti non riscossi,  voci attive per il 2011, secondo il sindaco,  ma   buchi di bilancio  che di anno in anno vengono spostati alle gestioni previsionali  future.  Secondo quali strane magie  quest’anno dovrebbero rientrare quei 677 mila euro accumulatisi     nel  2004 e nel  2005? Anche l’entrata delle quote inscritte a recupero ICI aree edificabili per un importo di 1.841mila euro, che manca dal 2006,  è una pura chimera, tanto che i revisori hanno chiesto per decenza al comune di non inserirla come voce attiva  per il prossimo 2011. Inoltre si è rilevato, citiamo testualmente  “che gli  oneri di urbanizzazione appaiono di difficile esigibilità nel breve termine” Chissà perché?  E’dal 2009 che il rapporto fra licenze edilizie concesse e oneri riscossi non torna  provocando gravi ammanchi per le casse comunali . E’chiaro poi chi dovrà farsi carico di quegli  ammanchi: i cittadini ai quali verrà chiesto di pagare più tasse, a fronte di una diminuzione dei servizi   . Infatti neanche gli introiti delle multe sono certi  perché le infernali macchinette che rilevano le infrazioni di velocità e le violazioni della ZTL non funzionano. Il governo Berlusconi  su una trappola del genere è andato sotto. Chissà invece se il sindaco Marini  dopo tre giorni di votazioni riuscirà a sfangarla su questo moderno esempio di finanza creativa Tremontiana. Il consigliere di maggioranza dell’IdV  Alfredo Altobelli ha annunciato che non voterà il documento definito “virtuale”, Ci  sarà qualche altra defezione fra i banchi della  maggioranza ?  Dubito fortemente.   Sono  infatti certo che    chi per formazione politica dovrebbe votare contro non lo farà. Per fortuna costui non vota più in mio  nome. 

I "fascisti del 2000" feriscono una ragazza: così entrano nelle facoltà e nelle scuole a Napoli.

 Comunicato della Reete contro il neofascismo e razzismo NAPOLI

Oggi lunedì 10 ottobre una decina di ragazzi, armati di caschi, bastoni e coltelli, appartenenti a "Blocco Studentesco" hanno iniziato a volantinare per sponsorizzare le loro nuove, ma in realtà vecchie, "idee".Dopo aver avuto la notizia, un centinaio di compagni sono scesi in strada nei pressi della facoltà di lettere e filosofia per esprimere il loro dissenso e la loro rabbia: i fascisti nelle scuole e nelle facoltà non li vogliamo e non ci entreranno MAI. Questa situazione ha portato i fascisti alla provocazione; immediatamente hanno iniziato con il lancio di sanpietrini nei pressi di Via Marina. Una di queste pietre ha colpito in testa una studentessa e di lì sono iniziati i "tafferugli" di cui parlano i giornali. Sono arrivate in pochissimi minuti le forze dell'ordine che subito hanno bloccato il nostro corteo spontaneo caricandoci, proteggendo di fatto i ragazzi di Blocco Studentesco.

E' una vergogna questa situazione!

Vogliamo ribadire a tutti i compagni che la questione antifascista è sempre presente e deve essere combattuta: non è pensabile abbassare la guardia, soprattutto in questo periodo in cui il movimento è più forte che mai all'interno delle facoltà. Siamo tutti antifascisti e non permetteremo mai che questi sedicenti eredi del fascismo entrino nelle nostre sedi e nei nostri spazi!


lunedì 10 ottobre 2011

Documento approvato dal circolo Prc Carlo Giuliani di Frosinone: fuoriuscita dalla lista "La Sinistra"



Andrea Cristofaro    (segretario del circolo Carlo Giuliani,   Prc Frosinone)


Il circolo Carlo Giuliani del Partito della Rifondazione Comunista di Frosinone ha deciso in una riunione tenutasi mercoledi 5 ottobre di uscire dalla lista "la sinistra" e quindi abbandonare la maggioranza del comune di Frosinone per motivi di natura politica spiegati nel documento approvato nella riunione e che qui di seguito pubblichiamo  (ndr)   E' stato deciso inoltre che il Prc alle prossime elezioni si presenterà al di fuori del centrosinistra, cercando di proporre ai cittadini l'alternativa politica che nessuno dei partiti in competizione all'interno dei poli sia di centro destra che di centrosinistra ha a nostro avviso intenzione e capacità di proporre.  


"Siamo giunti alle soglie della fine dell’amministrazione Marini. Nella primavera prossima ci saranno le elezioni per il rinnovo del consiglio Comunale. Dal maggio 2007, anno di insediamento dell’attuale giunta, ad oggi sono passati 4 anni. Rifondazione Comunista era ed è ancora parte di quella maggioranza . La decisione di sostenere la candidatura di Marini fu una scelta politica condivisa anche con altre forze del panorama della sinistra frusinate. Iniziammo quel percorso insieme al Partito dei Comunisti Italiani e al Partito dei Verdi formando la lista La Sinistra. Una coalizione che - solidamente ancorata su capisaldi programmatici forti, quali la riqualificazione sostenibile del territorio, la difesa del diritto al lavoro, un’attenzione maggiore alle periferie e ai luoghi più degradati della città, oltre che a un miglioramento dell’erogazione dei servizi sociali  -  sembrava possedere le potenzialità per orientare la politica dell’amministrazione dal suo interno. Questa è stata la scommessa che abbiamo provato a vincere, ma non ci siamo riusciti, almeno secondo le aspettative proprie di Rifondazione Comunista. La lista La sinistra con il procedere della consiliatura non è rimasta coesa. Anche all’interno degli stessi partiti che formavano la coalizione si sono verificate defezioni e cambi di dirigenza, uno dei quali ha interessato anche il nostro circolo cittadino che ha cambiato segretario e persino il nome da Circolo Spartacus a circolo Carlo Giuliani. Ci siamo trovati impreparati a gestire il rimpasto avvenuto in giunta con l’ingresso dell’Udc. Abbiamo creduto in quel frangente che la nostra presenza si rendesse ancora più necessaria per arginare una deriva centrista che il nuovo assetto della maggioranza avrebbe inevitabilmente assunto. Il nostro sforzo è stato inutile. Al di là delle condivisioni su alcuni aspetti del programma di Marini, ci siamo resi conto che l’impostazione generale della politica comunale non era compatibile con il nostro modo di intendere il governo della città. Un’amministrazione che come tante ha gestito e gestisce servizi e politiche urbanistiche secondo consolidate linee capitalistiche, procedendo a colpi di esternalizzazioni e cessioni di spazi pubblici ai privati, poco attenta, in un quadro di crisi economica, ad una ridistribuzione del reddito attraverso politiche tariffarie e di erogazione dei servizi che tendessero a favorire più deboli. E’ evidente ormai come la nostra presenza all’interno di questa maggioranza non sia stata incisiva e probabilmente avrà deluso quegli elettori che credevano nella nostre potenzialità di cambiamento. Le ultime vicende che ha dovuto affrontare la maggioranza del comune di Frosinone, a partire dalle questioni della Multiservizi, le terme romane, l’approvazione del bilancio, i disagi e gli aumenti di tariffe per le famiglie all’inizio dell’anno scolastico, i forti disagi per chi deve usare i trasporti pubblici, hanno di fatto ingigantito il solco che divide ormai insanabilmente il Prc dal centrosinistra frusinate. Dopo questi anni di amministrazione durante i quali ci siamo trovati troppo spesso su posizioni differenti rispetto a quelle della maggioranza di cui facevamo parte, riteniamo che tale rapporto vada interrotto , anche perché in prospettiva futura le posizioni del centrosinistra rispetto alle politiche che l’amministrazione dovrebbe mettere in atto durante questa crisi provocata dalle banche e governata dal mercato sono destinate a divergere ulteriormente dalle nostre. Abbiamo deciso quindi di iniziare a lavorare subito per una vera alternativa che parta dal basso, e che sia davvero espressione di un modello di società diverso da quello imposto dalle banche e dai mercati. A seguito di queste amare riflessione come circolo cittadino di Rifondazione Comunista Carlo Giuliani, abbiamo deciso di abbandonare la Lista La Sinistra, una coalizione di fatto già liquefatta da tempo, e di partecipare alle prossime elezioni comunali di Frosinone come soggetto alternativo tanto al centrodestra quanto al centrosinistra. E’ proprio dalla presa d’atto degli errori fatti che vorremmo trarre la forza per risorgere e costruire un proposta veramente alternativa contro la cessione di pezzi della NOSTRA CITTA’ alle lobby imprenditoriali e finanziarie, per fare in modo che essa diventi finalmente una città vivibile e solidale, e a tutti noi cittadini sia consentito di partecipare alla sua gestione e organizzazione sociale."



Il blues della maschera antigas

 Fighting Giada & the Barber Shop.

Siamo all'antivigilia di una manifestazione che si preannuncia grandiosa. Il 15 ottobre scenderanno in piazza tutti gli indignati d'Europa contro la dittatura del mercato e contro la devastazione sociale imposta dalla finanza e dal capitalismo.  Anche a Roma si prevede una partecipazione massiccia. Purtroppo   più imponente è la manifestazione e più feroce è la reazione delle forze dell'ordine. Per questo motivo trasmettiamo un  ammonimento  dei manifestanti valsusini che in questa estate di lotta hanno provato sulla loro pelle e nei loro polmoni l'effetto dei gas urticanti in dotazione alla polizia , PORTATEVI LA MASCHERA ANTIGAS . Signore e signori ECCO A VOI :
Il blues della maschera antigas



IL BLUES DELLA MASCHERA ANTIGAS

Mi piace andare in giro, con la maschera antigas
mi sento troppo in tiro, con la maschera antigas
la gente tutta intorno, ha la maschera antigas.

C'è quello che mi spara, con la maschera antigas
c'è quello che mi filma, con la maschera antigas
la coda in ferramenta per la maschera antigas

Nello zaino c'è il caschetto, gli occhialini, il fazzoletto,
qualche fetta di limone, del formaggio, del salame,
un coltello multiuso, cioccolato mezzo fuso,
acqua, birra, dei cerotti, dei biscotti tutti rotti
e i filtri di ricambio per la maschera antigas

Mi piace andare in giro, con la maschera antigas
mi sento troppo in tiro, con la maschera antigas
la coda in ferramenta per la maschera antigas.

Politecnico di Muyeye

 Associazione  volontariato 

Itake
Frosinone
Sede: via Brighindi, 165
03100 FROSINONE

http://www.itaken.org/
Se la scuola primaria è comunque possibile frequentarla, altrettanto non può dirsi della scuola superiore: sono tutte private e tutte orientate a una formazione classica degli studi; non esistono scuole pubbliche professionali o tecniche che diano la possibilità di una formazione finalizzata al perseguimento di un’attività lavorativa. Ce ne sono alcune private che non garantiscono continuità e che comunque prevedono tasse elevate per la maggior parte degli abitanti dei villaggi. E’ per questo che si è pensato ad una scuola professionale da donare al governo keniota. Una scuola che consenta l’accesso a tutti con un pagamento minimo delle tasse (ksh 10,600 annuali) e che possa garantire dopo solo due anni di frequenza l’apprendimento e l’addestramento ad un’attività lavorativa.  La scelta delle formazioni specifiche ha tenuto in considerazione :
. la domanda di lavoro sul territorio 
 . la necessità di rispondere nell’immediato a una domanda di mercato e ,in prospettiva futura, di acquisire competenze e abilità nella costruzione e nel funzionamento delle case (l’utilizzo di una casa in mattoni e impianti fognari garantisce condizioni di vita più stabili e salubri rispetto alle capanne di fango destinate al disfacimento durante la stagione delle piogge, le condizioni igieniche inesistenti per l’assenza di impianti e sistemi fognari).
E’ stato scelto il villaggio di Muyeye per tre ragioni:
la maggior parte dei bambini sostenuti dall’associazione provengono da tale villaggio; 
Muyeye è uno dei villaggi più poveri e più disagiati con una alta frequenza di malattie e morti
Il terreno messo a disposizione per la costruzione della scuola ci è stato offerto dal “capovillaggio” , referente statale per la donazione.
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Cosi, nel 2007 iniziava l'impegnativo  progetto  dell'associazione di volontariato Italia-Kenia "Itake di Frosinone"
"Oggi l'impegno di tutti noi ha avuto buon esito come testimoniano le foto seguenti che ritraggono scene di un politecnico in piena attività"
La buona notizia ci viene comunicata dalla portavoce di Itake Maria Grazia Fanfarillo.

Ovviamente nella clip che segue, realizzata con le foto di Maria Grazia, c'è la mano di Luc Girello,
Il brano è Africa's Sound di Billy Cobham.
La redazione.

  

domenica 9 ottobre 2011

Carabinieri Aiuto!!!

Luciano Granieri


Chiamiamo i Carabinieri!  Il colpevole è stato sorpreso in flagranza di reato  ed  è certo il tentativo di    reiterazione del reato stesso. Dovrebbe accadere più o meno questo quando qualcuno trasgredisce palesemente la legge e continua a trasgredirla.  Arrivano i carabinieri  o la polizia con un bel mandato di arresto. Sabato scorso nella manifestazione indetta dal Coordinamento Provinciale acqua pubblica, al di là della boutade dei carabinieri, si chiedeva proprio il rispetto della legge che oggi viene completante ignorata e violata da ACEA. A volere la norma in questione sono stati ben 27 milioni di cittadini  votando nei  referendum del 12 e 13 giugno scorso  l’abolizione   della remunerazione  (leggasi profitto)  del capitale investito  dall’ente privato gestore del servizio . La remunerazione rappresenta una parte della tariffa dell’acqua specificamente individuabile e dunque eliminabile. L’applicazione di tale normativa  è possibile sin da subito. ACEA nella determinazione della nuova tariffa di 1,26 euro a metro cubo ha violato la norma voluta da 27 milioni di cittadini e ha tutta l’intenzione di continuare a violarla!!!. Il rischio  è che complici di questo reato diventino i sindaci appartenenti all’Aato 5,  l’autorità d’ambito che deve controllare la corretta applicazione del contratto da parte  del privato. Le aspettative per la riunione del    17 ottobre prossimo   in cui i sindaci dovranno decidere sulla legittimità  della nuova tariffa,   non sono buone per i cittadini .  Pur  consapevoli delle inadempienze del  gestore ,   i sindaci,  salvo qualche eccezione,  non mostrano di avere  il coraggio necessario per decidere  in quella  sede l’unica cosa da decidere , imporre alla società,  partecipata dalla multi nazionale dell’acqua VEOLIA ,  il rispetto di quanto stabilito in conseguenza dell’abolizione dalla norma sulla remunerazione dal capitale investito o  procedere a rescissione del contratto per colpa a seguito delle gravi inadempienze commesse dall’ente privato nell’erogazione del servizio. Il fatto che l’invito rivolto  ai sindaci dal Coordinamento Provinciale per l’acqua pubblica, affinchè partecipassero alla manifestazione di sabato scorso, sia andato , a parte qualche eccezione costituita da rappresentati del comune di Cassino e di Boville, completamente disatteso, anche dal sindaco del capoluogo Michele Marini , la dice lunga sulla posizioni concilianti  che i rappresentanti eletti dai cittadini terranno verso la multinazionale privata. Dunque oltre al colpevole, abbiamo anche i probabili complici che diverranno tali il 17 ottobre prossimo . Chiamiamo i carabinieri anche per loro? E’ opinione diffusa fra i sindaci che non   possa esserci  alternativa ad ACEA,   che in mancanza di un gestore privato la gestione dell’acqua tornerebbe in mano a carrozzoni pubblici inefficienti per nulla esenti da rischi di corruzione. Tutto ciò e disarmante e indica che l’idea  della gestione partecipata dei beni comuni è ancora molto lontana dai nostri amministratori. Ossia non è contemplata  una gestione partecipata del BENE COMUNE ACQUA, questa deve essere a carico o di un ENTE PRIVATO o di UN’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA. Sia in un caso che nell’altro il cittadino è comunque tagliato fuori, non può determinare le strategie di gestione né controllare che queste vengono applicate con la necessaria trasparenza. Non si è capito o NON SI E’ VOLUTO CAPIRE lo spirito referendario che comunque deve essere rispettato  nell’applicare la legge, LO DICE LA COSTITUZIONE. Altro complice  del  reato anzi possiamo dire concorrente nella violazione è  il governo centrale che nell’ultima manovra economica, recependo le imposizione della BCE espresse dal presidente uscente e da quello entrante, ha inserito una norma che prevede la privatizzazione della società di servizi  partecipate e pubbliche, l’esatto contrario di quanto sancito dai risultati dei referendum del 12 e 13 giugno,  come se la volontà di 27milioni di cittadini non contasse nulla. Dunque tirando le somme.  Per la violazione  del    Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 modificato secondo  il responso  referendario  si invoca l’arresto di  : ACEA, DEL GOVERNO ITALIANO e PER COMPLICITA’ NEL MEDSIMO REATO DEI SINDACI DELL Aato5. Siccome  non siamo forcaioli, non arriviamo a tanto , ma pretendiamo  che finisca questo imbroglio ai danni dei cittadini scippati della loro scelta operata con i referendum   . Non invocheremo i carabinieri ma sicuramente sarà il caso di incalzare gli amministratori pubblici anche occupando le sedi istituzionali comuni, prefetture, affinchè si impegnino a far rispettare la legge e il dettato costituzionale. Queste sono le posizioni emerse nel corso della manifestazione di sabato organizzata dal Coordinamento Provinciale dell’acqua pubblica che ha visto la partecipazione di movimenti (Associazione Italiani Pazienti Anticoagulati, Frosinone Bene Comune,Oltre l’Occidente, Cocida)   , partiti (Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, Verdi) organizzazioni sindacale  (Cobas ) amministratori pubblici ( Riccardo Gonzales assessore all’ambiente del comune di Cassino) e singoli cittadini. Proponiamo un ampio resoconto in video della manifestazione.

Frosinone manifestazione per far rispettare la volontà popolare sull'acqua e cacciare via il privato (ACEA)
Corteo
Commento musicale:
Los Angeles (Intro): ORME
Balla sull'Etnica Danza : MODENA CITY RAMBLERS
Cazzeggio dei membri di " Frosinone Bene Comune"



Interventi:
Mario Antonellis (Coordinamento Provinciale per l'acqua pubblica)
Riccardo Gonzales (Assessore all'ambiente Comune di Cassino)
Severo Lutrario (Coordinamento Provinciale per l'acqua pubblica)
Domenico Aversa (Centro Tolerus Ceccano)
Francesco Notarcola (Coordinamento Provinciale associazioni di volontariato)





Interventi:
Lucia Pallagrosi (Coordinamento Provinciale per l'acqua pubblica area di Sora)
Fulvio Pica (Coordinamento Provinciale per l'acqua pubblica)
Francesco De Angelis (Deputato Europeo Pd)