Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 18 luglio 2020

Scelta gravissima del governo


Dichiarazione dell’avv. Felice Besostri, del Comitato per il No al taglio de Parlamento


Così non va!
Ho appreso con stupore, che un governo, per la cui durata fino al 2023 ho sottoscritto un appello, abbia con notevole anticipo fissato la data per la celebrazione del referendum costituzionale  per il 20 e 21  settembre insieme a 7 elezioni regionali, elezioni comunali e due suppletive senatoriali in Sardegna e Veneto.


Evidentemente sono poco sicuri della linea di difesa innanzi al TAR Lazio, che si deve pronunciare sul ricorso, da me curato, di 11 cittadini elettori tra cui due professori di diritto costituzionale, Costanzo e Colaianni, su questioni strettamente connesse. In quella sede chi rappresenta il governo ha  sostenuto che quelli relativi alle procedure referendarie sarebbero atti non impugnabili.

Con la decisione odierna si tenta di far dire che bisogna fare un nuovo ricorso o che comunque il TAR non possa pronunciarsi. Un governo che abbia paura dei cittadini che difendono la Costituzione è comprensibile - ha dichiarato l’avvocato Besostri, già protagonista dell’annullamento di due leggi elettorali -  meno che non abbia fiducia nell’Avvocatura Generale dello Stato e nei Tribunali della Repubblica. 

“L’altra volta aveva convocato con deliberazione del 27 gennaio le votazioni per il 29 marzo, stavolta con deliberazione del 15 luglio per il 20/21 settembre, senza traccia dell’opuscolo informativo che l’11 giugno si era impegnato davanti alla Camera a fare”.

“Le preoccupazioni del prof. Cassese , giudice emerito della Corte Costituzionale sono assolutamente giustificate” ha concluso l’avv. Besostri del Comitato NO al taglio del Parlamento

Roma, 15 luglio 2020

martedì 14 luglio 2020

Dopo il Covid nulla sarà come prima. Infatti alla Asl di Frosinone è peggio!

Francesco Notarcola



Invito ad associazioni e cittadini per difendere il nostro diritto alla salute

La asl di Frosinone e provincia, nella fase post-acuta del Covid 19 e il vuoto direzionale determinatosi in seguito alla partenza del dott. Lo Russo, evidenzia un progressivo deterioramento dei servizi ambulatoriali ed ospedalieri creando un vasto e diffuso malcontento tra i cittadini.

1) Nell’ ufficio legale regna il caos dopo il pensionamento del dirigente responsabile. La commissione per il rinnovo delle patenti di guida non funziona perché si attende la designazione del presidente. Se si vuole rinnovare questo essenziale documento ci si deve prenotare presso la Commissione di Cassino;

2) Per gli esami ematici c’è l’obbligo della prenotazione per tutti, compresi anche quelli urgenti per coloro che hanno patologie oncologiche mentre fino a qualche giorno fa gli stessi esami si eseguivano in giornata;


3) L’ambulatorio TAO che assiste circa 1800 anticoagulati (Terapia salvavita) è in uno stato precario permanente;

4) le sale di attesa dell’Ospedale del Capoluogo sono note per la loro eccessiva comodità. Infatti, fanno bella mostra le sedie rotte ed i pazienti, in particolare nella UOC di radiologia, attendono in piedi per ore.

5) Lo sportello CUP al piano -1 dell’ospedale è ancora chiuso mentre il display della sala di attesa degli ambulatori di Viale Mazzini è fuori uso da un anno.

6) L’Osservatorio sui tempi di attesa non viene convocato e niente si sa sulla normale ripresa dell’attività ambulatoriale ed ospedaliera.

Le ripetute richieste dei medici dirigenti non sono tenute in alcuna considerazione. Stessa sorte è toccata sinora alle richieste delle associazioni. Chi giuoca allo sfascio?
Le conseguenze di questo stato di cose sono disagio, sofferenze, perdite di tempo e di danaro con danno alla salute. I cittadini di Cassino dopo aver fatto la fila per ore, sotto il sole cocente, per prenotare esami, presso gli ambulatori dell’ex INAM, sono stati invitati a ripassare nei giorni seguenti.

Tutto ciò lascia indifferenti il sindaco del Capoluogo ( Presidente della conferenza locale della sanità), i sindaci della provincia, il Presidente della Provincia, i consiglieri regionali ed il nostro prefetto. Tale realtà colpisce i più deboli, anziani, non autosufficienti, pazienti oncologici. Strano è,che non si sente la voce nemmeno dei sindacati dei pensionati di ogni sigla rappresentati di ex lavoratori dipendenti e autonomi.

Per esaminare tale situazione e per assumere decisioni per iniziative tendenti a sbloccare tale realtà, le associazioni sottoscritte, indicono un incontro per VENERDI’ 17 LUGLIO, alle ore 21, presso i locali dell’Associazione RIGENESI in Piazza Garibaldi -Frosinone

Cittadinanzattiva Tribunale per la difesa dei diritti del Malato-Rigenesi –Frosinone Bella e Brutta-Oltre l’occidente - Associazione Italiana Pazienti anticoagulati

lunedì 13 luglio 2020

Esortazione con nota ai consiglieri del Comune di Frosinone




Appello ai consiglieri comunali di opposizione

La situazione è grave ma…..anche seria.
Invitiamo  tutti i consiglieri d’opposizione a partecipare il 15 luglio all’ iniziativa pubblica in piazza Cervini (ore 21)  in previsione del Consiglio Comunale in cui  sarà discusso il preventivo 2020.

Nel documento  256/2013/PRSP la  Corte dei Conti, nel 2013, accettava la proposta di piano di equilibrio economico e finanziario presentata dalla prima giunta Ottaviani. In essa si evidenziavano due categorie di quadri debitori.

La prima riguardava i debiti verso creditori (7.261.608 fuori bilancio, 1.850.000 per compensi legali). Questi dovevano essere ripianati attraverso il mutuo di 16.250.000 ottenuto da Cassa Depositi e Prestiti, a restituzione trentennale e il prestito di 5.136.000 concesso dal Ministero degli Interni, con piano di rientro decennale.

La seconda era relativa al disavanzo di amministrazione pari a 5.564.996 realizzato dalla precedente giunta Marini (il comune spendeva più di quanto incassava in tributi). Tale situazione doveva essere ripianata, non attraverso prestiti, ma  tramite avanzi di amministrazione, (ovvero, al contrario di quanto fatto fino ad allora,  l’ente doveva spendere meno di quanto incassato in tributi).  

La  pianificazione decennale della giunta Ottaviani, nel merito,  prevedeva i seguenti risultati di amministrazione: 2013 +35.953; 2014 +27.485; 2015 +46.096; 2016 +57.514; 2017 +1.181.495; 2018 +2.144.082; 2019 +2.207.085; 2020 +2.270.517; 2021 +1.534.393; 2022 +1.595.727. Come si vede la parte più cospicua  di avanzi di bilancio è trasferita, in parte preponderante, agli ultimi 5 anni, così come sottolineato dalla Corte dei Conti. Inoltre  nel 2015, nel passaggio alla contabilità armonizzata, emersero ulteriori 27 milioni di euro che l’ente intese restituire in trenta rate annuali da €. 909.000,00. Questa prassi è stata giudicata incostituzionale dalla sentenza 115/2020 della Corte Costituzionale.

L’amministrazione Ottaviani, non potendo, come era evidente sin da subito, far fronte a obiettivi  di bilancio così rilevanti negli ultimi anni del piano, per ottenere il risultato concordato, ha utilizzato anticipazioni di cassa coprendoli di volta in volta  con i fondi ottenuti dai mutui di Cassa Depositi e Prestiti (€.16.250.000,00), Ministero degli interni (€.5.136.000,00). Risorse  funzionali esclusivamente, come detto prima,   per  pagare  i debiti verso creditori.  In questo modo, i risultati di amministrazione in termini di avanzi, non solo risultavano raggiunti, ma spuntava una insperata, quanto fittizia, liquidità per finanziare quelle spese che noi abbiamo definito di rappresentanza (stadio, Matusa e via discorrendo) .

Il problema è che nella logica del Piano di Riequilibrio Economico e Finanziario, non si può pagare un debito con un altro debito.  In pratica la Giunta non avrebbe dovuto  utilizzare i prestiti necessari a pagare i debiti pregressi; per aggiustare i risultati di amministrazione del quinquennio 2017-2022. Questa gravissima difformità è stata puntualmente rilevata dal documento di revisione 7/2020 della sezione regionale della Corte dei Conti del Lazio che ha bocciato, nel merito e nel metodo,  l’operato della giunta Ottaviani.  Ma ad essa si aggiunge il pronunciamento della Corte Costituzionale che, con  la sentenza n.4/2020, sancisce l’incostituzionalità della prassi: La ratio della sentenza afferma il principio in base al quale: “I piani di riequilibrio devono servire a risanare i Comuni e non certo a continuare ad aumentare il debito perseverando in una gestione dissennata. 

Dal momento che,  dopo i rilievi e gli aggiustamenti sollecitati dal pronunciamento 7/2020 della Corte dei Conti, non solo la giunta Ottaviani ha usato in modo incostituzionale le anticipazioni di liquidità e la dilazione sui crediti di “CERTA” inesigibilità,  ma ha ulteriormente  peggiorato la situazione debitoria in essere al momento della sottoscrizione del Piano di riequilibrio economico e finanziario. L’apparente incompetenza e il voluto pressapochismo nella gestione dei conti da parte dell’ente sono sufficienti ad indurre alla fine dello scempio delle consiliature Ottaviani .  

Un fatto gravissimo, ma che sembra tale solo a chi sta subendo i drastici tagli che si ripetono senza fine da 8 anni. Non si spiega infatti per quale motivo i consiglieri espressione dei partiti  più votati  a livello nazionale, e non solo loro,  in occasione  della seduta per l’approvazione  del  bilancio consuntivo 2019 del 29 giugno scorso, erano pochissimi, e pur esprimendo dissenso uscendo dall’aula, non hanno speso una sola parola per denunciare la drammatica situazione evidenziata da organi terzi.

Rigenerare Frosinone crede che la vicenda del bilancio e tutto ciò che si è trascinato dietro valga una mobilitazione della comunità  

Cosa succederà fin dalla prossima votazione il 17 p.v. del bilancio consuntivo 2020-2021-2022, se l’opposizione tutta e in particolare quella  con alle spalle i partiti  più consolidati  non prenderà decisamente posizione? E ciò non significa proporre degli emendamenti di stampo elettoralistico, tipo il finanziamento di una bocciofila, che rischia di avallare il previsionale con tutte le tragiche conseguenze per centinaia di famiglie. Svegliarsi Significa prendere coscienza del fatto che si sta accelerando la concreta possibilità di andare in dissesto, nonostante l’ennesimo programma di tagli che il Comune  si appresta a proporre ai giudici contabili, già critici su questa modalità.  Il 2022 è lontano e ci si prepara a far trascorrere ai cittadini altri tre anni di sacrifici che invece di scongiurare il dissesto lo precedono.

 “Rigenerare Frosinone” presenta una proposta di deliberazione atta a reperire le risorse per ripianare il debito attraverso la messa in discussione del modello di gestione imposto ai Comuni che si basa sul ricatto del debito e la conseguente devastazione sociale.  E’ necessario togliere, fra l’altro,  l’alibi  alla giunta  Ottaviani che ha usato  questa pur presente distorsione per giustificare la sua amministrazione propagandistica e socialmente devastante.

In allegato alla presente trasmettiamo la copia di proposta di deliberazione e vi invitiamo a firmarla entro, e non oltre, lunedì 20 luglio.

Rigenerare Frosinone.

Proposta di deliberazione per il consiglio Comunale


COMUNE di FROSINONE


Proposta di Deliberazione per il Consiglio Comunale

OGGETTO: proposte di indirizzo finalizzate al recupero di risorse correnti per il bilancio del Comune di Frosinone

IL CONSIGLIO COMUNALE

PREMESSO CHE:
-          in data 31 gennaio 2020 con Delibera del Consiglio dei Ministri è stato dichiarato per 6 mesi, dalla data del provvedimento, lo stato d’emergenza sanitaria per l’epidemia da Covid-19 a seguito della dichiarazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di “emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale” del 30 gennaio 2020;
-          con Decreto Legge n.6 del 23 febbraio 2020 sono state adottate misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19; fino ad oggi si sono susseguiti vari provvedimenti del Governo e delle Autorità regionali e locali per l’adozione di misure urgenti di contrasto e contenimento della diffusione della predetta epidemia;
-           l’emergenza economico sanitaria ha condotto il Governo con Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18, ad introdurre misure volte a proteggere la salute dei cittadini, a sostenere il sistema produttivo e salvaguardare la forza lavoro, senza prevedere un piano strategico di interventi a favore degli Enti Locali, che a loro volta, in quanto istituzioni di prossimità, hanno dovuto assumere e continuano ad assumere ordinanze per proteggere dal rischio contagio da Covid-19 le loro popolazioni e sostenerne le fasce più deboli;
-          in data 2 aprile 2020, Cassa Depositi e Prestiti ha approvato un'operazione di rinegoziazione dei mutui che, pur liberando alcune risorse nell'immediato, realizza una semplice procrastinazione del pagamento del debito con maggiori aggravi sui bilanci futuri dei Comuni;

CONSIDERATO CHE:
-          sugli Enti Locali in questi anni sono state più pesantemente scaricate le scelte di riduzione delle risorse e delle capacità di spesa e di investimento, dovute all'applicazione dei vincoli del patto di stabilità interno e del pareggio di bilancio;
-          in particolare in questa fase di emergenza, gli Enti Locali sono costretti a registrare un'ulteriore drastica riduzione delle entrate, in seguito alle misure prese a tutela del reddito delle persone, alle mancate riscossioni dovute al blocco delle attività economiche e alle difficoltà di onorare i tributi locali;
-          contemporaneamente, i compiti degli Enti Locali si stanno moltiplicando, tanto nel far fronte all'epidemia e alla conseguente emergenza economica e sociale, quanto nel dover sostenere la ripartenza dei Comuni amministrati;
-          la crisi prodotta dall’epidemia da Covid-19 impone di ripensare ad un modello sociale e democratico fondato su nuovi paradigmi, dentro i quali le azioni dei Comuni e dei territori saranno il volano di nuove politiche economiche orientate in senso ecologico e sociale, e che, pertanto, la vitalità dei Comuni rappresenta il fulcro su cui potranno ruotare la tenuta democratica e la rinascita del Paese;
-           a seguito dell’attività politica e di ascolto  svolta in città dal coordinamento “Rigenerare Frosinone” emerge come  il modello sociale e democratico vigente stia provocando  nel Capoluogo, Comune in piano di riequilibrio economico e finanziario, un inasprimento del disagio sociale e un aumento delle diseguaglianze;
-          in questa emergenza socio-economica, che mette a durissima prova i Comuni, a partire da quelli che si ritrovano in procedura di riequilibrio finanziario, è indispensabile operare una “revisione del debito”, al fine di cancellare, laddove presente, la parte che risulti “debito illegittimo o ingiusto”, perché causato da contratti da ritenere in contrasto con l’”utilità pubblica”, ovvero quelli che violano la norma di cui all'art.41 della Costituzione, secondo la quale le negoziazioni “non possono svolgersi contro l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”;
-          gran parte dell'indebitamento dei comuni è costituito dal volume di mutui accesi con la Cassa Depositi e Prestiti, che applica tassi d'interesse notevolmente più alti rispetto a quelli di mercato e al costo del denaro, in diretto contrasto con quanto stabilito dal Decreto del Ministero dell'Economia 6 ottobre 2004, art. 10, che definisce i finanziamenti di Cassa Depositi e Prestiti destinati agli enti locali "servizi di interesse economico generale";
-          è assolutamente necessaria una ristrutturazione di questo indebitamento con una netta riduzione dei tassi di interesse praticati;
-          l'art.39 del DL 162/2019, convertito nella Legge n.8/2020, prevede l'accollo da parte dello Stato di questi mutui, proprio con l'obiettivo della riduzione del tasso di interesse;
-          è necessario che si arrivi velocemente all'attuazione di questa norma in modo da permettere ai Comuni di usufruire dal 2021 della riduzione degli oneri finanziari;

VALUTATO CHE:
-sono ascrivibili al debito illegittimo o ingiusto: i debiti che trovano la loro fonte generatrice in contratti di mutuo stipulati a tassi di interesse fuori mercato, perché assunti in conflitto di interesse con il perseguimento dell’interesse pubblico;

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE

per quanto esposto nelle premesse:
-          a promuovere da subito ogni utile azione per contrastare ed impedire che l’impatto economico e sociale del debito illegittimo o ingiusto, non contratto nel perseguimento dell’interesse pubblico dei cittadini, continui a generare effetti giuridici distorsivi nella corretta tenuta della contabilità pubblica, nella compiuta possibilità dell’adempimento dei doveri istituzionali e nell’erogazione dei servizi ancorati ai principi di uguaglianza, imparzialità, continuità, partecipazione, efficienza ed efficacia;
-          a richiedere, in analogia con l'avvenuta sospensione del Patto di Stabilità per gli Stati, la deroga della Legge n. 243 del 2012, con particolare riferimento alle disposizioni di cui ai capi II, III, IV, V e VI, riguardanti le regole del pareggio di bilancio degli Enti locali, sanitari, regionali e statali;
-          a richiedere l'approvazione del decreto attuativo dell'art. 39 della Legge n.8/2020, che prevede l'accollo dei mutui da parte dello Stato, a partire da quelli contratti con Cassa Depositi e Prestiti, ai fini di una riduzione dei loro interessi a partire dal 2021;
-          a richiedere un'iniziativa governativa per l’attivazione di procedure volte alla possibilità per gli enti locali di accensione di mutui a tasso zero con Cassa Depositi e Prestiti, per il biennio 2020/2021;

-          a richiedere l’apertura di un Fondo nazionale di solidarietà per i Comuni, attuale FSC, che permetta agli Enti Locali di avere le risorse necessarie a poter svolgere le proprie funzioni di garanzia per il soddisfacimento dei diritti fondamentali delle comunità amministrate;
-          ad esperire ogni idonea azione affinchè le risorse liberate, dall’eventuale conseguente attuazione da parte dello Stato delle richieste inserite nella presente proposta, siano finalizzate ad assicurare esclusivamente l’utilità pubblica e le tutele sociali dei cittadini;
-          a rimodulare i piani di bilancio previsionali, sostituendo il recupero di disavanzo attraverso la riduzione di spesa per: biblioteche, museo, scuola bus, asili nido, con le nuove risorse eventualmente ottenute;
-          a inoltrare il presente atto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Presidenza della Regione, alla Presidenza della Provincia e alle Presidenze di Anci e Upi, dandone adeguata pubblicizzazione;
-          a relazionare periodicamente, e comunque almeno ogni tre mesi, al Consiglio Comunale sullo stato di attuazione degli indirizzi approvati;

I CONSIGLIERI COMUNALI PROPONENTI



La situazione è grave ma…..anche seria.

Invitiamo  tutti i consiglieri d’opposizione e ovviamente la cittadinanza a partecipare mercoledì 15 luglio all’ iniziativa pubblica in piazza Cervini (ore 21)  in previsione del    consiglio comunale in cui  sarà discusso il preventivo 2020 .

E’ Possibile che una gestione incostituzionale (sentenze 115/2020  e n. 4/2020  Corte Costituzionale)  e fallimentare (deliberazione 7/2020 Corte dei Conti), delle finanze del Comune  non abbia meritato una sola parola di condanna da parte dei consiglieri d’opposizione membri dei partiti?  La comunità è dunque da sola nel  ribellarsi.   A meno che, fin  dalla prossima votazione del bilancio consuntivo 2020, l’opposizione tutta, e in particolare quella  con alle spalle i partiti  più consolidati  non si svegli.  Ma svegliarsi non significa proporre degli emendamenti di stampo elettoralistico, tipo il finanziamento di una bocciofila, la cui approvazione vincolerebbe alla votazione di tutto il previsionale. Svegliarsi significa, prendere coscienza della concreta possibilità di andare in dissesto, anche dopo l’ennesimo programma di tagli  che il Comune, attraverso il prossimo bilancio previsionale,   vuole proporre ai giudici contabili, già critici su questa modalità.  E  ragionare sull’opportunità  di far trascorrere ai cittadini altri tre anni di sacrifici del tutto inutilmente. A tal proposito “Rigenerare Frosinone” ha redatto una proposta di deliberazione atta a reperire le risorse per ripianare il debito attraverso la messa in discussione del modello di gestione imposto ai Comuni che si basa sul ricatto del debito e la conseguente devastazione sociale.  Togliendo, fra l’altro,  l’alibi  alla giunta  Ottaviani che ha usato  questa pur presente distorsione per giustificare la sua amministrazione propagandistica e socialmente devastante. La presenteremo alla cittadinanza nel corso dell’incontro.
Rigenerare Frosinone.