Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 23 dicembre 2010

Sa boghe longa

da Daniele Sepe Video.


Con questo video e il testo della poesia che segue la redazione di Aut augura buone feste a tutti.




Daniele Sepe Sa boghe longa voce Nico Casu da "Spiritus Mundi" 1995

testo:
Popolu ses isciau,
fatigas e sudore
cunsacra pro caprizos e disizos.

E tue senza pane,
istancu, famidu e nudu,
no alzas de disdignu una protesta.

Ses peus de su cane,
vilmente servis e mudu,
linghes sa man' ingrata e faghes festa.

E tus grasciu srau
chi su riccu segnore
faghed a palas tuas cun fastizu.

E tue senza pane,
istancu, famidu e nudu,
no alzas de disdignu una protesta.

Popolu ses isciau
de cu sta gente ischiva
e tue famida gridas viva e viva!



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Popolo sei schiavo,
fatica e sudore
sacrifichi per gli altrui vizi e capricci.

Sei peggio del cane
che vile servo e muto
lecca una mano ingrata e gli fa festa.

Grasso è lo spreco
che il ricco e sprezzante "signore"
fa' alle tue spalle.

E tu, stanco, affamato e nudo
non alzi di sdegno una protesta.

Popolo sei schiavo
di questa gente schiva
ed affamato gridi:
Evviva Evviva!

E’ LA LOTTA DI CLASSE, BELLEZZA

di Fabiana Stefanoni


“I Paesi capitalisti vanno incontro a grandi rivolgimenti e all’aperta guerra di classe.
Il compito dei rivoluzionari consiste nel preparare le necessarie armi teoriche
e gli strumenti organizzativi per questa inevitabile guerra che si avvicina”
Lev Trotsky
Mentre scriviamo si conclude un’altra giornata di lotta che ha visto protagonisti centinaia di migliaia di studenti. Dopo le oceaniche manifestazioni del 14 dicembre, gli studenti sono scesi di nuovo in piazza per il ritiro del Ddl Gelmini, che sancisce la morte di quel poco che ancora resta dell’Università pubblica. Soprattutto, i giovani non si sono lasciati intimidire dalle cariche della polizia, dagli arresti, né dalle minacce di quei ministri che, dopo essere stati ben addestrati in gioventù all’uso del manganello e al saluto romano, oggi gridano allo scandalo e invocano persino gli “arresti preventivi” per i manifestanti. Il Ddl Gelmini è stato approvato, ma le lotte di questi mesi hanno lasciato un segno che gli starnazzi dei ministri ex picchiatori fascisti non potranno cancellare: si tratta di trarne i giusti insegnamenti per prepararsi alla stagione di lotte operaie che, anche nel nostro Paese come nel resto d'Europa, può aprirsi nei prossimi mesi, saldandosi alla lotta studentesca. Una lotta studentesca che dovrà ora continuare per far rimangiare al governo le misure appena approvate.
Una generazione senza futuro nel capitalismo 
Le centinaia di migliaia di giovani e giovanissimi che sono scesi in piazza non sono solo studenti: si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di figli di lavoratori che in questo sistema economico non vedono un futuro. La giovane generazione che ha dato vita alle barricate per le strade di Roma, ai blocchi stradali, alle occupazioni delle scuole e delle università, all’assalto ai palazzi è la stessa generazione che subisce l’attacco padronale nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro. Sono milioni i giovani lavoratori, spesso assunti con contratti ultraprecari, che stanno subendo l’espulsione dal mondo del lavoro. Le prime vittime dei licenziamenti di massa in corso nel nostro Paese sono proprio i giovani precari, soprattutto donne e immigrati: milioni di lavoratori che nel capitalismo devono rassegnarsi a un futuro di miseria. E’ per questo che le straordinarie lotte studentesche di questi mesi anticipano le lotte che verranno: il sistema degli ammortizzatori sociali sta per esaurirsi, il capitalismo sta per togliersi la maschera. Ministri, sottosegretari, padroni e padroncini lo sanno bene: quello che è successo per le strade di Roma è solo l’antipasto, gli antagonismi di classe sono destinati a inasprirsi nei prossimi mesi. Le burocrazie sindacali gettano acqua sull’incendio della lotta: Cisl, Uil e Ugl, veri agenti del governo Berlusconi tra le file dei lavoratori, si inchinano di fronte al peggiore attacco padronale dal dopoguerra ad oggi; la direzione della Cgil, per voce della neosegretaria Camusso, continua a procrastinare l’indizione di uno sciopero generale, nonostante venga chiesto a gran voce non solo dagli studenti, ma anche dalle avanguardie operaie più combattive. Le responsabilità di queste direzioni è immensa: stanno indebolendo la lotta, cercando di costringere la classe operaia e i giovani a una sconfitta storica senza precedenti, come dimostra il caso Fiat. Oggi più che mai è urgente una direzione alternativa e di classe del movimento operaio.
La via non è quella istituzionale
Non c'è da stupirsi che il parlamento (dei padroni) sia stato impermeabile alla grande mobilitazione studentesca contro il Ddl Gelmini: si tratta di una legge fortemente voluta da Confindustria e dalla grande borghesia italiana, che vede nella privatizzazione dell’Università una ghiotta occasione di investimento. Non solo i finiani l’hanno appoggiata pienamente, ma anche lo stesso Pd, per voce dell’ex ministro Treu, in commissione cultura si è più volte sperticato in apprezzamenti per “la sostanza” della legge. Del resto, le stesse rivendicazioni del movimento, centrate sulla richiesta dello sciopero generale, mostrano che vi è tra le avanguardie studentesche la consapevolezza della necessità di un’azione di lotta più estesa, che coinvolga anche i lavoratori, che si sviluppi fuori e contro i palazzi del potere borghese.
In generale, la mobilitazione ha fin da subito mostrato una maggiore maturità politica rispetto all’Onda di due anni fa: dopo aver sperimentato sulla propria pelle l’inganno delle promesse della sinistra governista (che garantiva “modifiche” in sede parlamentare in cambio di un acquietamento delle acque), i giovani hanno capito che la sola strada percorribile è quella della contrapposizione frontale agli industriali, ai banchieri e ai loro rappresentanti istituzionali. I luoghi attaccati dalla protesta studentesca hanno un’importanza non solo  simbolica: l’assalto al Senato e l’assedio al Parlamento, le proteste davanti alle sedi di Confindustria, le contestazioni alla Marcegaglia (ma anche ai burocrati sindacali, come è successo a Roma contro Bonanni e la Camusso) ci dicono che gli slogan degli studenti che gridano “noi la vostra crisi non la paghiamo” hanno alla base la consapevolezza, per quanto embrionale, che questa crisi è la crisi del sistema dei padroni.
I pompieri della lotta si apprestano a far risorgere dalle ceneri nuove illusioni: come quella di un referendum o, peggio, di appelli al presidente Napolitano. L’esperienza ha insegnato con chiarezza che la via istituzionale è una via perdente per i movimenti di lotta: le istituzioni rappresentano precisi interessi di classe, quelli della classe contro cui i giovani e i lavoratori devono lottare, la classe padronale. E’ importante quindi che il movimento studentesco rigetti queste proposte e prosegua sul terreno della mobilitazione.
Il teatrino su violenza e non violenza
Ci sembra ridicolo che qualche intellettuale da salotto gridi allo scandalo della violenza del movimento per qualche blindato che brucia o per qualche vetrina sfasciata. E ci pare quasi ridondante ricordare che la vera violenza sta da un’altra parte: è quella del capitale che dopo aver spremuto fino al midollo milioni di operai li lascia su una strada per trasferire la produzione dove la forza lavoro costa meno; è quella dell’imperialismo che sgancia bombe su popoli inermi; è quella dei poliziotti e degli eserciti (“le bande armate del capitale”, le definiva efficacemente Engels) che massacrano giovani manifestanti; è quella delle leggi razziste che fomentano l’intolleranza verso i lavoratori immigrati.
I comunisti rivoluzionari non hanno il culto della violenza in sé: non credono che lanciare una molotov o un sasso contro una vetrina sia una "fonte di piacere" o uno "sfogo della libido", come per alcuni nostalgici del Toni Negri di qualche decennio fa (il Toni Negri odierno preferisce i salotti della borghesia). I comunisti rivoluzionari sanno però che la violenza ha sempre avuto una funzione rivoluzionaria nella storia: le classi dominanti non hanno mai ceduto il potere in modo indolore. E' ingenuo pensare di "espropriare gli espropriatori" con il loro consenso, senza rovesciare il loro sistema economico e la loro falsa democrazia. E senza rovesciamento del capitalismo non sarà possibile dare una risposta alle rivendicazioni dei giovani e dei lavoratori che chiedono quello che il capitalismo non è in grado di offrire: condizioni di vita dignitose per le masse.
Ma le lotte, se prive di una direzione, di una organizzazione, non hanno mai portato e non possono portare a nulla. Per questo, è necessario anzitutto organizzare già oggi l’autodifesa delle manifestazioni e degli scioperi dalla violenza delle forze dell’ordine borghese (violenza che è destinata a inasprirsi con l’inasprirsi del conflitto sociale). Per questo è necessario che le mobilitazioni studentesche si dotino di coordinamenti locali che, sulla base dell’elezioni di delegati revocabili, portino alla costruzione di un coordinamento nazionale delle lotte. Soprattutto, è necessaria l’unità di lotta tra lavoratori e studenti: è urgente l’indizione di un grande sciopero generale, infrangendo la barriera che frappongono le burocrazie sindacali. Serve uno sciopero che possa legarsi alle lotte degli altri Paesi, fino a dare vita a uno sciopero generale europeo accompagnato dall’occupazione delle fabbriche e dalla costruzione di organismi di direzione delle lotte, democraticamente scelti dai lavoratori.
Solo così sarà possibile respingere al mittente l’attacco in corso e rovesciare i rapporti di forza a vantaggio delle masse popolari, aprendo la strada all'unica alternativa vera, quella rivoluzionaria.

mercoledì 22 dicembre 2010

C'è chi può e chi non può

di Fausta Dumano



Blocco notes,la redattrice di Aut scrive mentre una delegazione è dal Presidente della Repubblica, cronaca di una giornata particolare, una giornata che si annunciava carica di ansia, i cortei non erano autorizzati, la storia degli arresti preventivi......il clima rovente e l' immagine ancora viva del 14 dicembre. Invece gli slogan usati hanno spiegato il senso di questa giornata''vi lasciamo nella solitudine dei vostri palazzi'',la strategia della protesta è stata presa nell' assemblea di ieri....stare lontano dalla zona rossa, lasciando i potenti blindati nella solitudine, protetti dalla polizia, occupando invece pacificamente e creativamente le strade della capitale che generalmente non vengono attraversate dai cortei...cosi piazzale MORO, PIRAMIDE, TOR VERGATA, PIAZZA TRILUSSA sono diventati i luoghi dei cortei, sorprendendo le forze dell' ordine. La giornata di oggi si è intrecciata con la morte di un operaio in un cantiere della facoltà di giurisprudenza, un tunisino.....uno striscione è dedicato a lui,intanto pacchi dono di babbo natale ad ALEMANNO,ma anche alla CGIL, dacci lo sciopero generale, la zona rossa invece è violata da una trentina di giovani pro GELMINI, un flash mob da Campo dei fiori a Piazza Navona, c'è chi può e chi non può......essendo un gallina rossa, amica di gallinacci comunisti seguo il corteo che si dirige verso la tangeziale, cosi numeroso che si paralizza la zona, ma cosi pacifico che quando le forze dell' ordine chiedono di scendere ,mentre il corteo vorrebbe salire, i manifestanti scendono.E pensare che invece le forze dell' ordine il 14 impedivano anche a chi era residente di varcare la zona rossa

Cronache di ordinaria follia antidemocratica

di Luciano Granieri

Dunque...vediamo di capirci qualcosa nel casino che sta succedendo nei Palazzi del potere. Fuori le idee  fra chi protesta sono molto chiare, è dentro che tutta l’incapacità, l’ignoranza e il disprezzo delle regole e il caos emergono  con indiscutibile evidenza. Ieri: Riforma Gelmini in discussione al Senato. La solerte Rosy Mauro,  leghista, badante  di Bossi, incaricata di turno a presiedere la seduta di Palazzo Madama con un Rap. dal titolo “Approvato Vergogna”  battezza come approvati  per alzata di mano alcuni emendamenti dell’opposizione in modo del tutto inconsapevole, sul  merito,   sui gruppi   che li hanno proposti, e sui numeri che ne determinano l’approvazione. Per questa pasdaran leghista l’importante è che la riforma vada al voto finale, quindi Se ne fregha  su chi vota cosa l’importante è procedere a tappe forzate.  Il problema è che lo sbaglio sulla conta delle mani alzate, risepdirebbe di fatto la legge alla Camera. Interviene così Il Presidente titolare Schifani che reindice  le votazioni e quegli stessi provvedimenti prima approvati   vengono respinti. Tutto ciò provoca la sollevazione dell’opposizione e mette in risalto la FIGURA DI CACCA  della Rosy Mauro che dovrebbe avere il buon gusto di dimettersi , ma si sa questi gaglioffi sono senza vergogna. Oggi: Spento l’eco della debacle  istituzionale andata in  scena il giorno prima si ritorna a discutere. Gli articoli della riforma  sono 29 al  n.6, che concerne la qualifica dei ricercatori, si  richiama una normativa del 2005 al quale si deve far riferimento  per definire determinate prerogative, al n. 29 si decreta l’abrogazione di quella stessa legge del 2005 a cui  in base all’art 6 ci si sarebbe dovuti uniformare. Per capirci. Nell’art. 6 si definisce  la necessità di rispettare una norma che all’art.29 viene abrogata. Una contraddizione grossa come una casa,  che neanche l’opposizione più molle può lasciar passare. Conseguenza logica vorrebbe che l’art. 29 venisse  cancellato , ma in questo caso le forche caudine di un ulteriore passaggio alla Camera sarebbero inevitabili. Per cui si respingono gli emendamenti contro l’articolo 6, si respingono gli emendamenti contro l’articolo 29 che sono contro l’articolo 6. Il tutto verrà corretto a riforma approvata in sede di conversione del decreto mille proroghe in cui verrà cassato l’art.29. GENIALE !!!!   Si inserisce in un decreto il correttivo di una legge che ANCORA DEVE ESSERE APPROVATA, siamo  ALL’ANALFABETISMO ISTITUZIONALE. Dopo un po’ ,tanto per stemperare il clima di tensione con gli studenti e a conferma che i protagonisti della riforma sono loro,  si respinge un emendamento teso a correggere la norma per cui nel collegio di disciplina, organo emanazione  del consiglio di amministrazione degli atenei, in caso di giudizio sull’operato di un docente, i rappresentanti degli studenti pur presenti nel collegio non possono esprimersi. Si da il caso che i rappresentanti degli studenti siano gli unici nominati a seguito di elezioni, gli altri componenti, docenti e dirigenti amministrativi sono nominati dai rettori. Cioè gli studenti pur eletti democraticamente non possono esprimersi nel merito, mentre i baroni designati dal Cda continuano a cantarsela e a suonarsela fra di loro. Alla faccia della legge contro i baronati. Per finire, cilgiegina sulla torta, si va ad emendare l’art. 12 IL LODO POLIDORI. Infatti in questa parte della riforma si aumentano dal 10 al 20 per cento i contributi alle università non statali   parificate, vedi Bocconi o Università cattolica, vengono escluse da questi benefici le università telematiche, salvo alcune giudicate meritevoli dal ministro GUARDA CASO IL CEPU è fra queste E GUARDA CASO il fondatore dell’università propagandata da di Del Piero è quel Francesco Polidori cugino di Catia Polidori, la deputata Fli che va così a riscuotere il suo compenso per aver votato il 14 dicembre la fiducia al governo Berlusconi in pieno dissenso con il suo gruppo. Per finire una seduta di ordinaria follia il Presidente Schifani si inventa in contingentamento dei tempi di intervento sulle dichiarazioni di voto, la richiesta di firma, e il voto in dissenso,  L’opposizione ha tempo solo un’ora e mezzo  in totale come tempi d’intervento, esaurita la quale ogni senatore dovrà VOTARE,  ZITTO E MOSCA, al massimo potrà recapitare per iscritto le proprie motivazioni alla presidenza del Senato. Il buon Schifani dice di rifarsi ad analoghe decisioni prese da suoi illustri predecessori Carlo Scognamiglio nel 1995 e Franco Marini nel 2007 i quali limitarono i tempi di intervento sulla discussione degli emendamenti per velocizzare le procedure di approvazione. Schifani dimentica di dire che quelle decisioni furono prese perché relative alla discussione di dispositivi che dovevano essere approvati entro termini non prorogabili, un decreto legge in scadenza, e la legge di bilancio. In queste caso non si capisce quale data di scadenza possa avere la riforma Gelmini, che ha a disposizione tutto il tempo possibile per essere licenziata, ma si vuole approvare subito per evirare alte complicazioni con gli studenti e per dimostrare nella prossima campagna elettorale che il governo del fare almeno una cosa l’ha fatta anche se disastrosa.  Siamo dunque al fascismo vero e proprio. La giornata termina qui si riprenderà domani. 


L'Aventino

di Luciano Granieri


Ci troviamo in una situazione in cui  il  governo è composto da ministri che  non sanno scrivere le leggi, i parlamentari  di maggioranza non hanno la più pallida idea di come si discuta una norma a meno che non sia PRO DOMO CAPO, le  leggi licenziate dall’esecutivo  con decretazione d’urgenza rischiano sempre di cadere sotto la mannaia della Corte Costituzionale, il  parlamento è zeppo di gente  pluri inquisita per camorra, per mafia, e per altri reati  gravi il  Presidente del consiglio anch’ egli  è pluri inquisito e di fatto condannato per corruzione ,sfugge a i processi che lo vedono imputato insulta un giorno si e l’altro pure la magistratura. Ci troviamo insomma in uno stato di emergenza democratica e di devastazione delle regole condivise. Non a caso le opposizioni invocano la formazione di un nuovo Comitato di Liberazione Nazionale sul modello di quello che si costituì  durante le lotta di liberazione in cui forze liberali, cattoliche, socialiste e comuniste si unirono per aiutare i partigiani a sconfiggere i repubblichini e scrissero insieme la Costituzione. In base  a quel modello sarebbe auspicabile una larga coalizione che da Fini a  Casini,  a Bersani fino ad arrivare a Di Pietro si adoperasse per sconfiggere Berlusconi e ripristinare le regole democratiche distrutte dalla conduzione padronale del nano di Arcore  . Dopodiché una volta ottenuto lo scopo di nuovo ognuno per se verso elezioni da indire con un nuovo sistema elettorale e con il conflitto d’interessi definitivamente risolto. Tutto giusto. Se non che quel comitato di liberazione Nazionale si costituì mentre il popolo combatteva una sanguinosa guerra che alla fine portò alla sconfitta dei fascisti e consentì agli americani di cacciare i tedeschi. Oggi il popolo invece è tenuto completamente al di fuori dalla contesa, anzi ogni stormir di sommossa suscita giudizi severi anche dall’opposizione. La stessa opposizione accetta di essere ostaggio di un parlamento blindato composto da mafiosi, camorristi, papponi, prostitute gentaglia incapace e ignorante con cui è impossibile dialogare. Allora stante questa situazione un vero gesto forte da parte delle opposizioni potrebbe essere quello   DI ABBANDONARE IL PARLAMENTO!!!! Altro che nuovo Cln. Ripercorrano gli attuali parlamentari d’opposizione la stessa strada che i loro predecessori  nel 1924,  a seguito del delitto Matteotti  da parte dei fascisti, seguirono abbandonando  il Parlamento.  Questi si  riunirono in un altra sala di Montecitrio costituendo  unico parlamento legittimo, visto che nel parlamento ufficiale era ormai impossibile esercitare ogni funzione di libero confronto. Fli, Udc, Api, Pd, Italia dei valori lascino gli scranni di Camera e Senato lascino vacanti gli incarichi  istituzionali che oggi ricoprono ritirandosi su un nuovo Aventino. Questo sarebbe un gesto forte di delegittimazione che avrebbe grande risalto nel mondo e che il Popolo Sovrano  la cui stragrande maggioranza ha resistito alle manganellate mediatiche del neo autoritarismo berlusconiano, capirebbe . Solo dopo uno strappo di questo tipo si potrebbe pianificare un nuovo Cln. Un Cln esterno alle stanze del potere e con la società civile al proprio fianco.

martedì 21 dicembre 2010

LIBERI TUTTI


Appello dal mondo del lavoro in solidarietà con gli studenti.Sono tantissime RSU trasversali alle sigle sindacali che prendono posizione contro la criminalizzazione del movimento studentesco.






LIBERI TUTTI 




   NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE  

  

   DEL MOVIMENTO STUDENTESCO 

  



  

  Come lavoratrici e lavoratori, pur appartenenti a differenti percorsi  politici e sindacali, abbiamo partecipato alla mobilitazione del 14 dicembre e abbiamo condiviso le rivendicazioni che la piazza ha espresso a gran voce in un coro formato da studenti e precari, insegnanti e ricercatori, 

lavoratori del pubblico e del privato, immigrati e disoccupati.

La piazza del 14 dicembre ha dimostrato che le mille vertenze contro i  licenziamenti e le chiusure aziendali, per la difesa del salario e per un accesso al reddito si possono e si devono saldare con le lotte per la sopravvivenza della Scuola Pubblica e dell´università, per lo sviluppo di Scienza e Ricerca autonomamente dalle logiche aziendalistiche, per la salvaguardia dei territori dalle devastazioni ambientali, per il diritto a una casa per tutti.

Voci differenti che, per una volta, si sono sentite unite nella lotta per il nostro futuro e dignità che ora Governo e Confindustria ci vogliono negare.

 Un´opposizione corale contro le politiche basate sulla prevalenza della logica del profitto per pochi a scapito dell´interesse di molti. Non pensiamo che con queste manifestazioni siano risolti i problemi dei rapporti di forza che in questo paese sono da anni sfavorevoli ai settori 

sociali subalterni, così come non pensiamo che si sia ancora battuta l´egemonia reazionaria che fa leva sulle paure della crisi che fomenta continuamente una guerra tra poveri contro i più deboli.

 Però un segnale di vera opposizione sociale alla crisi e alle politiche di austerity è stato dato e lo dobbiamo rivendicare fino in fondo. Per questi motivi in questo momento dobbiamo condannare fermamente la repressione indiscriminata e ogni tentativo di criminalizzazione che sta colpendo decine di giovani e giovanissimi che insieme a decine di migliaia di persone hanno cinto d´assedio quei palazzi di un potere corrotto e irresponsabile, delegittimato al di là degli inciuci e degli scambi di poltrone e totalmente incapace di programmare un futuro dignitoso per la stragrande maggioranza dei lavoratori, dei giovani precari e delle donne senza futuro. Per gli stessi motivi esprimiamo tutta la nostra vicinanza ai giovani arrestati e portati in Tribunali che si dimostrano celeri nel "giudicare" sommariamente questi ragazzi, mentre sono sempre lenti e permissivi verso i rappresentanti del parlamento indagati e verso gli omicidi sul lavoro come quello alla Thyssen-Krupp. Ora sono stati quasi tutti rilasciati tranne uno. Tutti però subiranno a brevissimo un processo con accuse gravissime. Non abbasseremo quindi il livello di attenzione e chiediamo sin da subito il pieno proscioglimento.

  RIBELLARSI E´ GIUSTO! Oggi non è una frase fatta, ma un qualcosa che rende  il senso preciso della situazione.

L´opposizione parlamentare è paralizzata e se non lo facciamo noi non lo farà nessuno al posto nostro: che se ne vada Berlusconi e tutte le cricche parlamentari che vogliono sostenere le politiche confindustriali di tagli, licenziamenti e zero diritti.

Noi siamo con la ribellione di questa generazione, al di là di incidenti che possono essere evitati solo dalla fine delle zone rosse e da una politica alternativa a quella attuale.

    Giù le mani dai diritti 

  Riprendiamoci il nostro futuro 

 No alla criminalizzazione del conflitto sociale

     

   Per uno sciopero generale vero e unitario 

   LIBERI TUTTI! 



     

 METTIAMOCI LA FACCIA - METTIAMOCI LA FIRMA 


Un megafono di troppo

di Fausta Dumano


Blocco notes,macchinetta ,la redattrice di Aut percorre tranquilla via ARMANDO FABI.....quando azz......scopre di essere finita in una zona rossa.....è facile di questi tempi finire in una zona rossa. Macchine della polizia, blindato, agenti in divisa e pure in borghese.... la controparte questa volta non sono gli studenti ,ma cittadini che vogliono far sentire la loro voce, il no alla chiusura dell' ospedale di Pontecorvo. Il mio blocco notes comincia a raccontare una singolare querelle ì ''vengo anche io, no tu no...''il megafono non può entrare....il megafono resta qui.....il megafono disturba la benedizione di RENATA POLVERINI.i......i TONI SI FANNO ACCESI.....in piazza l' unica arma sono tre megafoni, qualche striscione e gente esasperata......un signore commenta di fronte alla zona rossa ''poi dicono che a Roma è finita con la violenza....fa eco una ragazza ''ladri di democrazia, volete impedire una protesta pacifica''Le macchine passano....tira e molla tra uno dei leader della protesta MADDE’ E LE FORZE DELL' ORDINE un po' di confusione gli striscioni passano, entrano 2 megafoni, uno è temporaneamente sequestrato, ma alla conta c 'è un megafono ancora di troppo......la questione sembra complicata......ladri di democrazia.....fateci passare.....arriva l'onorevole SCHIETROMA ,IN UN DENTRO E FUORI.....CHIARISCE.......LA PROTESTA ENTRA NELLA ZONA ROSSA, che rossa non era perché gli organizzatori dicono che avevano il permesso......il signor megafono no....non aveva il permesso di soggiorno forse è un migrante.....Ma MADDE’ RISOLVE IL PROBLEMA........PASSANO DUE MEGAFONI, CHE POTRANNO PROTESTARE A RITMO ALTERNATO.......INTANTO la redattrice di Aut viene ammonita con un ditino''questa foto non si fa''vado di fretta.......per terminare la giornata negli uffici della DIGOS....pochi scatti veloci che rendono voce alla protesta dei cittadini.


Mauro Bottini Trio, concert in Ithaca

di Luciano Granieri






Dopo un venerdì caotico e stressante, condizionato da una inconsueta nevicata , che al di la degli aspetti paesaggistici da fiaba, mi ha costretto a quattro ore di macchina per raggiungere Frosinone da Ferentino, sentivo veramente il bisogno di finire la settimana in pieno relax, lasciare liberi mente e cuore di seguire effluvi sonori familiari. Il concerto che il sassofonista Mauro Bottini avrebbe tenuto sabato sera presso la libreria caffè live music “Ithaca” di Via Garibaldi a Frosinone, poteva essere l’occasione giusta per ascoltare dell’ottimo jazz e costituire una seduta di musicoterapia anti stress,  necessaria a togliere le tensioni del giorno prima.  Qualche mese fa avevo già apprezzato le doti di Bottini recensendo per gli amici di Aut il suo utimo CD Self Portrait inciso con Paolo Tombolesi al piano, Massimo Moriconi, al basso, Stefano Micarelli alla chitarra, Massimo Manzi alla batteria. Ora non si poteva perdere l’occasione di ascoltare Mauro dal vivo. Inoltre la formazione con cui si sarebbe esibito a Ithaca era molto particolare : non il quintetto monstre di Self Portrait  ma un interessante trio con lo stesso Bottini al sax tenore, Matteo Nizzardo all’organo Hammond, Cristiano Coraggio alla batteria. Nella mente mi frullavano le note dell’Hammond B-3 di Jimmy Smith, ma soprattutto di “Unity” un bellissimo disco inciso per la Blue Note da una formazione quasi simile a quella di Bottini, con Larry Young all’organo Hammond, Elvin Jones alla batteria, Joe Henderson al sax tenore e Woody Shaw alla tromba . La necessità musicoterapica, l’abilità di Bottini, oltre che come musicista anche come talent  scout, la particolare sonorità della combo: organo-batteria-tenore, erano segni inequivocabili che si stava preparando una serata in cui avrei assistito a un gran bel concerto .





Lo credereste?  La performance del del Bottini trio è andata oltre ogni più rosea aspettativa. Si comincia con Sunny , un brano  di derivazione non propriamente jazzistica, reso famoso da Marvin Gay , ripreso dai Boney M,  divenuto in seguito gingle di diverse pubblicità. Immediatamente, pur in un ambiente dal climax ancora un po’ freddino, i tre musicisti mostrano di che pasta sono fatti. Dopo un ’ introduzione all’organo di Nizzardo, esposizione del tema,  e via! Bottini si lancia in un assolo funambolico,  gli arpeggi   si rincorrono veloci, da tonalità basse si va ottava per ottava sempre più su fino ad arrivare ai super acuti,  il drumming di Cristiano Coraggio, fornisce il groove necessario per scaldare l’ambiente. Poi protagonista assoluto della scena diventa Matteo Nizzardo con il suo organo. Per dovere di cronaca  preciso che Matteo suona una normale tastiera priva della pedaliera tipica dell’Hammond vero, non è dunque in grado di eseguire le linee di basso con i piedi. Ma non importa, arpeggi, giri di basso,accordi, fraseggi, glissati, sono eseguiti dal giovane tastierista con una tecnica superlativa, viene il sospetto che sia dotato di tre mani. Dopo Sunny si entra nel vivo.  Tenor Madness  di Sonny Rollins è il brano giusto per surriscaldare il clima. Bottini è particolarmente ispirato, la sua capacità di combinare pulizia e leggerezza del suono con straordinarie doti di fraseggio rendono la sua performance eccellente. Comincio a realizzare che  sta prendendo corpo  una serata indimenticabile. Il pubblico inizia  a sciogliersi dal suo torpore investito da una mare di note , gli applausi prendono a scrosciare non solo alla fine dei brani, ma sottolineano ogni singolo assolo.



Si va avanti in crescendo, da Gerswin a  Charlie Parker,  da , Herbie Hancock,  a Sonny Rollins. La video camera comincia  a diventare un impedimento, reprimo gli “yeah” che sgorgano spontanei, riesco a mala pena a tener fermi mani e piedi per non rovinare le riprese. Le varie esecuzioni , Summertime (gentilmente a me dedicata da Bottini), Watermellon man, Blue Bossa, collocano il trio Bottini-Nizzardo-Coraggio al centro di un’incredibile miscela composta  da un’alta intensità emotiva e da esibizioni improvvisative di assoluto livello tecnico. Ma non avevamo ancora sentito nulla. Parte Cantaloupe Island di Herbie Hancock. Il  brano per la sua struttura armonico-ritmica è fuoco musicale allo stato puro. Un martellante tappeto ritmico e un giro armonico trascinante aprono infinite soluzioni improvvisative ai musicisti che lo eseguono. Infatti Bottini e Nizzardo cavano fuori dai loro strumenti l’impossibile. Da quel sax  tenore sgorga l’imprevedibilità di Parker, l’intellettualità di Coltrane la pulizia  timbrica di Getz, il tutto concorre a definire un linguaggio assolutamente personale e originale che è quello inconfondibile di Mauro Bottini, da quella tastiera che suona come un organo Hammond tracimano scale blusey velocissime, inframezzate da glissati mozzafiato. Il dicannovenne Matteo  Nizzardo è già un musicista coi fiocchi,  è la dimostrazione vivente che per suonare jazz a questi livelli è fondamentale studiare e acquisire una grande tecnica, ma non basta. La musica la devi avere dentro, devi pensare “IN NOTE”  anzi in “BLUE NOTE”  Fondamentale è anche l’approto di Cristiano Coraggio un drummer potente soprattutto sugli shuffle e sulle bossa. 






Morale della favola.......Qualcuno obbietterà “si può trarre una morale da un concerto?”  Certamente si perché il set di per se è stato una favola  e la morale è la seguente: La nostra martoriata Ciociaria, oggi è depressa  più che mai dall’ignoranza dei sodali locali del sommo vate ragioniere berlusconiano che al   grido di “la cultura non si mangia” ha picchiato duro con la sua mannaia su ogni iniziativa culturale. Grazie ad un conservatorioPierannunzi, Danilo Rea, Gerardo Iacoucci, Ettore Fioravanti, Massimo Moriconi, Gianluca Renzi, per citarne solo alcuni, inoltre   Mauro Bottini è una limpido esempio di come si può essere straordinari strumentisti , eccellenti maestri e scopritori di talenti. Dall’ accademia di Musica Charlie Parker, da lui diretta,  grazie anche all’impegno  e all’ abilità di insegnamento di Paolo Tombolesi, già allievo di Gerardo Iacoucci , è nato e cresciuto musicalmente l’incredibile Matteo Nizzardo mattatore della serata di sabato e tanti altri giovani talenti sono pronti per calcare le scene. Allora la domanda nasce spontanea : Non è delittuoso  non supportare anche economicamente  tali realtà? Già dimenticavo, nella nostra provincia  ci hanno chiuso sette ospedali, hanno tolto il finanziamento per il teatro di Frosinone . Pretendere il supporto finanziario per la valorizzazione dei jazzisti nostrani è pura utopia. Ma siccome noi non ci rassegnamo, non potendo concepire  la vita  senza almeno qualche serata come quella di sabato , con le ragazze di Ithaca ci stiamo organizzando per proporre  altri concerti. Infatti per trasformare la percezione di una nevicata da evento che blocca il traffico, che lascia intrappolati nelle auto, in un sogno popolato da scenari suggestivi  e incantati è necessaria la musica, la poesia, l’arte insomma è necessaria la fantasia . 

domenica 19 dicembre 2010

BOICOTTA LA BILLA

Il 16  dicembre ha aperto, in Via Giacomo De Matthaeis a Frosinone un altro inutile e dannoso ipermercato. Trattasi dei supermercati  Billa (ex Standa.) Di seguito riportiamo un comunicato del  COORDINAMENTO DI SOSTEGNO AI LAVORATORI DELLE COOPERATIVE che bene illustra come agisce questa banda di sfruttatori.  NON SERVE A FROSINONE L'ENNESIMO IPERMERCATO CHE SFRUTTA I LAVORATORI...FUORI GLI SCHIAVISTI DALLA NOSTRA CITTA' BOICOTTIAMO LA BILLA! 

La Redazione.

La Billa ha dato in appalto alla CLO (Cooperativa Lavoratori Ortomercato) la movimenta-zione merci ai propri magazzini di Lacchiarella (MI). Da settembre i “soci”-lavoratori della CLO hanno iniziato un’agitazione in difesa delle loro condizioni di lavoro. La CLO ha ri-sposto con 2 licenziamenti politici, decine di provvedimenti disciplinari, continui trasferimenti dai magazzini di Lacchiarella dei “soci”-lavoratori più attivi nella protesta.
La CLO ha scelto la linea dura, di non riconoscere le rivendicazioni, le rappresentanze sindacali dei lavoratori e di rispondere con l’intimidazione per mantenere i propri margini di pro-fitto e per impedire che un accoglimento delle rivendicazione si propaghi anche agli altri appalti.
Ma la linea dura della CLO è voluta dal committente: la Billa. Per la Billa è strategico imporre condizioni di lavoro pesanti, precarie e al di sotto delle normative contrattuali (fino all’utilizzo di lavoratori in “stage”, pagati con soldi pubblici per imparare a .... sollevare pesi), in modo da spingere al ribasso il prezzo dell’appalto. La Billa è il mandante della repressione, della campagna di intimidazione e dei soprusi contro i “soci”-lavoratori della CLO.
Contemporaneamente ad ogni sciopero dei “soci”-lavoratori della Billa polizia e carabinieri sono schierati in gran numero, per impedire forme di lotta incisive, il blocco dei camion e difendere gli interessi padronali contro i lavoratori.
PER SOSTENERE LE LOTTE E GLI SCIOPERI DEI “SOCI”-LAVORATORI DELLA CLO AI MAGAZZINI BILLA DI LACCCHIARELLA, TUTT’ORA IN CORSO, È STATA AVVIATA UNA CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO DEI SUPERMERCATI BILLA.
Numerosi supermercati Billa sono stati e saranno oggetto di volantinaggi, presidi e azioni di protesta (non pagamento della spesa, lasciando alle casse la merce presa e contabilizzata, informando i lavoratori dipendenti della Billa e invitando la clientela al boicottaggio). 
La campagna di boicottaggio andrà avanti finché la Billa non farà marcia indietro!
I “soci”-lavoratori della CLO hanno anche partecipato attivamente alla manifestazione contro il fascismo e in commemorazione della strage di stato di Piazza Fontana, sabato 11 dicembre a Milano. Un “socio”-lavoratore intervenuto al comizio finale, tra l’altro, ha sostenuto: “...quello che avviene nelle cooperative e’ la stessa cosa di quello che avviene alla Fiat e negli altri posti di lavoro. Per farci pagare la crisi i padroni, nelle cooperative come alla Fiat, voglio estendere la precarietà, vogliono aumentare il nostro sfruttamento, voglio cancellare tutti i diritti dei lavoratori.”
La lotta nelle cooperative non è un fatto “interno” a queste strutture che di cooperativo non hanno nulla, ma è parte integrante della più generale mobilitazione contro precarietà, sfruttamento e razzismo.
CONTRO LA PRECARIETA’ E LO SFRUTTAMENTO!
BOICOTTIAMO I SUPERMERCATI BILLA!

Giuseppe Bonaviri, un uomo come lui





Tra poco non avremo più tempo per difendere la nostra libertà

di Francesco Notarcola


Ragioniamo e riflettiamo insieme.



       La Camera dei deputati, una delle più  alte espressioni della democrazia del nostro Paese, è offesa nella sua dignità e nel suo ruolo. La corruzione ha dominato la compravendita degli eletti e si è imposta come strumento efficace e risolutivo della lotta politica.
 Il berlusconismo, che ha affascinato destra e sinistra, ha vinto affermando ancora il suo pensiero culturale e politico, la sua concezione della società e del potere istituzionale come strumento di governo e di affari

LE LIBERTA’ DEMOCRATICHE ’ SONO IN PERICOLO.  I DIRITTI NON CI SONO PIU
IL GOVERNO PENSA A LIMITARE IL  DIRITTO DI
MANIFESTAZIONE ED AGLI ARRESTI PREVENTIVI

         Nel confronto politico si è parlato poco o niente delle condizioni dei milioni di pensionati ancora  a a 400-500 euro al mese, del lavoro nero (20%), della crescita della disoccupazione e della povertà, dell’evasione fiscale e contributiva, del costo della politica ( Com’e noto l’Italia spende come la Germania, la Francia e l’Inghilterra messe insieme), del finanziamento ai partiti ed a  giornali e riviste dei partiti, di Confindustria, di SKY, ecc., dei finanziamenti alla sanità ed  alla scuola private, degli sprechi.
 ( Opere pubbliche e non solo sparse in tutta Italia). Note sono a tutti le inchieste di “Reporter”
A proposito di questi argomenti nessun gruppo o schieramento politico ha avanzato proposte.

Il berlusconismo può e deve essere sconfitto nell’interesse dell’Italia e della parte più debole dei cittadini  per determinare ripresa economica ed occupazionale, sviluppo sociale e democratico.
Per questo è necessario che si incontrino tutti coloro, uomini e donne, giovani ed anziani che con il loro impegno, la loro passione, i loro ideali  intendono restituire a questa Italia addormentata una prospettiva di progresso.  Mettere insieme idee e progetti per organizzarsi e radicarsi sul territorio. Affermare i diritti del cittadino, sanciti dalla Costituzione e dalla legislazione vigente, è oggi rivoluzionario.
Vogliamo provarci? Incontriamoci  e discutiamo.  In attesa, un fraterno saluto. 
Francesco Notarcola 
        

Un Europa a Q I 20......

di Mario Saverio Morsillo







Mercoledì scorso, ho avuto l'onore di partecipare ad un Convegno del Ministero delle Politiche Comunitarie sull'Integrazione Europea(!!!!!!) e sulla Diffusione dell'Idea di Comunità europea fra gli Studenti (una cosa serissima, insomma) presso la sede della Provincia di Frosinone.
Ci hanno presentato un materiale, a mia disposizione e quindi a disposizione di tutti coloro che sono in grado di intendere e di volere,in cui l'Europa viene vista come una sorta di panecea di tutti i mali, una collegialità in cui tutti sono amici, anche se a volte litigano, ma sono amici... e si tace sul fallimento dell'Eurozona, i PIGS, il bocciamento (pardon, bocciatura) della Costituzione Europea da parte di referendum popolari ...
Ma questo non conta . A giudizio del Funzionario del Governo che paghiamo coi nostri soldi ( un fascistello bella presenza e Q I circa 20) sono io impreparato, perchè l'Europa funziona benissimo...
Accetto critiche.

Ci saranno le necessarie risorse per il rilancio della Provincia di Frosinone?

da  Associazione Politico- Culturale 20 ottobre




“Temiamo nel bilancio che il Consiglio Regionale del Lazio discuterà nei prossimi giorni non ci siano le giuste risorse per il rilancio economico, sociale ed industriale della Provincia di Frosionne. Timore dovuto al fatto che non abbiamo rappresentanti ciociari in Giunta”.
Ad esprimere il timore è l’Associazione Politico Culturale “20 Ottobre” per voce del suo esponente di spicco, Oreste Della Posta.
“ Chiediamo a tutti i consiglieri regionali eletti nella nostra provincia di farsi portavoce di due nostre proposte:
  • Stanziamento di fondi per lo stimolo delle PMI vero motore della crescita e dell’economia visto la grave crisi che sta colpendo la Fiat, la Videocon e i loro indotti;
  • Fondi per il risanamento ambientale di tutta la Provincia con particolare attenzione alle zone della Valle del Sacco e del Liri;
  • Fondi per il rilancio del nostro territorio attraverso il turismo e la cultura”
“I nostri timori – spiega  Della Posta – sono dovuti al fatto che la Polverini e la sua giunta fino ad ora sono stati protagonisti di una politica romacentrica la sciando al loro destino le provincie. Anche nella definizione di questo bilancio – continua – la giunta Polverini si è chiusa nel palazzo senza ascoltare la voce del sindacati. Cigl, Cisl e Uil infatti avevano chiesto alla Regione un tavolo  di concertazione ma la Regione è stata sorda. È inammissibile che mentre i lavoratori fanno i conti con la crisi, mentre i precari salgono sui tetti per chiedere che i loro diritti vengano garantiti, la Polverini continua ad andare avanti per la sua strada con una miopia dittatoriale.”
“Per questo – conclude – rinnoviamo l’appello a tutti i consiglieri ciociari di farsi portavoce delle nostre proposte ed plaudiamo ai consiglieri della Federazione della Sinistra Nobile e Peduzzi che hanno chiesto la sospensione del lavori della commissione bilancio fin quando non la Polverini non aprirà un  tavolo di concertazione tra Regione e Sindacati.”